domenica 27 giugno 2010

Il Papa: l'amore porta libertà, l'egoismo solo rivalità e conflitti (Izzo)


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Il Papa: auspico che la giustizia faccia il suo corso,a garanzia dei diritti fondamentali delle persone e delle istituzioni,nel rispetto delle vittime

Attenzione ai titoli delle agenzie di stampa che non colgono la notizia: il Papa riconosce il diritto della giustizia civile ad indagare. Ad essere deplorevoli sono le modalita' non le perquisizioni!

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Il Papa: "Più volte io stesso ho ribadito che tali gravi fatti (gli abusi sui minori) vanno trattati dall’ordinamento civile e da quello canonico, nel rispetto della reciproca specificità e autonomia. In tal senso, auspico che la giustizia faccia il suo corso, a garanzia dei diritti fondamentali delle persone e delle istituzioni, nel rispetto delle vittime, nel riconoscimento senza pregiudiziali di quanti si impegnano a collaborare con essa e nel rifiuto di tutto quanto oscura i nobili compiti ad essa assegnati" (Messaggio al Primate del Belgio)

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Il Papa: l'amore libera, l'egoismo conduce a rivalità e conflitti (Apcom)

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PAPA: L'AMORE PORTA LIBERTA', L'EGOISMO SOLO RIVALITA' E CONFLITTI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 27 giu.

"Libertà e amore coincidono. Al contrario, obbedire al proprio egoismo conduce a rivalità e conflitti". Lo ha ricordato il Papa nel breve discorso prima dell'Angelus, rievocando l'episodio evangelico del giovane ricco, al quale Gesu' chiese di seguirlo dando "un taglio netto" al suo passato, compresi i legami familiari.
"Queste esigenze - ha rilevato Benedetto XVI - possono apparire troppo dure, ma in realtà esprimono la novità e la priorità assoluta del Regno di Dio che si fa presente nella Persona stessa di Gesù Cristo. In ultima analisi, si tratta di quella radicalità che è dovuta all’Amore di Dio, al quale Gesù stesso per primo obbedisce. Chi rinuncia a tutto, persino a se stesso, per seguire Gesù, entra in una nuova dimensione della libertà, che san Paolo definisce camminare secondo lo Spirito".
“Cristo - ha scandito il Pontefice - ci ha liberati per la libertà e spiega che questa nuova forma di libertà acquistataci da Cristo consiste nell’essere a servizio gli uni degli altri”. La chiamata rivolta al giovane ricco prefigura la vocazione religiosa e sacerdotale che richiede una totale adesione e infatti con i giovani che incontra, Gesu', ha ricordato Papa Ratzinger, "si mostra molto esigente, avvertendoli che il Figlio dell’uomo cioè Lui, il Messia, 'non ha dove posare il capo', vale a dire non ha una propria dimora stabile, e che chi sceglie di lavorare con Lui nel campo di Dio non può più tirarsi indietro".
"In effetti - ha spiegato - chi ha la fortuna di conoscere un giovane o una ragazza che lascia la famiglia di origine, gli studi o il lavoro per consacrarsi a Dio, sa bene di che cosa si tratta, perché ha davanti un esempio vivente di risposta radicale alla vocazione divina. E’ questa una delle esperienze più belle che si fanno nella Chiesa: vedere, toccare con mano l’azione del Signore nella vita delle persone; sperimentare che Dio non è un’entità astratta, ma una Realtà così grande e forte da riempire in modo sovrabbondante il cuore dell’uomo, una Persona vivente e vicina, che ci ama e chiede di essere amata".
Ricordando infine che si conclude il mese di giugno, "caratterizzato dalla devozione al Sacro Cuore di Cristo", il Papa teologo ha ricordato la chiusura dell'Anno Sacerdotale in piazza San Pietro - gremita questa mattina - dove egli stesso ha rinnovato "con i sacerdoti del mondo intero il nostro impegno di santificazione. Oggi - ha concluso - vorrei invitare tutti a contemplare il mistero del Cuore divino-umano del Signore Gesù, per attingere alla fonte stessa dell’Amore di Dio. Chi fissa lo sguardo su quel Cuore trafitto e sempre aperto per amore nostro, sente la verità di questa invocazione: 'Sei tu, Signore, l’unico mio bene', ed è pronto a lasciare tutto per seguire il Signore. O Maria, che hai corrisposto senza riserve alla divina chiamata, prega per noi!".

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2 commenti:

mariateresa ha detto...

se non capisco fischi per fiaschi ed è possibile per l'età e la stanchezza di stasera, in questo articolo della Croix viene confermato quello che diceva Raffaella e cioè che niente ha mai impedito alle vittime di reati o prescritti o non considerati dalla Commissione di fare denuncia.
Gente: di cosa stiamo parlando?Di beghe interne al gobverno belga che non c'è più? e forse non c'è + nemmeno il Belgio?

sonny ha detto...

Buona la seconda, cara Mariateresa. Trattasi di un paese che non esiste più (politicamente).
P.S Dalle prime rassegne stampa mattutine si può tranquillamente affermare che, come al solito, i giornali non hanno capito un accidente di niente. Palma d'oro al Corrierone. Che schifo!