martedì 8 giugno 2010

In linea con il «low profile» imposto dalla Segreteria di Stato all'omicidio di Mons. Padovese nessun delegato ha partecipati ai funerali (Galeazzi)


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Il Vaticano riveda la sua posizione: Murat non è malato di mente e monsignor Padovese è vittima di un omicidio rituale». L’agenzia del Pontificio istituto missioni estere (Pime) squarcia clamorosamente il velo della «realpolitik» che nei Sacri Palazzi aveva subito fatto derubricare a «questione personale» l’eliminazione del capo della Chiesa turca. «L’attentatore ha urlato “Allah è grande” e il vescovo è stato decapitato», rivela l’autorevole «AsiaNews» che invita la Santa Sede e il governo turco a «rivedere le prime valutazioni che escludevano risvolti religiosi e politici».
Modalità e motivazioni del delitto «vanno ricercate nel fanatismo religioso», concordano ambienti di Curia che riconoscono la volontà di tenere la tragedia di Iskenderun lontana dal delicatissimo viaggio papale a Cipro e dal documento-base del Sinodo attenuandone i contraccolpi geopolitici e interreligiosi.
«E’ una nuova guerra fredda, con silenzi e verità di Stato», ammettono. Già giovedì sera il Vaticano (con dichiarazioni più volte aggiustate) aveva immediatamente escluso che l’omicidio rientrasse nella visione dell’Islam fondamentalista. Ma, dietro le quinte, alle certezze pubbliche, fin dal primo momento, si erano affiancate le perplessità di capidicasteri e diplomatici di lungo corso che avevano sempre dubitato della versione fornita da Ankara (gesto di uno squilibrato).
Negli ultimi tempi «Murat diceva di essere depresso, ma appare una strategia per potersi difendere in seguito», perciò AsiaNews riferisce anche del tentativo turco di confondere le acque. Secondo voci nella polizia, sembra che Murat stia offrendo una nuova giustificazione del suo gesto: Padovese sarebbe un omosessuale e lui sarebbe la vittima, costretta a subire abusi. La linea difensiva dell’omicida è indirizzata cioè a sostenere l’ipotesi di un atto di «legittima difesa». Al contrario, sostengono esperti contattati dall’agenzia del Pime, l’omicidio Padovese «mostra un’evoluzione delle organizzazioni dello "Stato profondo"»: è la prima volta che essi mirano così in alto, finora avevano colpito semplici sacerdoti (tre) ora invece hanno attentato al capo della Chiesa turca. Il loro fare è divenuto più sofisticato, meno grezzo di una volta: «Non ci si limita alla "pazzia", usata già per l’omicida di don Andrea Santoro, ma si offrono più spiegazioni, per confondere l’opinione pubblica nazionale e internazionale». Don Luca Pedretti, a lungo missionario a Iskenderun, inserisce l’assassinio in uno scenario nel quale «la polizia era opprimente e continuava a starci sul collo,e non ci si poteva neppure far vedere in pubblico a pregare. Eravamo sopportati a malapena. Bisognava stare molto attenti per le continue tensioni sotterranee: la polizia da una parte, i militari dall’altra, forze nazionaliste ed estremiste molto attive seppur nascoste».
In linea con il «low profile» imposto dalla Segreteria di Stato all’intera vicenda (dagli interventi del nunzio in Turchia Lucibello a quelli dei media vaticani) nessuno è partito ieri da Roma per partecipare ai funerali di una personalità di assoluto rilievo della Chiesa mondiale, presidente di conferenza episcopale (al pari di Bagnasco o Schoenborn) e uomo-chiave nella strategia mediorientale della Santa Sede, malgrado in casi del genere i delegati papali siano una presenza costante. E in mattinata l’arcivescovo Franceschini (predecessore di Padovese) non ha mancato di farlo osservare schiettamente a Lucibello. Lunedì nel Duomo di Milano, il martire della fede «negato» riceverà l’omaggio della sua Chiesa ambrosiana, con il fraterno amico Tettamanzi che compenserà in solennità l’«assenza» di Roma.

© Copyright La Stampa, 8 giugno 2010 consultabile online anche qui.

Certe decisioni (come quella della segreteria di stato di non mandare nessuno ai funerali) sono difficili da comprendere, soprattutto quando non vengono minimamente spiegate.
R.

14 commenti:

Anonimo ha detto...

Tanto più che la segreteria di stato era in forze a Cipro al seguito di Papa Benedetto. Il card. Bertone avrebbe potuto facilmente inviare qualcuno in Turchia. A meno di non considerare il nunzio Lucibello delegato papale, ma è stiracchiata. Spero che almeno a Milano invii qualcuno in rappresentanza del Santo Padre.
Alessia

Anonimo ha detto...

Raffaella, evidentemente motivi di prudenza hanno imposto la non partecipazione ai funerali di delegati.
Questo penso io!

Raffaella ha detto...

Mah...penso che un delegato della Santa Sede avrebbe avuto il diritto di presenziare.
Vedremo chi verra' inviato a Milano.
R.

Anonimo ha detto...

Ho conosciuto mons Padovese in qualità di docente. Addolorano le insinuazioni e le calunnie che gettano una cattiva luce sulla memoria e l'operato di mons Padovese. Talvolta la prudenza diplomatica vaticana risulta di non facile lettura. La Santa Sede valuti e rivaluti attentamente il suo sostegno, pacato, ma c'è, per l'ingresso in Europa della Turchia. Bisogna conoscere quella nazione che ha sì una grande cultura e storia, ma dietro lo stato laico, spesso agiscono ed operano vari esponenti musulmani molto pericolosi e per nulla disposti a dialogare con l'occidente che per loro è come polvere sugli occhi.
Credo che mons Padovese era a conoscenza di quella realtà nella quale, spesso, è stato lasciato da solo sempre per quelle "prudenze" e tattiche vaticane. Purtroppo l'Europa laicizzata rimane freddamente indifferente e i cristiani turchi fuggono dal loro paese.
Dio ricompensi Mons Padovese.

Anonimo ha detto...

trovo veramente indegno questo fatto, una mancanza completa di carità fraterna, alla quale Roma deve presiedere e per la quale esiste il Papato stesso. Come si può dire "resistete, continuate a vivere in questi paesi", se quando vi ammazzano in nome della fede, non veniamo neanche ai funerali e diciamo addirittura che siete stati uccisi per motivi di squilibrio mentale,se non sessuali come dicono oggi. se sono casi isolati,perché tutti stanno scappando? e perché tutti da regioni dove c'è la stessa religione? Il bene Primo della Chiesa non dovrebbe essere la Verità?Che facciamo non avevamo paura di proclamarla davanti a Erode, Nerone e Diocleziano, ora di fronte a Erdogan coda tra le gambe?
Minimizzare il Sangue dei Martiri lo trovo orribile.Diciamo allora che S. Agnese, non è più santa perché uccisa per raptus di gelosia,santo stefano perché un certo Tarso era invidioso del suo successo, san Pietro, san Lorenzo per colpa di teste calde dell'esercito romano. Non si dica più che erano gli imperatori romani o i sacrdoti ebrei a perseguitare i cristiani,ma solo esempi isolati. E vistoche non si è andati a quel funerale, non si celebrino neanche tutti gli altri martiri.Per una volta questa Chiesa saprà cosa vuol dire coerenza?

Max

Anonimo ha detto...

Max fa delle osservazioni sacrosante. Tuttavia è bene che non si meravigli più di tanto; ormai da parecchio tempo la Chiesa soffre di "**** cronica" quando deve (malamente come al solito) gestire le tensioni (persecuzioni, violenze, aggressioni, insulti, ferimenti, ammazzameti)provenienti dal mondo islamico. Le gerarchie ed in particolare i vertici episcopali italiani hanno smesso da un pezzo di opporsi "pacificamente" ai nemici della fede; è troppo pericoloso e fastidioso; per loro va meglio il quieto vivere e la sottomissione paurosa all'Islam. Poi ce ci scappa, come succede frequentemente, qualche "martire" tra i cristiani "in prima linea" i capi delle posizioni arretrate gli fanno un bel funerale (in Italia però, non nei paesi di missione) e dopo qualche anno iniziano un processo di beatificazione. Così pensano di "mettersi in pace la coscienza" e di "disporre" di nuovi martire da "esibire" al mondo, come testimonianza della fede cattolica
Non ci siamo proprio!

Anonimo ha detto...

"La prudenza è una delle quattro virtù cardinali della morale occidentale, sin dall'antichità romana. La prudenza è la virtù che dispone l'intelletto all'analisi accorta e circostanziata del mondo reale circostante e esorta la ragione a discernere in ogni circostanza il nostro vero bene, scegliendo i mezzi adeguati per compierlo. La prudenza è la « retta norma dell'azione », scrive San Tommaso D'Aquino sulla scia di Aristotele. Essa NON SI CONFONDE CON LA TIMIDEZZA O LA PAURA, né con la doppiezza o la dissimulazione. È detta « auriga virtutum – cocchiere delle virtù »: essa dirige le altre virtù indicando loro regola e misura. È la prudenza che guida immediatamente il giudizio di coscienza. L'uomo prudente decide e ordina la propria condotta seguendo questo giudizio. Grazie alla virtù della prudenza applichiamo i principi morali ai casi particolari senza sbagliare e superiamo i dubbi sul bene da compiere e sul male da evitare."

Questo il Papa fortunatamente lo sa!

Poi ci sono quelli che non lo sanno e non lo vogliono sapere!

Anonimo ha detto...

In ultimo ma mi preme dirlo.

Perchè tra quel che dice il Papa e quel che dicono i giornali o "fonti interne", si guarda a questi ultimi e non al Papa?

Che fine ha fatto quello "strabismo" che doveva farci guardare solo al Papa?

Anonimo ha detto...

Se nella prudenza vi si include anche "la falsa testimonianza" proibita dal decalogo anche ai capi, allora "vada" per la prudenza.
Propongo l'eliminazione di un comandamento dal decaologo (non dire falsa testimonianza); tanto non serve, anzi risulta sbagliato, perché per alcuni "soloni al di sopra della Legge" la prudenza deve prevalere comunque sulla verità anche tra i predicatori del Vangelo. Strane teorie; anche queste "varianti inedite" concorrono a spiegare l'allontanamento dalla fede.
La Chiesa prosegua pure così: di fedeli ne raccoglierà sempre meno!

Anonimo ha detto...

il vaticano sa anche che:giusto l'altro ieri il marocco ha espulso 28 cristiani, solo perché cristiani e i loro colleghi non volevano lavorare con loro. Sa che in iraq sono passati da quasi un milione e mezzo a qualche centinaia di migliaia, sa acnhe che in egitto moubarak ha ripreso di fatti le pre-persecuzioni, rendendo di fatto la vita impossibile ai copti. Sanno che nelle provincie islamiche del pakistan, un padre cristiano è stato bruciato davanti a moglie e figlia, e quando queste sono andate alla polizia(islamica)le hanno violentate. idem per le vignette su Gesù, la popolazione araba voleva picchiare i cristiani, sono andati dalle autorità, la polizia ha arrestato i cristiani. Soprattutto sa che Erdogan quest'anno ha vinto il premio come miglior combattente dell'islam, sa che erdogan disse:i nostri emigranti sono i nostri soldati, le moschee le nostre basi, i minareti i nostri fucili in europa. Sa che a cipro sono distrutte e saccheggiate tutte le chiese della zona turca.

Romae consulitur, sagantum expugnatur. Quanta pazienza ci vuole ancora? Ma vi provate a mettere nei panni di questi nostri fratelli, i cui vicini hanno diritto di fargli le peggiori violenze, e se vanno dalla polizia è anora peggio? Provate a immaginare solo un minuto in che clima di paura e terrore vivono. E per che cosa? per la fede in una chiesa che li lascia soli? che gli dice ci vuole pazienza?sempre per rimanere a Roma: Quo usque tandem Catilina abutere patientiae nostrae?

Non dico che il Vaticano debba dire armiamoci conro i musulmani ci mancherebbe, non dico neanche domandare reciprocità, non dico neanche dire che come noi lasciamo costruire moschee almeno non distruggete le chiese che già ci sono.Ma dire di un vescovo ucciso per la sua fede,che é stato un incidente, e soprattutto la cosa che mi fa SCHIFO, e che adesso in Turchia stanno dicendo che era omosessuale, voleva violentare l'autista, allora lui si è difeso.
Non solo martire, ma anche la peggiore infamia, e nessuno a Roma,che si preoccupi di difendere la sua dignità, la sua memoria?Ma ci rendiamo conto? Loro nei salotti,da cui Cristo li caccerebbe col flagello, a regalare appartamenti a destra e a manca e ai sacerdoti che moiono per il vangelo, neanche una difesa per la sua memoria.Ma cos'é il Vaticano?

Max

Il papa è il mio padre spirituale ha detto...

Rendiamoci conto che c'è chi vuole cavalcare l'onda per lo scontro di civiltà e per andar contro la Turchia, con l'unico risultato di far fuggire o eliminare sempre più cristiani, come sta avvenendo in Iraq, in Afganistan...
>Chi vuole queste fratture non si interessa di certo dei popoli e dei veri diritti, ma vuol far uso politico e di guerra di questioni religiose.
>Ben fa la Santa Sede a non cader nel trabocchetto.

NB. D'altra parte, a chi giova oggi questo omicidio? Non di certo alla Turchia!!!
Gli stessi che hanno provocato le guerre attuali chiedono insistentemente che l'omicidio del prelato venga visto in qualità di atto contro la religione.

Anonimo ha detto...

Che giova alla turchia?qual é la differenza fra l'occupazione palestinese da parte d'Israele e quella di Cipro da prte della Turchia? Perché si parla sempre di una emai dell'altra,con l'aggravante ch Cipro fa parte della Comunità europea. Come sela turchia occupasse lasicilia, distruggesse tuto, deportassse i siciliani in calabria, e nessuno in europa dice ninte, anz si vuolela Turchia in Europa.
Perchè si deve scegliere tra lo scontro di civiltà e l'accettazione supina?Non può esserci il parlar franco esoprattutto il rispetto del diritto?Esiste un limite(guerra omicidio, scegliete voi)che una volta commesso si possa reagire ,anche semplicemente con una nota,o si deve accettare proprio tutto sennò c'é lo scontro di civiltà?
2000 anni che la chiesa ortodossa é in turchia,non ha ancora uno statuto giuridico a tutti gli effetti,ci vuole ancora prudenza?nel 3015 facciamo una nota di protesta ok?

Max

Il papa è il mio padre spirituale ha detto...

Soprattutto in questi giorni in cui si vuol dar addosso alla Turchia, ben si fa a non rinfocolare gli animi ma fare come fece Pio XII, aiutare senza urlare, per evitare un male maggiore

Anonimo ha detto...

Mi pare che il Papa dopo Ratisbona pensa non sia produttivo lo scontro frontale e cerchi altre strade, anche perché Obama si preoccupa solo dell'Iran e non certo dei cristiani che spariscono.Però l'accusa che mons. Padovese abbia violentato l'autista è da chiarire subito e una volta per tutte. Eufemia