lunedì 7 giugno 2010
Omelia di Mons. Franceschini ai funerali di Mons. Luigi Padovese: la fedelta’ al Vangelo, in certe situazioni, può essere pagata con il sangue
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Precisazione importante: non si confonda il documento di base del Sinodo con le posizioni della Santa Sede!
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Appello del Papa: basta spargimento sangue, basta guerre (Apcom)
Il Papa consegna l'Instrumentum laboris: "Prego che i lavori dell’Assemblea Speciale aiutino a volgere l’attenzione della comunità internazionale sulla condizione di quei cristiani in Medio Oriente, che soffrono a causa della loro fede, affinché si possano trovare soluzioni giuste e durature ai conflitti che causano così tante sofferenze. In merito a questa grave questione, ripeto il mio appello personale per uno sforzo internazionale urgente e concertato al fine di risolvere le tensioni che continuano nel Medio Oriente, specie in Terra Santa, prima che tali conflitti conducano a uno spargimento maggiore di sangue"
Sintesi dell'Instrumentum laboris del Sinodo per il Medio Oriente (Radio Vaticana)
Il Papa: stop bagno sangue in Medio Oriente. I diritti dei cristiani siano rispettati (Ansa)
Il Papa invita ad "abbattere le barriere", a dire no a "egoismo, avidità e sfiducia verso gli altri"
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VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE A CIPRO (4 - 6 GIUGNO 2010): LO SPECIALE DEL BLOG
Riceviamo e con grande piacere pubblichiamo il testo dell'omelia funebre per Mons. Padovese.
Omelia pronuncıata da Mons. Ruggero Franceschini
Arcivescovo Metropolita dı Smyrne ai funerali di Mons. Luigi Padovese
Non abbiate paura!
La tragica notizia della morte violenta di Mons. Luigi Padovese ci ha lasciati sgomenti, incapaci di capire come potesse essere accaduta una cosa cosı’orribile, soprattutto nei confronti di un Uomo di Chiesa, un Vescovo molto amico dei Turchi e della Turchia.
Questa terra si conferma cosı’, ancora una volta, luogo di martirio anche per chi la amava tanto.
Il Vescovo Luigi Padovese e’ stato definito “una persona perbene”, e tale era in realta’.
Profondamente impegnato negli studi riguardanti la prima Chiesa, in particolare il periodo patristico; conosceva perfettamente ed amava con passione questi luoghi, dove la Chiesa ha mosso i primi passi, celebrato i primi concili, e dove si e’ data una prima determinante struttura teologica.
Ben piu’ della terra amava questo popolo.
In spirito di collaborazione con le autorita’ locali; ancora il giorno prima di morire si era incontrato con loro per parlare delle minoranze religiose (di nazionalita’ turca) e trovare modi di collaborazione per il bene comune.
La memoria di p. Luigi non avrebbe bisogno di essere esaltata con un elenco di opere buone; ma per amore di verita’ e di giustizia, ci piace ricordare alla Chiesa di Turchia e agli amici non-cristiani alcune delle cose che ha potuto operare, nell’ambito della carita’ e della cultura, nel breve periodo del suo ministero come Vescovo in Anatolia. Dalle cose piu’ semplici fino all’impegnativa organizzazione dei Simposi, degli incontri e dei convegni di studio.
Tra le cose piu’ significative:
-la condivisione del cibo con gli amici musulmani durante le reciproche feste
-la creazione di un servizio di distribuzione a domicilio di generi alimentari ad oltre 70 famiglie in difficolta’ (di cui una sola cristiana)
-il personale stesso della casa del Vescovo (oltre 10 lavoratori) e’ composto in maggioranza da persone di religione islamica
-la simpatia verso la cultura islamica confermata anche dagli ottimi rapporti con il müftü di Iskenderun
-delle buone relazioni con le autorita’ civili e’ quasi superfluo parlare, basta vederle qui oggi, amici tra amici, a condividere lo stesso dolore
-a tutti era nota la sua profonda amicizia con sua santita’ il Patriarca Bartolomeo e tutti i fratelli ortodossi, oggi qui rappresentati dai loro pastori.
un ringraziamento particolare e sincero al metropolita siriaco di Adyaman mons. Gregorios Melki Ürek.
E ancora.
La carita’ del vescovo Luigi si allargava al mondo della sofferenza, negli eventi sraordinari come nella vita quotidiana.
-Ricordiamo gli aiuti profusi alla popolazione durante le alluvioni qui Iskenderun e a Batman.
-L’aiuto costante e generoso alle persone colpite dalla malattia.
-Il contributo determinante per la canalizzazione dell’acqua in alcuni villaggi isolati.
E ancora potrei continuare. Voglio solo aggiungere che tutto questo mons. Luigi l’ha fatto senza aspettarsi nulla in cambio, nessun tornaconto, nessun rientro di immagine, nessuna propaganda religiosa, solo carita’ cristiana, cosı’ come insegna il Vangelo.
Detto questo. L’aspetto piu’ noto di mons. Padovese era senz’altro quello dello studioso, difficile ricordare qui tutti i titoli e gli incarichi accademici, addirittura impossibile elencare le pubblicazioni scientifiche, basti menzionare le preziose guide per i pellegrini cristiani in Turchia e naturalmente gli studi sulla teologia dei padri della Chiesa vissuti in questa terra.
Un capitolo a parte meriterebbero i Simposi Culturali, organizzati ad altissimo livello a Iskenderun, Antakya, Tarso ed Efeso, fin dal 1990; l’ultimo e’ stato sospeso proprio per la sua morte.
Questo, cari fratelli, il vescovo che il Signore ci aveva donato, questo l’amico che tutti abbiamo perso.
A noi cristiani, in modo particolare, questa sua morte ricorda come la fedelta’ al Vangelo, in certe situazioni, possa essere pagata con il sangue.
In una delle sue ultime lettere a voi, cristiani di questo Vicariato Apostolico, mons. Luigi scriveva: “vivere con voi e in mezzo a voi per me e’ stata una grazia”; purtroppo non ha avuto la possibilita’ di vivere in questa terra tanto a lungo quanto me.
Lui conosceva bene i Padri di questa Chiesa, io, in tutta umilta’ posso dire di aver conosciuto e amato i figli di questa Chiesa e di questa terra; e da Padre, fratello e amico, pieno di dolore ma con forza, ricordando il venerato santo padre Giovanni Paolo II, dico a voi, a tutti voi: non abbiate paura!
Non perdetevi di coraggio, siate lieti, come gli Apostoli, di vivere nella sofferenza e nella prova, senza venir meno alla vostra fede, che e’ il motivo della nostra speranza, che e’ il fondamento della nostra gioia.
Si, cari fratelli, gioia!
Perche’ nessuno riuscira’ a spegnere questa fiaccola, poiche’ essa e’ sostenuta non solo dai tanti martiri e santi di questi luoghi, dalla Vergine Santissima patrona di questa comunita’, ma da oggi, ne sono certo, da un angelo in piu’ presso il trono di Dio: il vostro, il nostro vescovo Luigi.
Auguriamo a lui, frate di san Francesco, sacerdote del Dio altissimo e Vescovo della Santa Chiesa, di riposare in pace accanto al suo Signore.
Con lui, anche noi qui continueremo a pregare perche’ su questo Medio Oriente il cielo torni ad essere piu’ sereno, e i cuori ritrovino la strada della pace, per una coesistenza armoniosa nella collaborazione per il bene comune.
Prima di concludere questo mio saluto di commiato a mons. Luigi Padovese vorrei ringraziare tutti coloro che in questi giorni hanno voluto manifestarci la loro vicinanza.
In primis, naturalmente, il Santo Padre Benedetto XVI, di cui ascolteremo il messaggio affidato a S.E. mons. Antonio Lucibello, Nunzio Apostolico in Turchia.
Il giorno stesso dell’uccisione di mons. Padovese, nella sua terra d’origine, a Milano, durante la messa del Corpus Domini, S.Em. il Cardinale Dionigi Tettamanzi, concludeva la celebrazione con una splendida preghiera.
Voglio condividere con voi un brano particolarmente toccante:
Signore Gesù,
Figlio dell’Eterno e Figlio dell’Uomo,
non smettere mai di invitare anche noi e di accoglierci
a questo stupendo banchetto di amicizia,
perché la nostra vita di ogni giorno,
le incombenze del ministero,
le parole da dire,
i servizi da offrire,
e anche i tratti opachi della nostra umanità
siano porta e non muro
per i nostri fratelli:
porta che li introduca all’incontro con te,
e alla bellezza del tuo mistero,
e non muro che ti nasconda e ti allontani dalla loro vista.
“Porta e non muro” è stata la vita di mons. Padovese,
spesso sotto scorta eppure così libera
di annunciare il Vangelo in terra arida;
“porta e non muro” la Chiesa che egli ha voluto,
piccolo gregge aperto all’amicizia delle genti;
“porta e non muro” per accogliere fino alla fine,
come te Signore Gesù,
le lacerazioni che abitano il cuore dei popoli e degli uomini,
anche di colui che ha follemente levato la sua mano
e per il quale egli continua ad essere “fratello” e “padre”.
Invito voi, cari fratelli e sorelle, suoi piu’ stretti collaboratori in questo Vicariato Apostolico, invito tutta la Chiesa di Turchia e tutti gli uomini e le donne di buona volonta’ a credere con tutte le forze a questo sogno di pace, che potremo realizzare solo col perdono vicendevole, con la preghiera e col sacrificio.
Che padre Luigi ci aiuti e ci protegga dal cielo!
Amen!
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