domenica 4 luglio 2010

Benedetto XVI a Sulmona: «Una giornata storica». È la prima volta di un Papa. L’attesa della città (Muolo)


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Il Papa: "Il silenzio diventa l'elemento che caratterizza il suo vivere quotidiano. Ed è proprio nel silenzio esteriore, ma soprattutto in quello interiore, che egli riesce a percepire la voce di Dio, capace di orientare la sua vita. C’è qui un primo aspetto importante per noi: viviamo in una società in cui ogni spazio, ogni momento sembra debba essere “riempito” da iniziative, da attività, da suoni; spesso non c’è il tempo neppure per ascoltare e per dialogare. Cari fratelli e sorelle! Non abbiamo paura di fare silenzio fuori e dentro di noi, se vogliamo essere capaci non solo di percepire la voce di Dio, ma anche quella di chi ci sta accanto, degli altri" (Omelia)

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Benedetto XVI a Sulmona

«Una giornata storica»

È la prima volta di un Papa. L’attesa della città

DAL NOSTRO INVIATO A SULMONA

MIMMO MUOLO

È una città in bianco e giallo, quella che oggi accoglie il Papa. Non solo per le bandiere e i megaposter con i colori vaticani che tappezzano strade, case e palazzi, ma anche per l’originale iniziativa dei commercianti che hanno voluto «dipingere » delle medesime tinte anche le loro vetrine. Magliette e cappellini, indumenti sportivi e vestiti per i bimbi. Borse e scarpe.
Il bianco e il giallo predominano su tutto. E naturalmente non potevano mancare i confetti, il prodotto tipico locale. Ne è stato creato uno proprio per Benedetto XVI. Che ora fa bella mostra di sé in tutti i negozi specializzati.
Così Sulmona ha vissuto ieri il suo «sabato del villaggio», l’ultima giornata di un’attesa che dura praticamente da 2000 anni. Mai un Papa regnante era stato in questo centro ai piedi del Monte Morrone. Celestino V (per i cui 800 anni dalla nascita il Pontefice giunge fin qui), aveva sì vissuto a lungo proprio su quel monte che domina il panorama di piazza Garibaldi (dove stamani papa Ratzinger celebrerà la Messa e dove ieri pomeriggio è stata fatta una sorta di «prova generale » con la Messa alla presenza dell’urna con le spoglie del santo in questi giorni ospitate in città), ma prima dell’elezione al soglio pontificio.
In tempi più recenti, poi, Giovanni Paolo II era stato nel territorio della diocesi, ma in forma strettamente privata. Si comprende dunque che non è improprio, per i sulmonesi, parlare di avvenimento storico.
Ieri lo ha fatto, per tutti, il sindaco, Fabio Federico. «Per la nostra città è un segno di speranza, dopo le ferite del terremoto, i problemi endemici del territorio e la crisi economica. Noi davvero guardiamo all’arrivo del Santo Padre come a un’occasione per ripartire, per tornare a progettare il futuro. Un’occasione che Sulmona e, penso di poter dire, tutto l’Abruzzo non vogliono assolutamente perdere».
La macchina organizzativa sembra all’altezza delle intenzioni. Nell’aria c’è odore di asfalto appena rifatto e rumore di operai al lavoro fino a sera per finire di montare le strutture dell’accoglienza. I numeri parlano chiaro: 30-40mila presenze attese per oggi, 280 sacerdoti concelebranti, coro di 300 elementi e orchestra di 40 musicisti per animare la Messa.
E ancora: 16 aree-parcheggio, 17 bus-navetta tra i parcheggi e il centro chiuso al traffico, 7 megaschermi, 500 volontari della Protezione civile e 350 uomini delle forze dell’ordine. Una task force pronta a garantire il regolare svolgimento della visita. Visita che durerà in tutto poco più di 10 ore, ma con un programma che consentirà in pratica al Papa di incontrare tutte le categorie sociali della diocesi.
La gente nelle strade e alla Messa di piazza Garibaldi (ore 10), i vescovi abruzzesi a pranzo, una delegazione di agenti di custodia e detenuti del carcere di Sulmona nel Centro pastorale diocesano, i giovani in Cattedrale (nel pomeriggio). Il Papa inoltre benedirà gli ammalati dell’ospedale, fermandovisi brevemente con la papamobile, e inaugurerà la Casa Sacerdotale per i preti anziani e ma-lati, a lui intitolata. Nella cripta della Cattedrale, infine, venererà le reliquie di san Pietro Celestino, presenti in mattinata sul palco durante la Messa. Un atto di omaggio verso il «festeggiato» che non poteva assolutamente mancare.

© Copyright Avvenire, 4 luglio 2010

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