lunedì 26 luglio 2010

I Santi Anna e Gioacchino nel pensiero del Papa: i nonni tornino ad essere presenza viva nella famiglia, nella Chiesa e nella società (R.V.)


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I Santi Anna e Gioacchino nel pensiero del Papa: i nonni tornino ad essere presenza viva nella famiglia, nella Chiesa e nella società

La Chiesa celebra oggi la festa dei genitori della Vergine, i Santi Anna e Gioacchino, i nonni di Gesù. Negli anni passati, questa loro straordinaria esperienza di maternità e paternità ha suggerito a Benedetto XVI una serie di riflessioni sulla condizione dei nonni oggi, in un’epoca culturale che tende ad emarginare la terza età, vendendola nell’ottica del declino piuttosto che di una maturità preziosa da spendere per la famiglia e la società. Nel suo servizio, Alessandro De Carolis ricorda alcune delle affermazioni del Papa su questo tema:

Vecchi, cioè un peso. Tranne qualche eccezione, improduttivi. Per la loro salute malferma, troppo costosi per le casse pubbliche. Quasi tutti vittime inermi del gap tecnologico tra loro e un progresso che si aggiorna ormai di ora in ora e dunque tagliati fuori dal modo in cui il mondo oggi si muove, parla, comprende. Sono queste alcune delle immagini – espresse peraltro in modo benevolo – con le quali un attuale e diffuso sentire comune etichetta gli anziani: un sentimento impietoso e molto più radicato e umiliante delle piccole oasi di rispetto verso la terza età che talvolta trapelano da qualche isolata intervista o qualche pubblica presa di posizione. Non così la Chiesa che invece, affermò in particolare due anni fa Benedetto XVI, “ha sempre avuto nei riguardi dei nonni un’attenzione particolare, riconoscendo loro una grande ricchezza sotto il profilo umano e sociale, come pure sotto quello religioso e spirituale”.

“In passato i nonni avevano un ruolo importante nella vita e nella crescita della famiglia. Anche quando l’età avanzava, essi continuavano ad essere presenti con i loro figli, con i nipoti e magari i pronipoti, dando viva testimonianza di premura, di sacrificio e di un quotidiano donarsi senza riserve. Erano testimoni di una storia personale e comunitaria che continuava a vivere nei loro ricordi e nella loro saggezza”. (Discorso alla plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia, 5 aprile 2008)

Quell’epoca è purtroppo tramontata, osservò ancora il Papa, perché “l’evoluzione economica e sociale ha portato profonde trasformazioni nella vita delle famiglie”. Da più parti, “sembra purtroppo avanzare la ‘cultura della morte’, che insidia anche la stagione della terza età”, e con insistenza si giunge persino a proporre l’eutanasia come soluzione per risolvere certe situazioni difficili. In questo scenario fatto di squarci desolanti:

“Gli anziani, tra cui molti nonni, si sono trovati in una sorta di ‘zona di parcheggio’: alcuni si accorgono di essere un peso in famiglia e preferiscono vivere soli o in case di riposo, con tutte le conseguenze che queste scelte comportano”. (Discorso alla plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia, 5 aprile 2008)

E qui, prepotente almeno per i cristiani, risplende o lo dovrebbe l’icona per eccellenza: quella di Anna e Gioacchino che, in qualsiasi interpretazioni artistica li ritragga, appaiono mentre circondano amorevolmente la loro piccola Maria. Non è difficile allora immaginarli circondare con lo stesso amore il “nipotino” Gesù, svolgendo quel ruolo in parte dimenticato da una società ubriacata dal mito dell’eterna efficienza, che con leggerezza lascia che un bambino preferisca la compagnia di un pc a quella di un nonno:

“Il compito educativo dei nonni è sempre molto importante, e ancora di più lo diventa quando, per diverse ragioni, i genitori non sono in grado di assicurare un’adeguata presenza accanto ai figli, nell’età della crescita”. (Angelus, 26 luglio 2009)

I nonni che sono nella stanza principale di una casa e non in quella dimenticata di un ospizio sono il segno di una società che non si è ancora disumanizzata. "Mai, per nessuna ragione – ha affermato Benedetto XVI – i nonni siano esclusi dall’ambito familiare. Essi sono un tesoro che non possiamo strappare alle nuove generazioni, soprattutto quando danno testimonianza di fede”:

“Ritornino i nonni ad essere presenza viva nella famiglia, nella Chiesa e nella società. Per quanto riguarda la famiglia, i nonni continuino ad essere testimoni di unità, di valori fondati sulla fedeltà ad un unico amore che genera la fede e la gioia di vivere (…) Di fronte alla crisi della famiglia non si potrebbe forse proprio ripartire dalla presenza e dalla testimonianza di coloro – i nonni – che hanno una maggiore robustezza di valori e di progetti? Non si può, infatti, progettare il futuro senza rifarsi ad un passato carico di esperienze significative e di punti di riferimento spirituale e morale.”. (Discorso alla plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia, 5 aprile 2008)

L’anno scorso, il 26 luglio era domenica e il Papa si trovava a Les Combes, in Valle d’Aosta. Questo fu il saluto con il quale concluse l’Angelus davanti ai valligiani:

“Affido alla protezione di Sant’Anna e San Gioacchino tutti i nonni del mondo, indirizzando ad essi una speciale benedizione. La Vergine Maria, che – secondo una bella iconografia – imparò a leggere le Sacre Scritture sulle ginocchia della madre Anna, li aiuti ad alimentare sempre la fede e la speranza alle fonti della Parola di Dio”. (Angelus, 26 luglio 2009)

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1 commento:

Anonimo ha detto...

Parole sante, da meditare, ora che solo il corpo giovane e "bello" è dgn d icura e di attenzione, senza pensare che la bellezza vera aumenta con l'età e ch lo spirito puro non invecchia mai