sabato 24 luglio 2010

Il Vicariato: i veri preti non hanno vite parallele il caso (Cardinale)


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Iannuzzi sulla nota del Vicariato: la coerenza cristiana è affermare la verità di ciò che si è incontrato e attenersi alla forma vocazionale scelta

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Preti gay, vicariato: chi lo è venga allo scoperto. Nessuno li constringe a rimanere sacerdoti sfruttandone i benefici

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«Sacerdoti e alti prelati nei locali per gay della Capitale». Arcigay Roma: fenomeno in calo, ma i sacerdoti omosex alle feste sarebbero una decina

Donohue (Catholic League) sul Washington Post: Il più grande problema tra i sacerdoti è l'omosessualità. Statisticamente più dell'80% degli abusi sessuali sono commessi su ragazzi puberi

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Le notti brave dei preti gay, inchiesta shock di Panorama. Non ben precisate "fonti vaticane" minimizzano (sbagliando!)

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La doppia vita dei preti gay raccontata da Panorama: l'inchiesta, le reazioni, gli articoli
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Il Vicariato: i veri preti non hanno vite parallele il caso

Reportage scandalistico di un settimanale sul mondo gay, nota della diocesi di Roma: «Vengano allo scoperto»

DA ROMA GIANNI CARDINALE

Un’operazione 'giornalistica' ordita per creare «scandalo», «diffamare tutti i sacerdoti» e «screditare la Chiesa». Il Vicariato di Roma, esprimendo «dolore e sconcerto » per i fatti raccontati, ha reso pubblica ieri una nota molto severa nei confronti della storia messa in copertina dal settimanale Panorama, edito da Mondadori, ieri in edicola.
La rivista, spiega la nota, «pubblica un lungo articolo dal titolo “Le notti brave dei preti gay”». «L’estensore del servizio – continua – afferma di aver frequentato alcuni sacerdoti gay e di aver documentato i loro comportamenti con una telecamera nascosta.
La finalità dell’articolo è evidente: creare lo scandalo, diffamare tutti i sacerdoti, sulla base della dichiarazione di uno degli intervistati secondo il quale 'il 98 per cento dei sacerdoti che conosce è omosessuale', screditare la Chiesa; e – per altro verso – fare pressione contro quella parte della Chiesa da loro definita 'intransigente, che si sforza di non guardare la realtà' dei preti omosessuali».
«I fatti raccontati – afferma la nota del Vicariato – non possono non suscitare dolore e sconcerto nella comunità ecclesiale di Roma, che conosce da vicino i suoi sacerdoti non dalla “doppia vita”, ma con una “vita sola”, felice e gioiosa, coerente alla vocazione, donata a Dio e a servizio della gente, impegnata a vivere e testimoniare il Vangelo e modello di moralità per tutti». «Questi – sottolinea la nota – sono gli oltre 1.300 sacerdoti delle 336 nostre parrocchie, degli oratori, delle molteplici opere di carità, degli istituti di vita consacrata e delle altre realtà ecclesiali operanti nelle università, nel mondo della cultura, negli ospedali e sulle frontiere della povertà e del degrado umano, non solo nella nostra città ma anche in terre lontane e in condizioni assai disagiate». «Chi conosce la Chiesa di Roma – ribadisce il Vicariato – non si ritrova minimamente nel comportamento di costoro dalla “doppia vita”, che non hanno capito che cosa è il “sacerdozio cattolico” e non dovevano diventare preti. Sappiano che nessuno li costringe a rimanere preti, sfruttandone solo i benefici. Coerenza vorrebbe che venissero allo scoperto. Non vogliamo loro del male ma non possiamo accettare che a causa dei loro comportamenti sia infangata la onorabilità di tutti gli altri». Il Vicariato, guidato dal cardinale Agostino Vallini dal giugno 2008, ricorda inoltre che a Roma «vivono anche molte centinaia di altri preti provenienti da tutto il mondo per studiare nelle università, ma che non sono del clero romano né impegnati nella pastorale».
Dinanzi ai fatti raccontati dal periodico – afferma la nota – «aderiamo con convinzione a ciò che il Santo Padre Benedetto XVI ha ripetuto più volte negli ultimi mesi: 'I peccati dei sacerdoti' ci richiamano tutti alla conversione del cuore e della vita e ad essere vigilanti a non 'inquinare la fede e la vita cristiana, intaccando l’integrità della Chiesa, indebolendo la sua capacità di profezia e di testimonianza, appannando la bellezza del suo volto'».
Di «peccati di sacerdoti» Papa Ratzinger aveva parlato nell’omelia pronunciata durante la Messa celebrata in piazza San Pietro a conclusione dell’Anno Sacerdotale l’11 giugno, solennità del Sacro Cuore di Gesù. Mentre sul «danno maggiore » provocato alla Chiesa da «ciò che inquina la fede e la vita cristiana» rispetto alle «persecuzioni», che «malgrado le sofferenze che provocano, non costituiscono il pericolo più grave per la Chiesa», Benedetto XVI aveva riflettuto nell’omelia tenuta nel corso della Messa per la solennità dei santi apostoli Pietro e Paolo celebrata il 29 giugno nella Basilica vaticana.
«Questo Vicariato – conclude la nota – è impegnato a perseguire con rigore, secondo le norme della Chiesa, ogni comportamento indegno della vita sacerdotale ». La nota del Vicariato, pubblicata sul sito diocesano Romasette.it, è stata ripresa dalla Radio Vaticana con un servizio dal titolo «Vicariato di Roma sul servizio scandalistico di Panorama: i preti 'dalla doppia vita' vengano allo scoperto ».

© Copyright Avvenire, 24 luglio 2010

3 commenti:

laura ha detto...

Sempre più drammaticamente realista l'affermazione di Benedetto XVI riguardo al male che c'è dentro la Chiesa e alle persecuzioni e sofferenze provocate da membri della Chiesa stessa

Anonimo ha detto...

Panorama solleva il coperchio di una pentola dove c'è ben altro e ben più di tre preti romani amanti dei festini omosex.

L'omosessualità è abbastanza diffusa tra il clero.
Complice una formazione seminaristica rilassata; ci sono molti seminari dove ognuno entra ed esce quando vuole. Nel seminario minore della mia diocesi vi bazzicano ragazzi di tutte le risme e ragazze vestite in ogtni modo, anche cn minigonne e tacchi a spillo (o per andare nell'ufficio diocesano della pastorale giovanile, o per raggiungere l'ufficio diocesano per i gruppi ecclesiali, o per entrare nell'ufficio della consulta diocesana giovanile).
Ovunque i seminaristi al sabato sera se ne vanno in discoteca; e c'è quello che rimorchia (o si fa rimorchiare) dalla bella pupa e c'è chi, avendo gusti diciamo così differenti, rimorchia o si fa rimorchiare da un bel fusto.

Il problema dei seminari è la disciplina che, rispetto a 50 anni fa è completamente rilasata.

Discorso un po diverso è per i sacerdoti, i quali vivendo di solito a casa propia o comunque essendo "liberi di uscire quando vogliono" vanno dove vogliono e fanno ciò che gli pare.

Stiamo attenti: i frequentatori di feste gay sono una esigua minoranza; la maggior parte dei preti gay cerca l'incontro anonimo, mordi e fuggi, con qualcuno che forse non si rivedrà più.
Le chat gay sono piene o di gente che cerca preti per far sesso o di preti che cercan sesso.

Non c'è diocesi dove non ci sia almeno uno o due preti gay. Nelle diocesi più grandi il fenomeno è più vasto.

Anche per i preti c'è lo stesso problema dei seminaristi: mancanza di disciplina, anche se è certamente molto più difficile "controllare" un prete che vive da solo.

Ognuno si veste come gli pare.
Qualcuno aveva già previsto il "casino" che ne sarebbe venuto fuori per l'abbandono dell'abito ecclesiastico.


Io in passato sono stato assiduo frequentatore dell'ambiente gay che quindi conosco molto bene.

Quando ogni sera entravo in una chat non c'era volta che non vi incontravo qualcuno qualcuno che dichiarava di esser prete.
Qualcuno lo confessava solo dopo ore e ore di "chattata".

Purtroppo l'omosessualità (sempre, anche del padre di famiglia o del fidanato o del prete) è difficilissima da "sgamare". Si è circospetti, si è attenti. E comunque, nelle chat gay ci vanno i gay, per cercare altri gay, quindi l'ambiente chiuso favorisce l'anonimato e la discrezione.

La stragrande maggioranza dei gay non frequenta le feste gay.

Come si può fare per "scovare" preti gay?

C'è un solo modo: andare nelle chat o nei siti gay e fingersi interessati a cercare sesso (o una storia) con un prete. Bisogna essere molto accorti però. Perché con tutto questo clamore fatto da Panorama i preti gay staranno ancora più attenti e diffidenti.

Per finire: smettiamola di definire una "malattia" l'omosessualità. Non lo è, Se fosse una malattia non sarebbe peccato. Se è peccato, e peccato grave, vuol dire che non è una malattia.

Io sarei disponibile ad aiutare i Vescovi nello "scovare" i preti gay, ma come posso fare?
Posso segnalare ai singoli vescovi i nomi di preti gay?
Già fatto, portando anche prove molto concrete.
Quei preti che segnalai però sono sempre al loro posto, e dalle notizie in mio possesso, continuano a fare incontri omosex.

Anche per l'omosessualità tra il clero c'è lo stesso comportamento che si aveva per la pedofilia del clero: temporeggiare, attendere, insabbiare.

M. P.

sam ha detto...

M.P. la tua testimonianza è preziosissima. Grazie!
Spero che tu trovi un Vescovo alla Ratzinger.
Se ti va, ci dici come sei uscito dal giro? Conversione, preghiera e penitenza?
A me il Signore ha regalato la castità come un dono bellissimo e solo all'inizio faticoso. Prima della decisione di sequela radicale, benchè fossi etero e con una vita sessuale appagante, equilibrata e sana secondo le logiche del mondo, non ero per nulla casta, quindi ci credo eccome in questi bei miracoli del Signore!