domenica 8 agosto 2010
«Non c'è posto nelle tv Rai per il film su Matteo Ricci» (Lupi). Beh...non c'è posto nemmeno per Papa Benedetto!
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IL GESUITA MISSIONARIO
«Non c'è posto nelle tv Rai per i film su Matteo Ricci»
Tiziana Lupi
Il regista Gjon Kolndrekaj fa fatica a crederci. E non è il solo. Il suo docufilm Matteo Ricci, un gesuita nel regno del drago, che ripercorre la vita del «pioniere» della cristianità in Cina e che proprio oggi verrà presentato all’Expo di Shangai («dopo più di sessanta altre presentazioni»), ha suscitato l’interesse persino della televisione cinese ma non riesce a trovare un posto nelle reti del servizio pubblico italiano: «Capisco che i dirigenti della Rai abbiano i loro problemi. Ma credo anche che siano stati messi lì per occuparsi della programmazione televisiva, per produrre cultura e conoscenza».
Partiamo dall’inizio. A chi e quando ha proposto il suo docufilm in Rai?
Sei mesi fa. Ho mandato al presidente, al direttore generale e ai direttori di rete il libro e il dvd allegato che, peraltro, è stato coeditato da Rai Eri. Dunque, da loro. Ad oggi non ho avuto alcuna risposta. O, meglio, ne ho ricevute solo di vaghe: «Vediamo, ora non è il momento, magari ne riparliamo a settembre». Prendono tempo perché nessuno ha il coraggio di esporsi, neanche per dirmi: «Grazie, ma non ci interessa». Chissà, forse aspettano di ricevere la telefonata di qualcuno di importante. Io, però, queste cose non le faccio.
Facciamo finta che la stiano ascoltando, quale potrebbe essere la collocazione televisiva ideale per «Matteo Ricci, un gesuita nel regno del drago»?
Dura cinquantotto minuti, sarebbe perfetto per una seconda serata. Su quale rete? Non so, so solo che tutti i miei prodotti (tra cui la serie Viaggi nei luoghi del Sacro e il film Passione di Cristo, ndr) sono stati trasmessi da Raiuno e, poi, hanno fatto il giro del mondo. Stavolta, invece, veniamo accolti con grande entusiasmo in Cina mentre a casa nostra sembrano tutti impegnati a guardare le stelle. Quello che mi stupisce è che non stiamo parlando di una semplice figura ecclesiale ma di un uomo che ha contribuito ad avvicinare l’Occidente alla Cina. Non a caso il governo cinese si è detto disponibile a finanziare la metà delle spese di un vero e proprio film che ora, dopo il documentario, vorrei fare su Matteo Ricci.
E l’altra metà?
Non so dove trovarla. Speravo potesse interessare alla Rai. Ma, se non fanno niente per un docufilm che non devono pagare, figuriamoci se pensano di spendere soldi per il film. Forse non si sono accorti che stiamo parlando di un grande italiano.
Di cui, tra l’altro, quest’anno ricorre il quarto centenario della morte.
Un motivo in più per far conoscere al pubblico televisivo questo personaggio straordinario, scienziato nonché sensibilissimo padre missionario che è stato scelto come testimonial dell’Italia all’Expo di Shangai. Durante la conferenza stampa di presentazione del docufilm che si è svolta lo scorso anno al Festival del Cinema di Venezia, il presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo Dario Viganò, presente alla proiezione insieme al Patriarca di Venezia cardinale Angelo Scola e al Vescovo di Macerata monsignor Claudio Giuliodori, disse: «Speriamo che la Rai si risvegli». La mia speranza è proprio questa.
Intanto c’è la tv cinese.
Già. Vuole programmare il mio docufilm con una serata speciale. Da loro Matteo Ricci è ancora oggi una figura di primissimo piano. Per certi dirigenti Rai invece...
© Copyright Avvenire, 7 agosto 2010
Non dobbiamo sorprenderci. La Rai non ha trovato cinque minuti (cinque!) per ricordare il quinto anniversario di Pontificato di Benedetto XVI, figuriamoci se ne trova cinquantotto per Matteo Ricci!
Sono state, invece, utilizzare piu' di due ore per la puntata di Annozero sui preti pedofili, praticamente senza contraddittorio (ad eccezione dell'ottimo Socci).
Nella stessa settimana e sulla stessa rete, se ricordate, il martedi' e' andata in onda la celebrazione di un Papa ed il giovedi' lo stato di assedio verso un altro.
Misteri della Rai di cui non dobbiamo stupirci.
Chissa' se verra' mai trasmesso il documentario prodotto dalla televisione bavarese...personalmente non ci spero affatto.
Purtroppo non esiste un modo per non pagare il salatissimo canone.
R.
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2 commenti:
Strano, per fiction su mafiosi, brigatisti ecc. hanno posto; per sederi all´aria, per galline ammiccanti ecc. hanno sempre posto...
Il posto si trova se lo si vuole, non è che anche al governo sono cattolici solo quando fa comodo?
Jacu
Buona domenica, Raffa. No, putroppo non c'è soluzione in quanto i furbastri hanno legato la gabella al possesso del televisore. Sono contenta che Avvenire abbia pubblicato la protesta del regista. Peccato non sia successa la stessa cosa per il filmato su Papa Benedetto che aveva preparato il buon De Carli e che fu respinto da papaveroni RAI.
Alessia
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