sabato 7 agosto 2010

Benedetto XVI, tre ore in Abruzzo: «Prego per tutti i terremotati. Bisogna lavorare tutti insieme per la ricostruzione» (Nardecchia)


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Benedetto XVI tre ore in Abruzzo

Visita a sorpresa nella casa del cardinale Sodano: prego per i terremotati

di Enrico Nardecchia

ROCCA DI MEZZO. Un blitz alla Wojtyla. Una fuga in incognito da Castel Gandolfo, proprio alla maniera del suo predecessore. Tre ore a Rocca di Mezzo. Quattro passi con il cardinale Angelo Sodano, che nel centro dell'Altopiano delle Rocche ha una casa estiva, fino al santuario di San Leucio: «C'è aria buona qui, che posto meraviglioso!», dice a chi gli sta accanto. Poi il pensiero agli aquilani: «Prego per tutti i terremotati». E alla ricostruzione: «Bisogna lavorare tutti insieme», confida al sindaco Emilio Nusca. Subito dopo, la merenda con le suore che assistono il decano del collegio cardinalizio nelle sue ferie estive nel «villino Di Paola». Quindi il saluto alla minuscola delegazione (sei persone) che viene ricevuta dal pontefice. Quindi il congedo con la promessa: «Tornerò presto da voi».

TRE ORE. Tre ore di gita in Abruzzo per Benedetto XVI, finora per tre volte in visita ufficiale nella terra di Papa Celestino V (1 settembre 2006 Manoppello, 28 aprile 2009 L'Aquila, 4 luglio 2010 Sulmona).

Una visita privata su invito del decano del collegio dei «prìncipi della Chiesa», al quale ha voluto così confermare la sua vicinanza e amicizia. Un legame rafforzatosi proprio in occasione della bufera che ha trascinato il Vaticano negli attacchi per la questione pedofilia. Non si parla di questo, ovviamente, nelle tre ore di gita in Abruzzo.
Il pontefice, arrivato in gran segreto intorno alle 15, con il segretario particolare Georg Gaenswein e un piccolo seguito, viene ricevuto dal cardinale Sodano che gli mostra il villino che fu donato da monsignor Vittorio Di Paola, prelato di Rocca di Mezzo, al Vicariato di Roma e poi acquisito dal Vaticano. Un villino (danneggiato dal terremoto e classificato con inagibilità di tipo B) che Sodano ha fatto restaurare a tempo di record, per trascorrervi le vacanze già l'anno scorso, come regolarmente avvenuto. Il Papa, che da quest'anno ha rinunciato alle vacanze fuori regione, avrebbe apprezzato la possibilità di trascorrere, in futuro, qualche giorno in questa struttura che potrebbe diventare una sorta di «Castel Gandolfo 2».

IL ROSARIO. Lungo il tragitto (circa 300 metri) che separa la villetta dal santuario di San Leucio, danneggiato dal terremoto tanto che la messa nella solennità del patrono è stata celebrata all'aperto dallo stesso cardinale Sodano, il Papa, camminando a piedi, confida al piccolo seguito che la passeggiata all'ombra dei pini è «il percorso ideale» per recitare il rosario. Benedetto XVI visita la chiesa danneggiata, per la quale auspica un pronto intervento di riparazione per restituire «il prima possibile» questo luogo sacro alla comunità locale.

LA MERENDA. Strudel e tisana, questa la merenda preparata per il Papa di ritorno dalla passeggiata in pineta. Una tavola imbandita nel porticato del villino ospita il breve spuntino. Con lui, le suore e i componenti del seguito per i quali viene preparato il thé verde. Subito dopo il pontefice riceve e saluta una ristretta delegazione di Rocca di Mezzo, capeggiata dal sindaco Emilio Nusca, accompagnato dagli assessori Mauro Di Ciccio, Carmine Magnante, Giancarlo Scoccia e Lucio Benedetti e dal parroco del paese don Vincenzo Catalfo.
«Non abbiamo avuto nemmeno il tempo di preparare un dono», racconta il sindaco Nusca. «Infatti, siamo andati a San Leucio convinti che si trattasse del tradizionale saluto al cardinale, che qui da noi, ormai, è di casa da molti anni. E invece abbiamo trovato il Papa. L'emozione è stata grandissima. Il pontefice ci ha detto che porta nel cuore le vicende di noi terremotati e che prega per la rinascita della città e di tutti i centri danneggiati dal sisma. Ci ha incoraggiato a percorrere la strada della ricostruzione lavorando nell'unità, tutti insieme. Ci ha assicurato il suo sostegno. Il santo padre ha poi regalato a ciascuno di noi una coroncina del rosario promettendoci che tornerà presto a farci visita».

IL SALUTO. Intorno alle 18 il Papa risale in macchina per tornare nella sua residenza estiva di Castel Gandolfo. Tenendo aperto il finestrino dell'auto, per godere ancora dell'aria buona dell'Altopiano delle Rocche, si sporge più volte con la mano per salutare i rocchigiani. Che lo aspettano di nuovo.

© Copyright Il Centro, 7 agosto 2010 consultabile online anche qui.

4 commenti:

laura ha detto...

Troppo simpatico il tutto e poi dicono che non è mediatico!

Anonimo ha detto...

Con il contorno di sua Sanità Angelini e il delendo Sodano solo uno come Ratzinger poteva avere il coraggio di fare merenda.Eufemia

Raffaella ha detto...

:-)

sonny ha detto...

Eufemia sei un mito!