mercoledì 1 settembre 2010

Il Papa accetta le dimissioni di Mons. Marchetto e all'udienza generale spiega il concetto di obbedienza (Izzo)


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PAPA: ACCETTA DIMISSIONI MARCHETTO E SPIEGA OBBEDIENZA

Salvatore Izzo

(AGI) - Castelgandolfo, 1 set.

Benedetto XVI ha accettato oggi le dimissioni di mons. Agostino Marchetto, il segretario del Pontificio Consiglio per la pastorale dei migranti che nei mesi scorsi era stato piu' volte sconfessato dalla Santa Sede per le sue posizioni troppo critiche riguardo alle decisioni assunte da alcuni governi per fronteggiare il problema dell'immigrazione.
E ha dedicato la catechesi dell'Udienza Generale al tema dell'obbedienza nella Chiesa, in particolare da parte di chi ha ricevuto carismi, compreso quello della profezia: una coincidenza assolutamente non voluta ma che consente di capire meglio il pensiero del Papa su quel tema chiave della vita ecclesiale che e' il rapporto tra carisma e autorita' della Chiesa.
"La persona depositaria di doni soprannaturali non se ne vanta mai, non li ostenta e, soprattutto, mostra totale obbedienza all'autorita' ecclesiastica.
Ogni dono distribuito dallo Spirito Santo, infatti, e' destinato all'edificazione della Chiesa, e la Chiesa, attraverso i suoi Pastori, ne riconosce l'autenticita'", ha spiegato il Papa presentando santa Ildegarda di Bingen, una monaca vissuta in Germania nell'XI secolo, il cui prestigio spirituale le valse il titolo di "profetessa teutonica".
Fu Papa Eugenio III, ha ricordato, ad autorizzare la mistica a scrivere le sue visioni e a parlare in pubblico dopo aver letto un testo dettato da Ildegarda. Ella stessa, come superiora delle monache, era poi di esempio in tema di autorita' e obbedienza: "lo stile con cui esercitava il ministero dell'autorita' e' esemplare per ogni comunita' religiosa: esso suscitava una santa emulazione nella pratica del bene, tanto che, come risulta da testimonianze del tempo, la madre e le figlie gareggiavano nello stimarsi e nel servirsi a vicenda". E questo in tempi difficili per la Chiesa che anche allora era "ferita da peccati di sacerdoti e laici".
Il Papa teologo aveva appena concluso la catechesi tenuta nella piazza centrale di Castelgandolfo (il cortile della residenza estiva non era sufficiente a contenere gli oltre cinque mila partecipanti) quando la Sala Stampa della Santa Sede ha dato notizia ufficiale dell'accettazione delle dimissioni di mons. Marchetto precisando che, raggiunti i 70 anni, l'arcivescovo ha chiesto di poter approfittare di una norma che riguarda i nunzi apostolici, i quali, essendo spesso in sedi lontane dal Paese di origine, possono dimettersi con cinque anni di anticipo rispetto ai vescovi diocesani.
Prima di ricoprire l'incarico di numero due del dicastero dei migranti, che lo ha visto protagonista dei polemici attacchi alla politica del Governo italiano e, piu' recentemente di quello francese, mons. Marchetto, infatti, e' stato diplomatico di carriera fino a diventare osservatore permanente della Santa Sede alla Fao.
Proprio giovedi' scorso, l'arcivescovo aveva rilasciato ad una testata francese un'intervista molto critica sulla questione delle espulsioni dei rom, ricordando che il popolo zingaro era stato vittima dell'Olocausto.
Un'agenzia italiana aveva lanciato la notizia confondendo - nella sua traduzione - il tempo passato con il presente e questo aveva scatenato una enorme polemica sui media di tutto il mondo. In merito, tuttavia, dal Vaticano si fa sapere che l'accettazione delle dimissioni non e' legata all'episodio e non puo' essere considerata una decisione "immediata". In ogni caso, l'ex dignitario vaticano
avrebbe dovuto tenere oggi una relazione a Bogota', il cui testo era stato diffuso sabato mattina dal dicastero per i migranti affinche' fosse pubblicato, ma non e' poi partito: dunque l'accettazione delle dimissioni non era ancora stata decisa, o almeno comunicata all'interessato, alla fine della settimana scorsa. Il 21 aprile scorso, le critiche di mons. Marchetto al "pacchetto sicurezza" avevano costretto il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, a precisare che "il Vaticano come tale non ha detto niente sul decreto sicurezza approvato dal governo italiano".
"Ha parlato mons. Marchetto, ma non mi consta che il Vaticano in quanto tale abbia preso posizione", aveva affermato Lombardi. Gia' in febbraio, quando il prelato aveva criticato le ronde, la Santa Sede aveva specificato che si trattava di una sua posizione personale.
Da parte sua, l'arcivescovo volle replicare: "quando un vescovo pensa di aver fatto il suo dovere, non si ferma a raccogliere le pietre che gli buttano dietro". Da parte del Governo, invece, arrivo' l'apprezzamento del ministro della Difesa La Russa: "Siamo lieti della precisazione del Vaticano, che mette in rilievo la differenza tra un giudizio, legittimo, di monsignor Marchetto e quello del Vaticano".
Al III Forum su "Immigrazione e pace" che si tiene a Bogota', l'arcivescovo avrebbe voluto dire che di fronte al complesso problema dell'immigrazione "l'intervento a cui sono chiamate le religioni non e' facile, se non lo si vuole ridurre alla sola denuncia o ad una mediazione".
Esse sono chiamate ad esempio a contrastare "le immagini che presentano i migranti solo come causa di conflitto quando ad essere messi in discussione sono i valori cardine della convivenza, quella costituzione materiale che e' posta alla base del vivere sociale". Da queste situazioni, si legge nel testo preparato dall'ex dignitario vaticano, "la dimensione religiosa non puo' estraniarsi".
Attraverso la Sala Stampa, mons. Marchetto ha fatto sapere che intende d'ora in avanti dedicarsi esclusivamente ai suoi studi di storico della Chiesa e del Concilio Vaticano II. "Credo sia stato ragionevole chiedere di andare in pensione e ringrazio perche' mi è stato concesso", ha affermato infine in una dichiarazione al Servizio Informazione Religiosa.
"Non e' vero che la mia
domanda di dimissioni sia stata 'immediatamente' accolta perche' ho presentato piu' di un anno fa al Papa la richiesta di poter continuare fino al 70esimo anno di eta'", spiega l'ex segretario del Pontificio Consiglio per la pastorale delle migrazioni che elenca nella dichiarazione i motivi della sua richiesta.
"Bisogna tener presente - sottolinea - che sono stato nove anni al Pontificio Consiglio; che i nunzi hanno la facolta' di poter andare in pensione a 70 anni; che sono stato vent'anni in Africa e ho avuto una malattia non indifferente e, anche se sono guarito, mi ha lasciato ancora qualche strascico".
Il presule dunque non ha rimpianti, ma solo auspica che "si ricordi la bonta', la misericordia e la grandezza della Chiesa nell'affrontare le questioni della mobilita' umana, questioni molto dure e importanti. La Chiesa cerca di rispondere, camminare insieme e difendere i diritti umani di queste persone, che vanno di pari passo con i doveri".

© Copyright (AGI)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sul piano della comprensione del fenomeno migratorio, non ne sentiremo la (di Marchetto) mancanza.

Luigi ha detto...

Scusate, forse stiamo dimenticando che la nostra fede ha la propria origine nell’atto con cui Abramo accoglie sotto le querce di Mamre tre stranieri e riconosce in loro il Signore (Gen 18, 1-15). «Il Signore protegge lo straniero» (Sal 146,9), «ama il forestiero e gli dà pane e vestito» (Dt 10,18). «Ogni migrante è una persona umana che, in quanto tale, possiede diritti fondamentali inalienabili che vanno rispettati da tutti e in ogni situazione» (Benedetto XVI, Caritas in veritate, n. 62).
Chi si ricorda, poi, che ospitare i pellegrini è una delle opere di misericordia corporale del catechismo di S.Pio X?
Su questo, del resto, saremo giudicati nell’ultimo giorno: ho avuto fame, ho avuto sete, ero straniero ....(Mt, 25, 31-46). Nei migranti contempliamo l'immagine di Cristo !