sabato 4 settembre 2010
Il Papa incontra Peres: «Si lavori per garantire a tutti serenità e sicurezza» (Giansoldati)
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Il Papa incontra Peres: «Si lavori per garantire a tutti serenità e sicurezza»
di FRANCA GIANSOLDATI
CITTA’ DEL VATICANO
La trattativa in corso a Washington tra israeliani e palestinesi è rimbalzata a Castel Gandolfo dove, ieri mattina, Benedetto XVI ha ricevuto in udienza il presidente israeliano Shimon Peres. Un incontro cordiale, avvenuto senza interprete e durato in tutto ben 40 minuti. Stando al metro dei rigidi protocolli vaticani è stato indubbiamente denso e significativo. Ma soprattutto è servito a Peres a tratteggiare all’ospite il quadro complessivo e il lavorìo diplomatico svolto dal presidente degli Stati Uniti nella speranza di poter raggiungere un accordo di massima tra i due Stati. «Garantire a entrambe le parti in causa il diritto a vivere in sicurezza nonché arrivare al riconoscimento delle due entità statuali» è l’obiettivo ambizioso che Papa Ratzinger ha più volte auspicato. La partita che si sta giocando a Washington riguarda anche il futuro di Gerusalemme. Vista la posta in gioco il leader israeliano era in qualche modo obbligato a fare tappa in Vaticano: Israele sa bene che prima o poi si apriranno le riflessioni su come gestire concretamente i luoghi santi, in che modo garantire l’accesso ai fedeli, indistintamente dal proprio credo. Musulmani, ebrei e cristiani hanno il medesimo diritto ad esercitare la libertà religiosa, fermo restando l’importante annuncio fatto dal Presidente Obama: Gerusalemme sarà capitale israeliana. Cosa non da poco che comporterà ad Israele «fare delle rinunce», come ha fatto capire con recenti dichiarazioni il premier Netanhyau. La Santa Sede, futuro attore in causa, sono decenni che insiste nel dotare Gerusalemme di uno statuto internazionalmente garantito. L’ipotesi che col tempo è finita in un angolo perché ritenuta difficilmente praticabile nella sua interezza, potrebbe tornare utile. Per certe zone sacre - per esempio il Muro Occidentale, la Spianata del Tempio, Il Santo Sepolcro, la Via Dolorosa, il Getsemani, il Cenacolo - diventerebbe necessaria una tutela terza, super partes, garantita a livello internazionale, magari dall’Onu, in grado così di rassicurare tutti.
La missione di Peres a Castel Gandolfo è dunque servita a rafforzare legami e ravvivare già buoni rapporti. La scorsa settimana ad una radio, annunciando l’imminente viaggio a Roma, il presidente israeliano sottolineava (non a caso) che mai come ora i legami con la Santa Sede sono buoni. Significativo il dono portato da Gerusalemme: una Menorah d’argento, alta 30 centimetri, alla cui base è stato inciso: A Benedetto XVI il pastore che cerca di guidarci nei territori della pace e della benedizione.
Prima di ripartire diretto a Cernobbio per il workshop Ambrosetti, non ha mancato di rinnovare un accorato appello alla diplomazia vaticana, di attivare tutti i canali possibili per la liberazione di Shalit, il soldato nelle mani di Hamas da ormai 4 anni.
© Copyright Il Messaggero, 3 settembre 2010
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