mercoledì 15 settembre 2010
Mons. Léonard: «Vogliamo e dobbiamo riconciliarci con il passato» (Marconi)
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Mea culpa della Chiesa belga per gli abusi dei preti pedofili
Il cardinale Léonard auspica un intervento del Papa
di CRISTINA MARCONI
BRUXELLES - «Vogliamo e dobbiamo riconciliarci con il passato».
Così monsignor André-Joseph Léonard ha espresso la linea di massima disponibilità che la Chiesa belga, di cui è guida, intende seguire per andare incontro a chi, in un passato molto remoto o più recente, ha subito abusi sessuali da parte di un membro del clero, cercando di «guarire il dolore» e di riparare il più possibile una situazione «che non si sarebbe mai dovuta verificare». Nel corso di una conferenza stampa a due giorni dalle sconcertanti verità emerse con la pubblicazione del rapporto dello psichiatra infantile Peter Adriaenssens – quasi 500 vittime nel paese, di cui una di appena due anni all’epoca dei fatti, 13 casi di suicidio legati agli abusi, 320 preti coinvolti, di cui 91 ancora in vita – Léonard non ha fornito indicazioni precise sul modo in cui si procederà, limitandosi ad annunciare l’intenzione di creare un “Centro di riconoscimento, guarigione e riconciliazione” per sostituire la Commissione Adriaenssens. Quest’ultima era stata sciolta a fine giugno dopo un’inchiesta giudiziaria scaturita dal sospetto che l’organismo servisse in realtà a insabbiare casi e non, come da mandato, a gestirli con la discrezione richiesta dalle vittime stesse.
Il primate del Belgio, in linea con il rapporto della Commissione, vorrebbe che la Chiesa continuasse ad essere presente per risolvere questa vicenda, che va assumendo proporzioni sempre più inquietanti, e ha suggerito una maggiore collaborazione tra le diverse parti, ossia vittime, arcidiocesi, giustizia e strutture sanitarie. «Abbiamo dato prova di coraggio permettendo alla Commissione di concludere il suo lavoro e lasciandole pubblicare i suoi risultati», ha messo in evidenza Léonard, aggiungendo: «Chiediamo ora tempo e fiducia per sviluppare il nuovo approccio che siamo riusciti a stabilire in collaborazione con le persone coinvolte». Una delle ipotesi suggerite dal rapporto Adriaenssens è la creazione di un “fondo di solidarietà”, finanziato anche da coloro che hanno commesso abusi e volto a pagare terapie e altre cure alle vittime, ma per ora la Chiesa belga prende tempo.
Le risposte date nel corso della conferenza stampa non hanno convinto molti di coloro che da anni denunciano una situazione di omertà. A partire dall’Associazione per i diritti umani nella Chiesa, che riunisce alcune vittime di abusi e che ritiene che «la Giustizia collabori troppo con la Chiesa, una situazione inaccettabile in una democrazia». Proprio ieri si è costituito Eric Dejaeger, un sacerdote belga di 63 anni che, durante una missione tra la popolazione inuit dell’isola canadese di Igloolik in Canada, ha molestato otto bambini. Mentre il caso di Roger Vangheluwe, l’ex vescovo di Bruges che ha ammesso di aver abusato di un suo parente tredicenne per molti anni, è ora nelle mani del Vaticano. «Spetta a Roma e non all’ex vescovo prendere una decisione sul suo destino», ha spiegato Léonard, che ha dichiarato che una lettera di Benedetto XVI ai cattolici del Belgio, sul modello di quanto fatto in Irlanda, sarebbe «la benvenuta».
© Copyright Il Messaggero, 14 settembre 2010
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