mercoledì 20 ottobre 2010

Il Papa: l'esercizio dell'autorità è servizio al bene comune (Sir)

Vedi anche:

Mons. Velasio de Paolis: "Saluto i miei amici Legionari" (Rome Reports)

Cristiani in Medio Oriente, la sfida di un evento reale (Ubaldo Casotto)

Le preoccupazioni del Sinodo circa l'interminabile conflitto israelo-palestinese e la guerra in Iraq (Monteforte)

La solidarietà del Sinodo al popolo palestinese (Peloso)

Roma aspetta in nuovi cardinali: c’è anche il “maestro” di Ratzinger (Rodari)

Nuovi cardinali, nella lista l’ex maestro della Sistina (Tornielli)

Feltri: “Contento per Boffo, ma perché allora lo cacciarono?” (Rodari)

Concistoro, ecco un'ipotetica lista (Tornielli)

Il vescovo anglicano di Fulham ha annunciato le sue dimissioni (Radio Vaticana)

Padri sinodali coraggiosi: chiese del Medio Oriente siano unite e missionarie fino al martirio (Frigerio)

Il relativismo etico ha perso, adesso ricostruiamo l'Europa (Buttiglione)

Don Bresciani: “Leggendo la Lettera ai seminaristi ho avuto la bella sensazione di un Papa che parla quasi a dei figli in un dialogo molto diretto e paterno”

Vita religiosa e secolarizzazione. Riscoprire l'essenziale della vocazione per sottrarsi ai condizionamenti della società (Jean-Louis Bruguès)

Bugnini? Impronunciabile. Meglio chiamarlo Banana (Magister)

Lettera di Benedetto XVI ai seminaristi: i lettori del Wall Street Journal appoggiano il Papa sul tema del celibato (Fazzino)

Sinodo: cristiani e islam, esigere la libertà religiosa, combattere l’estremismo (Samir Khalil Samir)

Voci dal Sinodo: interviste con padre Moussalli, mons. Nazzaro e Marco Impagliazzo della Comunità di Sant'Egidio

Il Card. Martínez Sistach invita Barcellona a prepararsi alla visita papale (Zenit)

Delegazione del Sinodo in Campidoglio per un convegno sulla testimonianza a servizio della pace in Medio Oriente. I vescovi riuniti per i documenti finali (R.V.)

Lettera del Papa ai seminaristi, don Dal Molin: "per una umanità più piena e libera" (Sir)

Pagine ricche di contenuti e di affetto: il commento di mons. Giovanni Tani alla lettera del Papa ai futuri sacerdoti (Radio Vaticana)

Sinodo, Padre Lombardi: "I Cristiani sono vivi e dignitosi" (Sir)

È un testo personale e importante, quello che Benedetto XVI ha inviato ai seminaristi. Parole rivolte anzitutto ai futuri preti ma più in generale ai contemporanei (Vecchi)

Regno Unito, le tre consegne del Papa: dialogo con la politica, annuncio del Vangelo e giovani (Sir Europa)

Cristiani nel Medio Oriente. Schiacciati tra l'islam e Israele (Magister)

Il Papa richiama Boffo. Decisivo, spiegano in Curia, l'intervento di Benedetto XVI (Galeazzi)

Il ricordo del Papa: «Così la mia vocazione resistette al nazismo» (Santamaria)

Luca Sardella (seminarista): il Papa ci è accanto come un padre

I rettori dei Seminari: da Benedetto XVI una Lettera che tocca il cuore (Gambassi)

Nella lettera ai Seminaristi il Papa ha esordito con un ricordo. Come dicendo: anche a voi, ragazzi, diranno che non siete più necessari. Ma non impressionatevi (Corradi)

Conclusa la 46ª Settimana sociale dei cattolici italiani. Un impegno rinnovato per il bene comune (Osservatore Romano)

Sinodo per il Medio Oriente. 'Relatio post disceptationem': la sintesi (Sir)

Si dimette il vescovo anglicano di Fulham. John Broadhurst chiederà d'entrare nella Chiesa cattolica (Osservatore Romano)
____________________________________________________

BENEDETTO XVI: UDIENZA, L’ “ESERCIZIO DELL’AUTORITA’” E’ SERVIZIO AL ”BENE COMUNE”

“L’esercizio dell’autorità, ad ogni livello, dev’essere vissuto come servizio alla giustizia e alla carità, nella costante ricerca del bene comune”. Lo ha detto il Papa, che nella catechesi dell’udienza generale di oggi – cui hanno partecipato circa 22 mila fedeli - ha definito santa Elisabetta d’Ungheria “un vero esempio per tutti coloro che ricoprono ruoli di guida”. Figlia di Andrea II, ricco e potente re d’Ungheria, Elisabetta – ha ricordato Benedetto XVI ripercorrendone la biografia - nacque nel 1207 e fin dall’infanzia “mostrava già particolare attenzione verso i poveri, che aiutava con una buona parola o con un gesto affettuoso”. Andò in sposa a Ludovico IV, ma “nonostante il fatto che il fidanzamento fosse stato deciso per motivi politici, tra i due giovani nacque un amore sincero, animato dalla fede e dal desiderio di compiere la volontà di dio”. “Nella sua profonda sensibilità – ha detto il Papa – Elisabetta vedeva le contraddizioni tra la fede professata e la pratica cristiana”, perché “non sopportava i compromessi”, e “come si comportava davanti a Dio, allo stesso modo si comportava verso i sudditi”. Per questo “Elisabetta divenne oggetto di sommesse critiche, perché il suo modo di comportarsi non corrispondeva alla vita di corte”.
“Il suo fu un matrimonio profondamente felice”, ha proseguito il Santo Padre: “Elisabetta aiutava il coniuge ad elevare le sue qualità umane a livello soprannaturale, ed egli, in cambio, proteggeva la moglie nella sua generosità verso i poveri e nelle sue pratiche religiose”. Quella di Ludovico ed Elisabetta, secondo il Papa, è “una chiara testimonianza di come la fede e l’amore verso Dio e verso il prossimo rafforzino la vita familiare e rendano ancora più profonda l’unione matrimoniale”. Grazie all’”appoggio spirituale” dei rati Minori, che dal 1222 si diffusero in Turingia, Elisabetta sentì “la vicenda della conversione del giovane e ricco mercante Francesco d’Assisi”, e da allora in poi “si entusiasmò ulteriormente nel suo cammino di vita cristiana” e “fu ancora più decisa nel seguire Cristo povero e crocifisso, presente nei poveri”. Poi i te figli, la “dura prova” dell’addio al marito, morto al seguito della crociata dell’imperatore Federico II, l’usurpazione del governo della Turingia da parte del cognato, la cacciata dal castello di Wartburg e la riabilitazione, dopo un anno di peregrinazioni.
All’inizio del 1228, Elisabetta potè finalmente ritirarci nel castello di famiglia a Marburgo, dove “rinunciò alla propria volontà e a tutte le vanità del mondo” e costruì un ospedale, dove “raccolse malati e invalidi e servì alla propria mensa i più miserabili e i più derelitti”. In sintesi, quella di Elisabetta d’Ungheria fu un’”esperienza mistica simile a quella vissuta da san Francesco”, ha osservato il Papa. Elisabetta trascorse gli ultimi tre anni di vita – morì nel 1231 – nell’ospedale da lei fondato, “servendo i malati, vegliando con i moribondi” e cercando di “svolgere i servizi più umili e i lavori più ripugnanti”. “Ella divenne quella che potremmo chiamare una donna consacrata in mezzo al mondo – ha affermato Benedetto XVI – e formò, con altre sue amiche, vestite in abiti grigi, una comunità religiosa”: “non a caso” è patrona del Terzo ordine Regolare di San Francesco e dell’Ordine Francescano Secolare. Le testimonianze sulla sua santità furono “tante e tali” che, solo quattro anni dopo la sua morte, papa Gregorio IX la proclamò santa. “La figura di questa grande santa della carità – l’auspicio finale del Pontefice – ispiri anche a noi un amore intenso verso Dio e verso il prossimo, soprattutto vero i poveri e gli ammalati, verso tutti coloro che hanno bisogno di aiuto materiale e spirituale”.
Il Papa ha terminato la catechesi dell’udienza generale di oggi parlando a braccio. “Santa Elisabetta – le sue parole – ci insegna come la fede, l’amicizia con Cristo, crea il senso della giustizia, dell’uguaglianza di tutti gli uomini, dei diritti degli altri, e crea l’amore, la carità, e da questa carità nasce anche la speranza, la certezza di essere amati da Cristo e che l’amore di Cristo ci aspetta”. “Santa Elisabetta – ha proseguito Benedetto XVI, sempre fuori testo – ci renda capaci di vedere Cristo negli altri, di amare Cristo, di amare la fede e così di trovare la vera giustizia, l’amore e la certezza che un giorno saremo immersi nella gioia, nell’immensità di Dio”.

© Copyright Sir

22mila fedeli per lato della Piazza!
R.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

OT.
Ior: respinta la richiesta di dissequestro.
http://it.reuters.com/article/topNews/idITMIE69J07W20101020

Alberto

Anonimo ha detto...

Per non parlare del SIR a cui scappa di scrivere Dio con la minuscola. Vedi undicesima riga.
Alessia