lunedì 29 novembre 2010

Dio e la grandezza dell'uomo nelle parole di Benedetto XVI (Marco Doldi)

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Nella prima Domenica di Avvento il Papa parla dell’attesa, tempo di viva speranza, e del valore della vita nascente (R.V.)

Card. Ratzinger: "Retrospettivamente appare assai significativo che Paolo VI abbia pubblicato proprio nell’anno fatale del 1968 due grandi documenti, che sono una testimonianza della sua capacità di comprensione e della fermezza della sua azione a partire dalla fede. Vi è innanzitutto la Professione di fede...vi è poi l'enciclica Humanae vitae" (1995)

Il Papa sarà ad Ancona l'11 settembre 2011 (Izzo)

Il Papa concluderà il 25° Congresso Eucaristico che si svolgerà a settembre 2011 ad Ancona (Radio Vaticana)

Il Papa: Avvento, tempo di attesa, come tutta l’esistenza umana (AsiaNews)

Il Papa: L'uomo e' vivo finchè attende, finchè nel suo cuore è viva la speranza (Izzo)

Il Papa: "Si potrebbe dire che l’uomo è vivo finché attende, finché nel suo cuore è viva la speranza. E dalle sue attese l’uomo si riconosce: la nostra "statura" morale e spirituale si può misurare da ciò che attendiamo, da ciò in cui speriamo" (Angelus)

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Erano Tettamanzi, Danneels e Castrillon Hoyos i candidati che Washington considerava «migliori» per diventare Papa (Molinari)

"Eletto Ratzinger, gli americani sono sotto choc". Rivelazione dal rapporto Wikileaks (Molinari)

La Spagna e la nuova evangelizzazione. Conclusa l'assemblea plenaria dell'episcopato (O.R.)

Peter Seewald racconta come è nata l'idea di intervistare il Papa e le ore trascorse con lui (Die Presse)

Il Papa: Ci sono tendenze culturali che cercano di anestetizzare le coscienze con motivazioni pretestuose. Il progresso contribuisca al bene integrale della persona e nessuno patisca soppressione e ingiustizia (Izzo)

Il Papa: "Riguardo all’embrione nel grembo materno, la scienza stessa ne mette in evidenza l’autonomia capace d’interazione con la madre, il coordinamento dei processi biologici, la continuità dello sviluppo, la crescente complessità dell’organismo. Non si tratta di un cumulo di materiale biologico, ma di un nuovo essere vivente, dinamico e meravigliosamente ordinato, un nuovo individuo della specie umana. Così è stato Gesù nel grembo di Maria; così è stato per ognuno di noi, nel grembo della madre" (Omelia)

Il Papa prega davanti al feretro di Manuela Camagni (O.R.)

Le caricature mediatiche sul Papa e la necessità di superare i pregiudizi anche grazie a "Luce del mondo" (Gustavo Olmedo)

Nel libro intervista "Luce del mondo" il Papa si dimostra ancora una volta un gigante fra gli intellettuali europei (ABC)

Il viaggio del Papa in Spagna lunedì alle 23.40 su Raidue a cura del TG2-Rai Vaticano
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Uno di noi

Dio e la grandezza dell'uomo nelle parole di Benedetto XVI

Marco Doldi

“Con tutta la Chiesa vogliamo celebrare solennemente una veglia di preghiera per la vita nascente”.
Sono le parole di Benedetto XVI, pronunciate nella basilica di San Pietro, nei primi Vespri dell’inizio dell’Avvento. Si è aperto un tempo di grazia, che fa memoria della venuta di Dio fra noi. Viene colui che ha creato il mondo, che orienta la storia, che ha cura di noi fino al punto più alto: diventare uomo.
Dio si fa uno di noi per completare l’opera iniziata con la Creazione, direbbe il beato Duns Scoto (sec. XIII) e così rivelare la grandezza della persona umana, chiamata alla filiazione divina. Ci ha resi figli, non senza aver distrutto l’inimicizia, causata dal peccato. Dio non è il concorrente della sua creatura, al contrario, la riempie di sé e della propria vita. La vita umana, che è cosa buona, perché uscita dalle mani del Creatore, diventa eccellente, perché Dio l’ha assunta e l’ha completata. Se ogni uomo creato da Dio porta in sé già i tratti del Figlio di Dio, quando accoglie il dono della grazia pasquale, ne diviene piena immagine. Creazione, Incarnazione e Redenzione sono i grandi momenti, che costituiscono l’uomo nella sua irripetibile grandezza. Non senza dimenticare che a questa grandezza egli è stato predestinato nel Figlio.
Così, credere in Gesù Cristo conduce “ad avere uno sguardo nuovo sull’uomo, uno sguardo di fiducia e di speranza”. Cristo ne rivela autenticamente il volto; si tratta di una Rivelazione accolta e spiegata dalla ragione e dalla fede, da sempre amiche e alleate nel comprendere la verità sull’uomo e sul suo destino. La parola del Vangelo non è diretta solo a chi ha compiuto un esplicito atto di fede: è rivolta ad ogni uomo, perché con ciascuno Cristo è entrato in colloquio. Ogni uomo, come il giovane nel Vangelo, guarda a lui per sapere quale sia il bene vero da compiere in ordine a questa vita e al destino eterno. Il sapere della fede illumina la ragione a comprendere “che l’essere umano – ha detto ancora il Papa – è un soggetto capace di intendere e di volere, autocosciente e libero, irripetibile e insostituibile, vertice di tutte le realtà terrene, che esige di essere riconosciuto come valore in se stesso e merita di essere accolto sempre con rispetto e amore”. Sì la persona umana è al vertice del Creato: questa verità non svaluta le altre creature, ma riconosce la scelta di Dio, che ha voluto donare all’uomo una dimensione in più oltre a quella fisica. L’uomo presenta un’originalità inconfondibile rispetto a tutti gli altri esseri viventi che popolano la terra. “Si presenta come soggetto unico e singolare, dotato di intelligenza e volontà libera, oltre che composto di realtà materiale”. Egli vive simultaneamente e inscindibilmente nella dimensione spirituale e nella dimensione corporea, come ha insegnato il Concilio, è una cosa sola, in quanto a spiritualità e corporeità.
C’è da rimanere stupiti quando qualche filosofo o scienziato riconosce nell’uomo solo una forma biologicamente più evoluta, rispetto agli animali. È una visione, che tende al ribasso, che impoverisce tutti. Frutto di una scelta atea a priori, si rifiuta di cogliere “quel di più” che, paradossalmente, permette anche di negare la propria superiorità!
La Chiesa non cessa di affermarne la grandezza, proprio nel momento in cui annuncia Dio. Così, alza la sua voce per ricordare che il principio del rispetto dell’uomo non ammette eccezioni. “Egli ha il diritto di non essere trattato come un oggetto da possedere o come una cosa che si può manipolare a piacimento, di non essere ridotto a puro strumento a vantaggio di altri e dei loro interessi”.
La persona è un bene in se stessa e occorre cercare sempre il suo sviluppo integrale. L’amore verso tutti, poi, se è sincero, tende spontaneamente a diventare attenzione preferenziale per i più deboli e i più poveri. Su questa linea si colloca la sollecitudine della Chiesa per la vita nascente, la più fragile, la più minacciata dall’egoismo degli adulti e dall’oscuramento delle coscienze.
E le coscienze sono oscurate quando la libertà è affermata come autonomia assoluta di scegliere del destino dell’altro, ad esempio, compiendo l’aborto. Quando si vive nella sfiducia nei confronti della verità e del bene: parlarne sarebbe inutile; quando chi ha in casa una persona diversamente abile o malata è lasciato solo; quando l’educazione è ridotta a informazioni e nulla di più per non invadere la coscienza altrui.
Proprio l’impegno per l’educazione è assunto responsabilmente dalla Chiesa italiana per il prossimo decennio; attraverso questo si fa capillarmente vicina agli uomini e alle donne del nostro tempo, specialmente alle nuove generazioni, perché scoprano quei valori fondamentali per l’esistenza umana, detti non negoziabili, e trovino obiettivi credibili su cui orientare la propria vita.

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