martedì 15 giugno 2010

Il Papa apre, stasera nella Basilica Lateranense, il Convegno diocesano romano su “Eucaristia domenicale e testimonianza della carità” (R.V.)


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Su segnalazione di Alberto leggiamo il seguente, molto ben fatto, articolo. Qui una traduzione dallo spagnolo.

Il Papa apre, stasera nella Basilica Lateranense, il Convegno diocesano romano su “Eucaristia domenicale e testimonianza della carità”

Benedetto XVI parteciperà stasera, alle 19.30 nella Basilica Lateranense, all’apertura del Convegno diocesano romano, che conclude l’anno pastorale. L’evento ecclesiale è incentrato sul tema: “Si aprirono loro gli occhi, lo riconobbero e lo annunziarono. L’Eucaristia domenicale e la testimonianza della carità”. Il Convegno sarà aperto dall’intervento del cardinale vicario Agostino Vallini. Dopo il discorso del Pontefice, il direttore dell’Ufficio Catechistico e Servizio per il Catecumenato del Vicariato, mons. Andrea Lonardo, svolgerà la sintesi delle relazioni delle assemblee parrocchiali. Proprio mons. Lonardo si sofferma sull’importanza di questo Convegno diocesano, al microfono di Federico Piana:

R. – Il Convegno è il momento che vede radunata sempre la Chiesa di Roma a giugno. E' un momento di organizzazione, di riflessione sull’anno passato e sull’anno che comincia, un momento a partire dal quale tutte le realtà lavorano poi già per l’anno che si apre.

D. – Il titolo di quest’anno è: “Si aprirono loro gli occhi, lo riconobbero e lo annunziarono. L’Eucaristia domenicale e la testimonianza della carità". Perché è stato scelto questo tema?

R. – Per ripartire proprio dall’essenziale, questa necessità, in un mondo in cui il cristianesimo sembra morto. Come i discepoli di Emmaus se ne vanno tristi, sembra non esserci più alcuno spazio ormai per Cristo e allora tornano alle proprie case. Invece, c’è proprio la riscoperta del Volto di Cristo, della sua presenza, della sua forza, della sua bellezza. I due temi che sono stati evidenziati, come i primi della verifica per partire con sempre più slancio missionario, sono quelli dell’Eucaristia e della carità, perché ciò che è secondario poi viene da sé, dopo che l’essenziale è stato sempre posto al centro.

D. – E’ un Convegno nel quale si delineeranno anche le prospettive per la Chiesa di Roma. Che prospettive ci saranno, secondo lei?

R. – Non posso anticipare niente, perché bisognerà vedere poi lo svolgimento, quello che dirà il Santo Padre. Quello che si può dire è che dalle parrocchie di sicuro emerge il grande valore dell’Eucaristia. Mi viene in mente che, nella Chiesa antica, l’Eucaristia era un po’ come il culmine della fede, si arrivava all’Eucaristia dopo un lungo cammino. Invece oggi, per certi aspetti, è la soglia. La porta è aperta: c’è un funerale, un Battesimo, la celebrazione di un matrimonio e vengono a volte persone non credenti o persone che da 20 anni non entrano in una chiesa e realmente si trovano dinanzi a qualcosa di grande, se è celebrato veramente con la fede, con lo spirito del Signore. La Chiesa di Roma sente il bisogno di riscoprire questa centralità, questa forza di annunzio dell’Eucaristia. Questo emerge da molte parrocchie: la grande esigenza che c’è in campo educativo di educare di nuovo all’interiorità, alla cura della contemplazione, del mistero di Dio. A volte le persone pensano di trovare la fraternità solo guardandosi tra di loro, invece nell’Eucaristia si accorgono che l’essere inginocchiati al momento della consacrazione li rende realmente un popolo. C’è una presenza più grande che sostiene la fatica della comunione, dell’amore, della carità.

D. – Un annunzio che naturalmente deve coinvolgere anche i giovani laici...

R. – E’ molto interessante notare che la liturgia e la carità hanno il potere di coinvolgere i giovani. Nelle parrocchie più vive, ogni giorno che passa, ogni mese aumenta il numero di giovani, mentre in altre questo non avviene. E allora c’è da fare un discernimento sul perché i giovani sono molto vicini alla liturgia, e non sono per niente lontani, se essa è offerta in tutta la sua vitalità. Lo stesso direi per la carità: dare se stessi, non solo nel parlare del Signore, ma nel donarlo poi dopo averlo incontrato, è qualcosa di veramente decisivo.

D. – Il Convegno si aprirà alle 19.30, questa sera, con il Santo Padre e poi come proseguirà?

R. – L’ascolto delle parole del Santo Padre è il momento più importante, più bello. C’è grande attesa. Tanti vivono il giorno di oggi con la gioia di poter stare con lui, di pregare insieme, di accoglierlo. Poi si tornerà a casa e il secondo giorno saremo tutti riuniti per ascoltare il cardinale Vallini. Traccerò una proposta per il cammino pastorale della diocesi di Roma dell’anno avvenire e il terzo giorno, che è il giovedì, sarà il momento della ricaduta nelle parrocchie, che sono chiamate a riflettere sulla proposta che viene dal Santo Padre e dal cardinale vicario, per rendere già operativo quello che viene proposto, che viene offerto da questi due grandi momenti di relazione.

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