martedì 29 giugno 2010

L’avvocato della Santa Sede dopo la decisione della Corte Suprema Usa: nessuna decisione nel merito del caso, siamo nel giusto (Radio Vaticana)


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L’avvocato della Santa Sede dopo la decisione della Corte Suprema Usa: nessuna decisione nel merito del caso, siamo nel giusto

L’avvocato della Santa Sede negli Stati Uniti, Jeffrey Lena, ha rilasciato un comunicato alla stampa dopo l’annuncio che la Corte Suprema non si esprimerà sull’appello della Santa Sede. Il Vaticano aveva chiesto alla corte federale di fermare una causa in Oregon nella quale si accusa la Santa Sede di aver trasferito un sacerdote, nonostante le accuse di abusi sessuali. Il servizio di Alessandro Gisotti:

La decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti “di non esprimersi sull’istanza” della Santa Sede “non è una dichiarazione sul merito del caso”. E’ quanto sottolinea in una nota l’avvocato Jeffrey Lena aggiungendo che “significativamente” gli Stati Uniti concordano che la Santa Sede è “nel giusto sul merito”. L’effetto della decisione della Corte Suprema, spiega Lena, “è di far sì che la causa ritorni alla Corte distrettuale in Oregon, dove saranno ascoltate le rimanenti difese aggiuntive”. La parte lesa, ricorda l’avvocato americano, “si basa attualmente su una teoria giurisdizionale” secondo la quale “il sacerdote che ha commesso gli abusi era una ‘impiegato’ della Santa Sede”. Ovviamente, spiega il legale della Santa Sede negli Usa, “evidenzieremo alla Corte distrettuale che il prete in questione non è un impiegato della Santa Sede e che perciò la Corte distrettuale non ha giurisdizione sul caso”. “A nostro modo di vedere – prosegue il comunicato – non ci sono indizi di impiego”. La Santa Sede, infatti, “non paga lo stipendio” del sacerdote, “né esercita un controllo quotidiano” su di lui. Non c’è “alcun altro fattore – prosegue Lena – che indichi la presenza di una relazione di lavoro”. Il prete, conclude la nota, fa parte dell’Ordine dei Frati Servi di Maria e “la sua esistenza era sconosciuta alla Santa Sede fino a dopo gli eventi in questione”.

© Copyright Radio Vaticana

Registriamo con grande favore la decisione di Radio Vaticana di riportare la dichiarazione dell'avvocato Lena.
Questo blog non fara' da megafono ad altri legali in cerca di facile sensazionismo.
Questa funzione e' gia' assicurata da giornali, televisioni e agenzie di stampa
.
R.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Molto modestamente penso che sia stata controproducente la scelta dell’avv. Lena di eccepire anche l’immunità del potere sovrano. Questa eccezione era superflua e ha dato l’impressione all’opinione pubblica mondiale che il Vaticano voglia considerarsi legibus solutus anziché esente da colpa nel merito, quale in effetti è.
Banalissima ricerchina:
- ai sensi del Canone 373 le Chiese particolari, “una volta legittimamente erette, godono per il diritto stesso di personalità giuridica;
- Can. 391 - §1. Spetta al Vescovo diocesano governare la Chiesa particolare a lui affidata con potestà legislativa, esecutiva e giudiziaria, a norma del diritto.
- §2. Il Vescovo esercita la potestà legislativa personalmente; esercita la potestà esecutiva sia personalmente sia mediante i Vicari generali o episcopali, a norma del diritto; esercita la potestà giudiziaria sia personalmente sia mediante il Vicario giudiziale e i giudici, a norma del diritto.
- Can. 393 - In tutti i negozi giuridici della diocesi, è il Vescovo diocesano che la rappresenta.
- Can. 399 - §1. Il Vescovo diocesano è tenuto a presentare ogni cinque anni una relazione al Sommo Pontefice sullo stato della diocesi affidatagli, secondo la forma e il tempo stabiliti dalla Sede Apostolica. Quindi ogni 5 anni, non ogni giorno come farebbe un dipendente.
Norme analoghe sono stabilite per gli Istituti religiosi e i relativi Superiori. Quanto in particolare all’Ordine dei Frati Servi, la Provincia Americana risulta costituita nel 1909 sotto la giurisdizione del Vescovo di Boston http://www.servite.org/origins.htm
Persino per le società commerciali ( quale certamente la Chiesa non è !) la Corte Suprema degli Stati Uniti, fin dal 1939 (Pepper v.Litton, 208 US.295,84L.ED) ha enunciato il principio che esiste un gruppo di imprese tale che l’amministratore della controllante possa rispondere civilmente del fatto della controllata quando il rapporto che le lega sia analogo a quello che lega il burattinaio al burattino (a puppet-puppeteer relationship).
Voglio vedere quale giudice avrà il coraggio di affermare che nel caso del rapporto tra Papa e Vescovi sussista una situazione del genere e in che modo un frate di un Ordine munito di personalità giuridica e sottoposto alla supervisione del Vescovo diocesano possa essere considerato “dipendente” della Santa Sede.
Alberto

Raffaella ha detto...

Grazie, Alberto!
Auspico anche io un cambio di rotta.
Non serve invocare l'immunita' (concetto pericoloso perche' richiama l'immunita' penale). Basta dimostrare che il Vaticano non e' il datore di lavoro dei vescovi e, tantomeno, dei preti.
R.

Anonimo ha detto...

Parroco tedesco sospeso per accuse di abusi sessuali e diffamato per mesi sui giornali viene prosciolto dalla procura per inconsistenza delle accuse.
http://www.sanktbenedikt.de/
Alberto

Anonimo ha detto...

Mi chiedo perché nessuno metta in evidenza il fatto che se un sacerdote compie degli atti di pedofilia, lo fa in totale contravvenzione e disprezzo della dottrina sulla sessualità (ovviamente, tra l'altro, rompendo il vincolo della castità). Essendo così è assolutamente insostenibile la responsabilità della Santa Sede. Questa sarebbe ravvisabile solo nel caso in cui la pedofilia fosse in qualche modo "auspicata". Poiché è invece massimamente deprecata ("crimen pessimum") potrebbe, al contrario, essere considerata a sua volta, seppure in maniera diversissima dalle vittime fisiche, anch'essa parte offesa dai preti pedofili. Qualcuno saprebbe approfondire questo concetto?

StefanoG.

sam ha detto...

Però ragazzi, voi che siete esperti di diritto, ricordate che l'immunità è un istituto che nasce come forma per garantire la giustizia, non per negarla. Non facciamoci influenzare troppo dallo spirito del mondo. Se di un istituto se ne può fare un uso distorto, è la distorsione da eliminare, non l'istituto.Non accodiamoci a chi vorrebbe una Chiesa esente da immunità, non ai fini di maggior giustizia, ma per aver campo libero nell'ingiustizia. Scusatemi se mi permetto di dissentire, Raffaella e Alberto, ma proprio perchè ho grande stima di voi, voglio esprimermi apertamente com'è nello spirito di questo Blog. Quando qui si parli di concetto "pericoloso" o di cosa potrebbe pensare "l'opinione pubblica", ho come l'impressione - ovviamente posso sbagliare e se sbaglio mi corrigerete :-) - che vi preoccupiate molto della "comunicazione" della Santa Sede con riferimento al giudizio del mondo. In effetti può sembrare una cosa folle nei tempi odierni parlare dell'importanza di non far alcun conto dei rispetti umani, ma scusatemi se mi permetto di ricordare, innanzitutto a me stessa, che la via stretta passa proprio di lì. Se è infatti giusto comunicare nel migliore dei modi la verità, perchè possa essere ben compresa e intesa senza distorsioni e fraintendimenti, non credo sia giusto preoccuparsi di quali verità sia opportuno o non opportuno difendere o comunicare, in funzione dei giudizi del mondo. In questo senso il Santo Padre ci sta educando alla verità.
Per venire al caso concreto, è doveroso difendere l'immunità della Santa Chiesa dal potere temporale, senza temere in alcun modo l'incomprensione popolare. Semmai opera di carità è spiegare cosa sia e perchè ci sia e se poi il mondo non ascolta e non comprende, pazienza.
Capisco l'intenzione che è ottima, lo zelo di voler vedere amato e compreso il nostro Papa e la Santa Chiesa, ma è lo stesso Papa ad insegnarci a liberarci totalmente dai giudizi del mondo, dei media certo, ma se necessario anche delle folle e questo lo dico soprattutto per me che in miliardi di casi mi comporterei e mi comporto diversamente da come fa lui.

gemma ha detto...

la penso come Sam. Se la Chiesa come istituzione diventa processabile, un cavillo per processarla lo si troverà sempre, soprattutto quando va contro i poteri locali e mondani. E chi nel mondo cattolico è troppo impegnato a cavalcare fino agli estremi il cavallo della pedofilia per l'abolizione del celibato o altre conquiste ritenute di libertà, forse è di questa libertà suprema che dovrebbe un pò cominciare a preoccuparsi. Qui non si tratta più di ottenere giustizia e ammissioni di colpa, ma di piegare l'istituzione chiesa fino all'irrilevanza del suo messaggio, che ricorderei non è fatto solo di morale sessuale che tanto disturba l'Europa

Anonimo ha detto...

Carissime Sam e Gemma, fondamentalmente sono d'accordo con voi. Il giudizio del mondo corrotto non è e non può essere il nostro principale oggetto di preoccupazione. Giorni or sono ho difeso a spada tratta le prerogative del Concordato. Tuttavia non possiamo ignorare che i media sono in mano al nemico, e che in Occidente hanno già in gran parte contribuito alla drammatica diffusione dell'ateismo e dell'apostasia, in quanto è facile confondere i semplici. Tutti noi, credo, conosciamo persone che leggendo i giornali si sono convinti di una realtà falsa. Dobbiamo pertanto essere prudenti e scaltri. E nel caso di specie eccepire una immunità di incerta applicazione alla responsabilità civile quando si ha ragione da vendere nel merito mi sembra un errore tattico del legale che ha dato i risultati che tutti abbiamo visto.
Alberto