martedì 29 giugno 2010

L'avvocato Lena: «non vi è un rapporto di lavoro dipendente» fra il prete e il Vaticano (Molinari)


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La tesi che il Papa possa essere chiamato a testimoniare è assolutamente infondata». Jeffrey Lena, avvocato della Santa Sede, commenta il pronunciamento della Corte Suprema di Washington parlando dal suo studio di Berkeley in California, e il primo intento è fare chiarezza su quanto avvenuto: non si tratta di una sconfitta legale né tantomeno del via libera a processare il Vaticano in un’aula di giustizia degli Stati Uniti ma solo di una decisione con la quale la Corte Suprema rinvia la causa al tribunale dell’Oregon chiedendogli di chiarire la questione alla base del contendere, ovvero se esiste o meno un rapporto di «lavoro dipendente» fra il Vaticano e il prete Andrew Ronan, accusato di pedofilia.
La risposta di Jeffrey Lena all’euforia del collega e rivale Jeff Anderson è in punta di diritto: «La Corte Suprema ritiene non appropriato esprimersi su questo caso e lo rinvia al tribunale distrettuale dell’Oregon, dove la questione dell’immunità sarà discussa».
«Nel pronunciamento odierno non c’è alcuna smentita della nostra interpretazione della legge americana», aggiunge Jeffrey Lena, osservando che «la Corte Suprema ha semplicemente deciso che non è pronta per affrontare la questione specifica che abbiamo sollevato alla sua attenzione» ovvero lo «scopo dell’impiego» che unisce la Santa Sede ai singoli preti in tutto il mondo.
In concreto questo significa che i riflettori tornano a essere puntati sul tribunale distrettuale di Portland, dove toccherà al giudice competente esprimersi sull’esistenza di un rapporto di lavoro fra il prete Andrew Ronan e la Santa Sede, sulla base della legge dello Stato dell’Oregon.
«Il giudice dovrà decidere se un prete è o meno un dipendente del Vaticano», sottolinea Lena, che si prepara a «incontrarlo assieme all’altra parte per decidere come procedere» per affrontare la questione del «scope of employment» (ragione di impiego) dalla quale dipende il contenzioso in atto.
La tesi che Lena si appresta a sostenere è quella messa per iscritto nelle carte recapitate alla Corte Suprema, ovvero che «non vi è un rapporto di lavoro dipendente» fra il prete e il Vaticano, «perché la Santa Sede non paga il salario dei preti né garantisce loro i benefici previdenziali, come non esercita alcun tipo di controllo quotidiano sul loro operato, a differenza di quanto avviene da parte di diocesi e ordini».
Ciò che esiste è piuttosto un rapporto di «cooperazione religiosa» che ha a che vedere con la fede, la dottrina ecclesiastica e la centralità del Vaticano nella Chiesa cattolica, temi sui quali un tribunale civile non è chiamato a esprimersi, sulla base della Costituzione Usa.
A conferma della tesi contraria al «rapporto di lavoro» Jeffrey Lena aggiunge che il prete in questione, Andrew Ronan, scomparso nel 1992, «faceva parte dell’Ordine dei Frati Servi di Maria e la sua esistenza come sacerdote era del tutto ignota alla Santa Sede fino agli eventi in questione».
«Vi è molta documentazione sui rapporti fra Andrew Ronan e questo Ordine», sottolinea il legale. Come dire, il rapporto di dipendenza non era con loro.
Da qui la conclusione dell’avvocato: «Il rifiuto opposto dalla Corte Suprema non significa che è in disaccordo con noi sull’interpretazione della legge americana relativa alla tutela dell’immunità di Stati sovrani. È importante comprendere che la Corte Suprema nei suoi pronunciamenti deve rispettare criteri specifici che prescindono da fattori diversi dal merito della posizione legale e dipendono dallo sviluppo della legge in altri distretti». E in questo caso il criterio è stato quello di «rimandare la palla al giudice del tribunale in Oregon».

© Copyright La Stampa, 29 giugno 2010 consultabile online anche qui.

6 commenti:

mariateresa ha detto...

già, ma chi mantiene la ragionevolezza nei commenti, in questo momento?
Una mia collega di lavoro mi ha chiesto notizie, preoccupata di papa Benedetto: non mette e non ha mai messo piede in Chiesa e non ha mai avuto simpatia per qualsivoglia pontefice e quindi le ho chiesto cosa gliene importava ,all'ora della fine e quella mi ha detto che è preoccupata che il papa possa finire in prigione e che le sembrava francamente troppo. Lei legge Repubblica che io non leggo...
Insomma veramente si ha l'impressione che sia stato cucito un bersaglio sulla Chiesa e si sia aperta una gara di tiro al medesimo.
Credo che stiano esagerando.

Anonimo ha detto...

La Corte si è comportata da Ponzio Pilato, poche storie!
Alessia

Raffaella ha detto...

Esattamente, Mariateresa!
Per questo mi sono scagliata sulla Buzzetti che ha parlato di imputazione in un processo civile!
Bisogna stare attenti ai termini.
Alla fine che cosa ha capito il lettore o il telespettatore? Ben poco secondo me ed e' questo il dramma.
R.

sonny ha detto...

Ciao a tutti. Credo di avere la stessa collega di lavoro di Mariateresa. A parte gli scherzi, una delle mie colleghe ( accanita lettrice di Rep e fan scatenata di Pannella) mi ha chiesto serafica il motivo di questo accanimento mediatico contro Benedetto, visto e considerato "l'operazione pulizia" che sta mettendo in atto. Le ho risposto altrettanto serafica.....chiedilo ad Ezio Mauro & Co.

mariateresa ha detto...

c'è un altro luogo comune che gira e più sono anticlericali più è forte. Ed è che qualunque cosa venga strologata, la Chiesa ne esce in piedi perchè è potente.
Io non la penso affatto così. Penso che la situazione che si è creata è pesante e grave e che non ci sia nessun mago Zurlì per risolverla.
Ci vogliono robustissimi attributi per affrontare la situazione con sangue freddo e so che questo non difetta al nostro Papa. Ma, ehm, nel resto della Curia credo che le dotazioni virili siano un po' più scarsine...Per non parlare della lealtà e del senso dell'istituzione. Del resto i primi problemi li avevano quando erano solo in 12.

Maria R. ha detto...

Io non ho colleghe di lavoro (disoccupata sic), ma ho mio papà che non legge Repubblica, ma segue il televideo (io lo chiamo televideo dipendente), il tg e ovviamente gli dico anche io qualcosa del blog di Lella. In sostanza, potremmo dire una persona con un'informazione mediamente nella norma, con in più le precisazioni del blog.
L'altra sera, prima che leggessi tutto il resoconto della giornata, mi dice: "Ma perché questo Papa deve pagare per cose vecchie? Non che dovesse pagare quello di prima...devono pagare i diretti responsabili!"
Per me è stata la risposta non tanto di un fedele cristiano cattolico, ma di una persona che usa mediatamente la testa. E mi ha colpita proprio perché penso che sia l'unica risposta che, a meno che non si abbiano i prosciutti del pregiudizio malvagio, dovrebbe salire spontanea sulle labbra di chiunque vede che si cerca di sbranare troppo una sola persona. Al mio paese, queste si chiamano manie di persecuzioni e la gente con gli occhi aperti, prima o poi se ne accorge, anche solo perché comincia a sentire puzza di bruciato.
W IL PAPA! (bhè, viva pure il mio papà, che mi ha commossa con quella frase di supporto al Papa, tanto spontanea!)