giovedì 1 luglio 2010

lntervista all’avvocato della Santa Sede, Lena sulla decisione della Corte Suprema Usa (Radio Vaticana)


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lntervista all’avvocato della Santa Sede, Lena sulla decisione della Corte Suprema Usa

“Il Vaticano rischia la bancarotta”, “La Corte Suprema statunitense rifiuta l’immunità alla Santa Sede”, “Luce verde per risarcimenti milionari per le vittime degli abusi” e ancora: “Il Papa potrebbe essere interrogato”. Sono alcuni dei titoli apparsi nei giorni scorsi sui quotidiani, non solo italiani, a proposito della decisione della Corte suprema americana di non esprimersi sull’appello della Santa Sede che chiedeva di fermare una causa in Oregon nella quale si accusa il Vaticano di aver trasferito un sacerdote, nonostante le accuse di abusi sessuali. Effetto della decisione, il ritorno della causa stessa alla Corte distrettuale in Oregon. Ma a proposito dei titoli pubblicati sentiamo il commento dell’avvocato della Santa Sede negli Stati Uniti, Jeffrey Lena, intervistato da Sean Lovett.


R. Per quanto riguarda il rischio che il Vaticano possa incorrere nella bancarotta, questa ipotesi è assolutamente infondata. In prima istanza, si parla ancora di giurisdizione, non si è fatta parola in merito al fatto che ci possa essere responsabilità riguardo al caso citato. Quindi, nessuna preoccupazione in questo senso. Inoltre, anche se si venisse a parlare di responsabilità, le leggi in merito al recupero sono molto severe, e in questo caso non è nemmeno un argomento all’ordine del giorno. In quanto al secondo titolo, in cui si afferma che la Corte Suprema avrebbe rifiutato l’immunità: la Corte Suprema non ha rifiutato l’immunità; quello che ha fatto la Corte Suprema è stato stabilire che non avrebbe affrontato un problema che noi avremmo desiderato portare davanti ad essa. Credo che in questa questione, da un punto di vista sostanzialmente di legge avessimo ragione – gli Stati Uniti ci hanno dato ragione – ma la Corte Suprema, semplicemente, ha stabilito che al momento attuale non è interessata ad affrontare il caso. E il fatto che essa non sia interessata a trattare il caso non è un rifiuto dell’immunità e non è un commento al merito della nostra posizione. Poi: “Luce verde ai risarcimenti”: no, non c’è nessuna luce verde ai risarcimenti. Come ho detto, stiamo ancora discutendo della competenza giurisdizionale in questi casi, e quindi semplicemente non si tratta di questo. Ho visto che in alcuni quotidiani italiani si discute sulle eventuali deposizioni [sugli eventuali interrogatori] del Papa, del cardinale Bertone e del cardinale Sodano: queste notizie sono tutte assolutamente prive di fondamento. Non ho nessun dubbio in merito al fatto che ci sarà un tentativo in tal senso; credo che l’avvocato della controparte sia interessato a fare questo passo. Ma la legge li tutela. E’ importante comunque riconoscere che il fatto che la Santa Sede non sia coinvolta e il fatto che il prete in questione non possa essere considerato un impiegato della Santa Sede, non sta assolutamente a significare che la vittima in questione non sia realmente vittima. Sicuramente, ha sofferto come nessun bambino dovrebbe soffrire, e non c’è nessun dubbio in questo caso che quest’uomo abbia subito abusi da parte di un prete. Ma è vero anche che la responsabilità per i danni procurati da questa sofferenza, che è giusto siano pagati, ricade sull’Ordine religioso che lo controllava, che controllava le sue attività e che lo ha trasferito.

D. La questione principale sembra essere come provare se determinati individui fossero o meno i impiegati dalla Santa Sede. Come si fa?

R.: "Beh, mi lasci dire come prima cosa, che questa causa, come alcune intentate in passato, ha portato alla luce una serie di punti. I querelanti hanno tentato di contestare la frode, la negligenza, la cospirazione e noi abbiamo già scartato tutte queste ipotesi di reato molto tempo fa, nonostante che continuino ad apparire sui titoli dei giornali. Così la causa attuale si è ridotta a un solo punto: se il sacerdote in questione, Andrew Ronan, era un dipendente della Santa Sede oppure no. Ora i fattori che in genere determinano se una persona è un lavoratore dipendente, comprendono il controllo quotidiano del pagamento di questa persona per i servizi resi, l’assicurazione di questa persona, l’intesa tra le parti circa la natura del rapporto di lavoro e diversi altri elementi, nessuno dei quali si ritrova veramente in questo caso. Si tratta di un sacerdote che prima degli eventi in questione era del tutto sconosciuto alla Santa Sede. L'avvocato della parte offesa ha sostenuto sui giornali che dal momento che questo prete era andato in Irlanda e vi era tornato, in qualche modo si è trattato di un trasferimento internazionale e che quindi la Santa Sede era per forza coinvolta. Questo si basa su una errata comprensione di come operino la Chiesa cattolica, gli ordini religiosi e su vari altri malintesi. Per quanto riguarda le prove non ci sono prove in questo caso ed è importante sottolinearlo. Il Signor Anderson, che rappresenta la controparte, non ha menzionato questo alla stampa, ma resta il fatto che ha raccolto molte prove che vanno nella direzione opposta. Le prove indicano che questo sacerdote apparteneva a un ordine religioso attivo negli Stati Uniti e in Irlanda che aveva pieno controllo su di lui e sapeva di chi si trattava, ma che né la diocesi coinvolta, né la Santa Sede aveva alcuna conoscenza o controllo su di lui ".

D. Quali possibilità ci sono che la decisione della Corte Suprema abbia conseguenze su altre cause in corso negli Stati Uniti? E nell’ipotesi peggiore, potrebbe aprire la strada a una pletora di nuove azioni legali contro il Vaticano?

R: "Io non escludo che qualcuno possa tentare di promuovere un’altra causa. È importante capire che gli ostacoli che incontrerebbero tali procedimenti sarebbero gli stessi che deve affrontare questo processo. Il rifiuto del ricorso per “certiorari” da parte della Corte Suprema, che ripeto ancora una volta non è in alcun modo un rifiuto dell’immunità, riguardava un caso molto limitato, la definizione del rapporto di lavoro secondo la legge federale. Questo è un problema che non ha alcuna incidenza su qualsiasi altro caso. Attualmente c'è una causa in Wisconsin, nota come il caso Murphy, in cui Anderson vuole chiamare in causa la Santa Sede e questo caso è completamente fermo. C’è poi una causa nel Kentucky, che affronta una questione molto diversa: se il vescovo della diocesi di Louisville sia un dipendente della Santa Sede, una tesi che è altrettanto infondata. Quindi, finora ci sono questi due casi e non ce n’è davvero nessun altro. Come ho detto, può darsi che per una percezione errata adesso saranno intentate una o due cause, ma non prevedo che queste avranno più successo di quelle in corso.

TESTO INGLESE

Q: Mr Lena, The media reading of the issue can appear to be somewhat simplistic.
Headlines is several Italian newspapers were variations on the theme of:

- "Vatican risks bankruptcy"
- "U.S. Supreme Court denuies Holy See immunity"
- "Green light to million-dollar pay-outs for abuse victims"
- "Pope could be called to testify"...

Mr Lena: “As to the risk that the Vatican may go into bankruptcy, that is completely unfounded. In the first instance this case is still discussing jurisdiction, we haven’t got anywhere near a question of whether there is liability in the case so nobody should be concerned about that. In addition even if there were a question of liability, there are very strict rules about collection and its not even an issue in this case.
The second point was relating to the Supreme Court denying immunity. The Supreme Court did not deny immunity. What the Supreme Court did was decide that it wasn’t going to address a question which we had wished to bring before it. That was a question that on the substantive law I think we were right, the United States agreed with us, but the Supreme Court simply determined that at this time, it was not interested in hearing the case. The fact that it wasn’t interested in hearing the case as I say, did not deny immunity and was no comment on the merits of our position.
‘Green light to payouts’ – no, its not a green light to payouts. As I say we are still discussing jurisdiction in the case and that’s simply not on the radar at all.
I did read in several of the Italian papers discussion of the depositions of the Pope and Cardinal Bertone and Cardinal Sodano. That is all completely unfounded. I don’t have a doubt that there will be an attempt. I think that the attorney on the other side is interested in trying. The law will protect them however. It is important to acknowledge that the fact that the Holy See is not involved, and the priest in question was not an employee of the Holy See, is not to say that the victim is not truly a victim here. He surely suffered as no child ever deserves to suffer, and there is no question in this case that this man was victimized by a priest. However, responsibility for damages for that suffering, which justly should be paid, fall upon the religious order which supervised him, controlled his activities, and transferred him.

Q: The central argument seems to be how to prove whether or not particular individuals were or were not employees of the Holy See. How does one go about doing that?

Mr Lena: “Well, let me say as an initial matter, this case like some of the cases which have been attempted in the past, brought a variety of issues. The plaintiffs attempted to claim fraud, they attempted to claim negligence, they attempted to claim conspiracy, we have already eliminated all of those claims from the case long ago, notwithstanding the fact that those are all still appearing in the headlines. So the case is presently narrowed down to one issue, which is whether or not the priest in question, Andrew Ronan, was an employee of the Holy See. Now the factors that generally determine whether a person is an employee, include day-to-day control of the person payment to the person for services rendered, insurance for the person, the understanding of the parties as to whether or not they are employees, and there are a variety of other factors, none of these factors are met really in this case. This is a priest who was entirely unknown to the Holy See until after the events in question. The plaintiffs attorney has suggested in the papers that because this priest had gone to Ireland and then returned to Ireland , somehow that was an international transfer and therefore the Holy See must be involved, and that’s just really based upon a misunderstanding of how the Catholic Church works of how Religious Orders operate and various other misunderstandings.
As to evidence there is some evidence in the case, and this is important to point out, Mr. Anderson, who is the attorney for the other side, hasn’t mentioned this to the press, but the fact is that he has gathered a lot of evidence and it all points in the other direction. It suggests that this priest who is a priest of a religious order active in the United States and Ireland , had full control over this priest and was knowledgeable about this priest, but that neither the diocese involved nor the Holy See had any knowledge or control over him”.

Q. Is the Supreme Court decision likely to impact on other cases currently being heard in the U.S. ? And, at worst, is it likely to open the way to a plethora of new lawsuits against the Vatican ?

Mr Lena: “I would not exclude that someone may attempt to file another lawsuit. Its important to understand that the obstacles which that lawsuit would face are exactly the same obstacles that this lawsuit faces. The denial of the petition for certiorari, by the Supreme Court which again I say was not a denial in any way of immunity, related to a very narrow issue, to the scope of employment under the federal law. This is an issue that has no bearing on any other case. Presently there is a case in Wisconsin known as the Murphy case which Mr. Anderson wishes to bring against the Holy See, that case is thus far completely inactive. Then there is a case in Kentucky , that case addresses a very different issue which is whether or not the bishop in the Archdiocese of Louisville is an employee of the Holy See a theory that is equally unfounded. So those are the two cases thus far and there really are none other. As I say, it may be that out of misperception one or two cases are now filed, but I don’t anticipate that those will have any more success than these cases have.

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