venerdì 16 luglio 2010

Per Jean-Louis Bruguès la chiesa è sotto attacco ma B-XVI è il Papa giusto (Rodari)


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Breve relazione circa le modifiche introdotte nelle Normae de gravioribus delictis riservati alla Congregazione per la Dottrina della Fede

Pubblicate le modifiche alle "Norme sui delitti più gravi": nota di padre Lombardi (Radio Vaticana)
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Per Jean-Louis Bruguès la chiesa è sotto attacco ma B-XVI è il Papa giusto

di Paolo Rodari

Il Vaticano ha presentato le nuove norme sugli abusi sessuali commessi da preti. Lo ha fatto a fari spenti. Il motivo è nelle parole pronunciate ieri dal promotore di giustizia della Dottrina della fede, Charles Scicluna: “Le nuove norme sono un consolidamento tecnico giuridico di quanto si è fatto finora”. Come a dire: non si tratta di rivoluzioni epocali. Ma della codificazione di quanto già avviene, dopo che nel 2003 Papa Wojtyla aveva concesso all’ex Sant’Uffizio alcune facoltà speciali che andavano a implementare le norme circa i “delitti più gravi” promulgate nel 2001. Certo, delle novità non secondarie ci sono: la possibilità di presentare al Papa “i casi più gravi in vista della dimissione dallo stato clericale”, l’inserimento di laici nei tribunali, la prescrizione che da dieci passa a venti anni, l’equiparazione dell’abuso su persone con limitato uso di ragione a quello sui minori e l’introduzione del reato di pedopornografia. “Un punto che non viene toccato” ha però detto padre Federico Lombardi, “è la collaborazione con le autorità civili”.
Nel senso che “va semplicemente dato seguito alle disposizioni della legge civile”. Oltre ai delitti di pedofilia, l’ex Sant’Uffizio diviene competente dei delitti contro la fede (eresia, apostasia e scisma) e del reato dell’ordinazione delle donne prete, anch’esso equiparato a un delitto contro la fede.
Sono diverse settimane che i media accusano la chiesa di insabbiamento dei casi di pedofilia. Il Papa ha chiesto più attenzione e una purificazione della chiesa dal suo interno. Le nuove norme vanno nella direzione di una maggiore trasparenza, seppure non portano cambiamenti epocali. Del resto l’ha detto ieri lo stesso Lombardi che si tratta di una “maggiore chiarezza normativa”.
Jean-Louis Bruguès, arcivescovo francese, è stato chiamato nel 2007 a ricoprire l’incarico di segretario della Congregazione per l’educazione cattolica. In precedenza vescovo di Angers, ha lavorato 19 anni nella commisione teologica internazionale a stretto contatto con Ratzinger. Circa le nuove norme e i nove anni che ci sono voluti dal 2001 per promulgarle dice: “Il tempo non è calcolato nella stessa maniera nella chiesa e nella società. Nella società si vogliono risposte subito. Se si presenta un problema sociale si vuole subito fare una legge per risolverlo. Il tempo della chiesa è il tempo della riflessione e dell’approfondimento. Le decisioni nella chiesa sono prese al termine di una maturazione. Ecco perché i capi della chiesa hanno bisogno di molto coraggio per resistere alla pressione del subito e rispettare il tempo della maturità”.
La chiesa è sotto attacco? “Non c’è un complotto contro la chiesa ma piuttosto una convergenza di interessi molto diversi che approfittano dei casi di abusi verso i minori per portare avanti una campagna denigratoria. Un ambasciatore mi ha detto che è in corso una guerra. L’obiettivo di questa guerra mi sembra il seguente: squalificare la chiesa nell’ambito della morale sessuale, squalificare il ruolo educativo della chiesa e, in alcuni paesi, la volontà da parte dello stato di laicizzare le scuole cattoliche. Questa campagna tende a impedire alla chiesa di esprimersi sulla piazza pubblica. Non si vuole che la parola di Dio sia detta sulla piazza pubblica. Questa gigantesca impresa di squalificazone è contro il cuore della missione della chiesa, il dispositivo missionario della chiesa e quindi i preti. In questa impresa di squalificazione la persona che evidentemente è più in vista è la persona del Papa”.
Sembra che Benedetto XVI non abbia una larga presa sull’opinione pubblica? “Le ragioni sono molte. Il mondo è rimasto impressionato dalla forza comunicativa di Wojtyla mentre questa forza non è così evidente in Benedetto XVI. La chiesa oggi ha la chance di avere un Papa dalla grande capacità intellettuale. La sua è un’intelligenza pedagogica. Non impone un punto di vista personale. Ma aiuta a conoscere la verità progressivamente. E’ un uomo di una superiorità intellettuale e spirituale. La modernità è diventato un fenomeno complesso e contrastato. Solo uno spirito superiore può dominarla. Benedetto XVI è uno di questi spiriti superiori. Lo si è visto ad esempio nel dibattito con Habermas. Il Papa è spinto dal desiderio della verità. Il desiderio di aprire la porta della modernità a Dio e di portare l’uomo a Dio. Ma anche di salvare la modernità malgrado essa. Non dimentichiamo che la modernità si fonda su un atto di fede della ragione. E che oggi è in corso un processo fatto alla ragione. Il Papa si fa avvocato della ragione. In questo senso è più moderno dei moderni. E ci dice che se si elimina la ragione si lascia la porta aperta all’emozione, ciò che alcuni sociologi chiamano la deriva delle emozioni. Spesso si forumla verso questo Papa un giudizio emozionale, sentimentale ogni volta che il suo discorso si pone al livello della ragione. Mentre il Papa è un intellettuale che non ama i luoghi comuni. Provo tristezza nel constatare che i mezzi di comunicazione preferiscono i luoghi comuni”.
Che differenza c’è da Giovanni Paolo II e Benedetto XVI? “Con Wojtyla era il tempo del fascino del vedere. Oggi con Benedetto XVI è il tempo del fascino della profondità. Giovanni Paolo II aveva una grandissima estensione orizzontale. Quando Giovanni Paolo II morì tutti i capi di stato, salvo tre o quattro, erano presenti. Trovo provvidenziale che dopo questo pontificato di prestigio universale abbiamo oggi un Papa che aiuta i cristiani a rifondare la loro fede e aiuta la società secolarizzata a rifondare la sua fiducia nella ragione”.

Pubblicato sul Foglio venerdì 16 luglio 2010

© Copyright Il Foglio, 16 luglio 2010 consultabile online anche qui.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Sembra che Benedetto XVI non abbia una larga presa sull’opinione pubblica? “Le ragioni sono molte. Il mondo è rimasto impressionato dalla forza comunicativa di Wojtyla mentre questa forza non è così evidente in Benedetto XVI. La chiesa oggi ha la chance di avere un Papa dalla grande capacità intellettuale.

e che palle!

Anonimo ha detto...

Che palle anche la solita noiosissima domanda sulle differenze tra GPII e Benedetto. La Chiesa non si governa con la sola forza comunicativa, che comprensibilmente tanto piace ai media che si sentono tanto trascurati, prova ne è il cumulo di problemi che Benedetto ha ereditato.
Alessia

Fabio ha detto...

GP II e B XVI sono i papi giusti al momento giusto. Tutti e due, con i loro pregi e difetti, sono dono dello Spirito Santo alla Chiesa.
La Chiesa è sempre sotto attacco. Ma sebbene calunniata e perseguitata, essa va avanti e sconfigge i secoli. Questa considerazione è sufficiente per comprendere che la Chiesa è una realtà divina non soggetta alle leggi sociologiche del mondo. La stessa cosa si potrebbe dire per il Papato.
Napoleone prima di morire disse che colui che si mette contro la roccia di Pietro, contro quella roccia si sfracellerà!

realista ha detto...

il pontificato di Giovanni Paolo II ha avuto anche una notevole estensione temporale. E questa è una considerazione che non viene mai fatta. Papa per quasi trent'anni, per più generazioni di padri e figli e per mandati di più capi di stato. La popolarità è spesso legata anche alla quantità di persone incontrate e allo spazio temporale in cui si esercita. E' stato fortunato ad avere a disposizione così tanto tempo per svolgere il suo mandato, in ventisette anni si possono fare tante cose che in cinque riesci solo a progettare

marlene ha detto...

in 5 anni ratzinger ha fatto più che in 50 anni.

euge ha detto...

Senza aggiungere altro, sottoscrivo il post di Marlene! Anche perchè dice tutto! :-))))

P.s però una cosettina la voglio aggiungere............ CHE PALLE sti confronti ma, quando capiranno che non su tutti Ha fatto presa la tanto osannata mediaticità? Quando capiranno che a molti nonostante tutte le critiche ed i lavaggi del cervello seguono Benedetto XVI rispettandolo ed avendo in lui una fiducia senza se e senza ma???????

marta ha detto...

brugues mi ha deluso profondamente.
brutta intervista secondo me.
c'è ancora l'idea del prestigio di wojtyla messo a confronto con il periodo di attacchi subito da ratzinger.
teoria che non sta in piedi perchè i mali di ratzinger derivano tutti dall'inerzia del predecessore.
smettiamola di parlare di prestigio universale e iniziamo a dire la verità nuda e cruda.