mercoledì 4 agosto 2010

Il Papa: ai chierichetti, comunicate ai vostri coetanei il dono dell’amicizia con Gesù (AsiaNews)


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VATICANO

Papa: ai chierichetti, comunicate ai vostri coetanei il dono dell’amicizia con Gesù

Festosa e colorata udienza generale dedicata a 55mila ministranti di tutta Europa, in gran parte tedeschi. Appello di Benedetto XVI per le popolazioni colpite da disastri naturali, in Russia, Pakistan e Afghanistan.

Città del Vaticano (AsiaNews)

Quasi un mandato missionario - “comunicate ai vostri coetanei il dono” dell’amicizia con Gesù, “con gioia, con entusiasmo, senza paura” - per i 55mila “ministranti”, i chierichetti, che oggi hanno invaso piazza san Pietro, rendendo, come ha detto loro Benedetto XVI, “più gioioso non solo questo luogo, ma anche il mio cuore”.
Un’udienza generale molto particolare, dunque, con la piazza colorata dal rosso, giallo, blu, celeste e verde delle migliaia di magliette e di foulard dei ministranti. Anche il Papa ne ha indossato uno, bianco, e ha ricordato che pure lui, a suo tempo, è stato un chierichetto. Ricordo pronunciato in tedesco, come il resto del discorso, dal momento che a questo pellegrinaggio, organizzato dal Coetus Internationalis Ministrantium (CIM), 47mila dei presenti venivano dalla Germania.
Incontro festoso, a parte la nota triste dell’appello lanciato da Benedetto XVI, alla fine dell’incontro, per le “popolazioni colpite da gravi calamità naturali”. “In modo particolare, penso ai vasti incendi nella Federazione Russa e alle devastanti alluvioni in Pakistan e in Afghanistan. Prego il Signore per le vittime e sono vicino spiritualmente a quanti sono provati da tali avversità. Per essi chiedo a Dio il sollievo nella sofferenza e il sostegno nelle difficoltà. Auspico, inoltre, che non venga a mancare la solidarietà di tutti”.
Tornando ai chierichetti, oggi sul sagrato della basilica troneggiava una grande statua di bronzo di san Tarcisio, patrono dei ministranti, che sarà collocata alle catacombe di san Calisto dove il martire fu sepolto. Ricordando che l’immagine è giunta a Roma dopo un lungo pellegrinaggio, iniziato nel settembre 2008 in Svizzera, il Papa ha raccomandato di conoscere meglio la figura, di “questo giovane coraggioso e forte”
Di lui, ha detto ancora Benedetto XVI, “non abbiamo molte notizie, siamo nei primi secoli di storia della Chiesa. Si narra che fosse un giovane che frequentava le catacombe e amava molto i suoi impegni. Possiamo pensare che fosse un accolito, un ministrante”. Era l’epoca delle persecuzione di Valeriano, nella quale i cristiani erano costretti a riunirsi nelle case per pregare. “Anche portare l’Eucaristia ai malati e ai carcerati era molto pericoloso, Un giorno quando il sacerdote chiese chi volesse andare a portarla, Tarcisio disse ‘manda me’. Alla protesta del sacerdote, che lo riteneva troppo giovane, rispose ‘la mia giovinezza sarà la miglior difesa’. Il sacerdote allora disse ‘Tarcisio, ricordati che un tesoro celeste è affidato alle tue deboli cure. Evita le vie frequentate e non dimenticare che le cose sante non devono essere gettate ai cani né le gemme ai porci. Custodirai con fedeltà e sicurezza i Sacri Misteri?’. ‘Morirò piuttosto che cederli’. Lungo la strada, incontrò alcuni amici che gli chiesero di unirsi a loro”.
“Alla sua risposta negativa si insospettirono e si accorsero che stringeva in petto qualcosa che appariva preziosa”. Scoprirono che era cristiano, fu picchiato a morte e riportato alla catacomba”. Sul suo corpo non venne trovato il Santissimo. “La particola era diventata parte del suo corpo”.
Era il 257.
La testimonianza di san Tarcisio, ha proseguito il Papa, “ci mostra il grande amore che dobbiamo avere verso l’eucaristia”, “tesoro che non possiamo misurare”, “strada aperta verso la vita eterna”, “il dono più grande che Gesù ci ha lasciato”. “Servite con generosità Gesù presente nell’Eucaristia. E’ un compito importante che vi permette di essere particolarmente vicini al Signore e di crescere come suoi amici”. E “comunicate ai vostri coetanei il dono di questa amicizia, con gioia, con entusiasmo, senza paura”.
“Siete fortunati a vivere da vicino questo grande mistero, svolgete con amore e con devozione il vostro compito. Preparatevi bene alla Santa Messa”, aiutando i sacerdoti, potrete essere più vicino a Gesù. “Egli non mancherà di ricompensarvi, donandovi la gioia vera, la felicità più piena”. San Tarcisio ha dimostrato che si può dare perfino la vita per un grande bene. “A noi probabilmente non è chiesto il martirio, ma Gesù ci domanda fedeltà”.

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1 commento:

sam ha detto...

Forte quel "probabilmente"...