giovedì 25 novembre 2010

La morte di Manuela Camagni ed il grande dolore del Papa (Giansoldati)

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Manuela, una delle religiose che accudiscono il Papa

di FRANCA GIANSOLDATI

Per Benedetto XVI è stato un brutto colpo.
La morte di Manuela Camagni lo ha scosso. Tanto che all’udienza generale, ieri mattina, sul suo volto era possibile scorgere un insolito velo di tristezza, un’ombra fugace captata dalle telecamere che mandavano in diretta le immagini dall’Aula Paolo VI mentre lui leggeva il testo della catechesi. Un inno all’amore femminile. La Chiesa riceve «un grande beneficio dall’esercizio della maternità spirituale di tante donne, consacrate e laiche, che alimentano nelle anime il pensiero per Dio, rafforzano la fede della gente e orientano la vita cristiana verso vette sempre più elevate».
Il Papa era informato della disgrazia già nella notte.
Faticava a crederci, del resto non erano passate che poche ore da quando aveva scherzato e parlato con Manuela, una delle quattro laiche consacrate che abitano nell’appartamento pontificio assieme ai due segretari, don Georg e al maltese don Alfred Xuereb.
Nessuno poteva immaginare una disgrazia simile, una fatalità beffarda visto che le quattro Memores Domini - dal nome della congregazione fondata da Don Giussani - non escono praticamente quasi mai dal Palazzo Apostolico. In una atmosfera un po’ rarefatta la vita scorre ’blindatissima’ e silenziosa.
Manuela, Carmela, Cristina e Loredana, così come don Georg e il nuovo segretario conducono una esistenza discreta ma soprattutto ritiratissima. Lavoro, preghiera, pranzano e cenano sedendosi alla tavola del Papa se non ci sono ospiti importanti, festeggiando assieme Natale, Pasqua, Capodanno. La sera, nel salottino, guardano il tg e ogni tanto qualche film. Ieri all’alba, la messa mattutina il Papa l’ha dedicata a Manuela.
Il vuoto che si è improvvisamente creato in quella dimora gli avrà sicuramente fatto riaffiorare alla memoria ricordi non troppo lontani nel tempo, relativi ad un’altra perdita, quella dell’amatissima sorella Maria con la quale ha vissuto fino all’inizio degli anni Novanta nel grande appartamento vicino a Sant’Anna. Tolto il fratello più anziano, don Georg, che vive in Germania,
Papa Ratzinger è rimasto praticamente solo. Ogni sera lo chiama al telefono e si rammarica perché da quando è Papa non riesce più vederlo come prima. Sicché la ’sua’ famiglia è costituita proprio dalla cerchia strettissima di persone che si occupano di lui.
Le Memores gli accudiscono il guardaroba, la dispensa, la corrispondenza di casa, la cucina condividendo col pontefice i momenti più importanti come quelli tribolati. Manuela, 56 anni, un passato di assistente sociale, piccola, brunetta, minuta, aveva sempre qualcosa da raccontare. Romagnola, nata il 16 agosto del 1954, è entrata nel movimento di Don Giussani (fondatore delle Memores Domini) a metà degli anni Ottanta, trascorrendo alcuni anni a Tunisi nella casa religiosa voluta dall’allora vescovo Fuad Twal. Papa Ratzinger le voleva bene. Come in tutte le famiglie sottoposte a qualche tiro mancino, anche questa si è stretta a pregare, dando un senso cristiano al grande mistero della morte.

© Copyright Il Messaggero, 25 novembre 2010

«Pioveva ed era buio fitto, non mi sono accorto di nulla»

di MARCO DE RISI

Stava salendo insieme ad altri amici su un’auto parcheggiata su un marciapiede lungo via Nomentana. Manuela Camagni non ha fatto in tempo ad entrare nell’abitacolo: investita da una guardia giurata al volante dell’auto di servizio. Portata in ospedale è morta durante un intervento chirurgico. E’ accaduto, martedì notte alle 11.30, all’altezza del civico 305 di via Nomentana poco distante da via Pola.
Manuela Camagni, 56 anni, originaria dell’Emilia Romagna, faceva parte dell’associazione “Memores Domini della Famiglia Pontificia”, suora laica addetta alla cura dell’appartamento papale. Immediato il cordoglio del Vaticano e del Comune espresso dal sindaco Gianni Alemanno.
L’altra notte, ai primi soccorritori la situazione è apparsa subito grave. La donna è stata sbalzata a oltre dieci metri a causa dell’impatto con l’auto, una “Panda” guidata da un vigilante, e ha sbattuto la testa sul marciapiede. La suora laica è stata trasportata da un’ambulanza del 118 al policlinico Umberto I dove è stata sottoposta da un intervento chirurgico alla testa. Alle 4 del mattino si è spenta ogni speranza. Ieri mattina all’obitorio di “Medicina Legale” è arrivata una delegazione pontificia, scortata dalla polizia, a dare l’estremo saluto alla salma.
I rilevi dell’incidente sono stati eseguiti dalla polizia municipale del III gruppo, diretto da Paolo Bernardi. La guardia giurata, come accade sempre in questi casi, è indagata per omicidio colposo. Il vigilante è risultato negativo ai test dell’alcol e alle sostanze stupefacenti. Si è subito fermato e ha prestato le prime cure alla donna. L’uomo, alla guida della Panda, è stato colto da malore e portato su un’ambulanza all’Umberto I.
Da una prima e sommaria dinamica dell’incidente della polizia municipale sembrerebbe che la macchina non stesse andando a una velocità eccessiva. Non ci sono segni di frenata sull’asfalto. «Non mi sono accorto di nulla», ha detto l’investitore. Pioveva, era buio. Ma questo non esclude che la polizia municipale potrebbe rilevare comunque un’andatura eccessiva da parte della guardia giurata.

© Copyright Il Messaggero, 25 novembre 2010

2 commenti:

gemma ha detto...

il ricordo di un blogger trovato sul web

http://lineagoticafight.blogspot.com/2010/11/e-morta-la-sampierana-manuela-camagni.html

Anonimo ha detto...

penso proprio al dolore del Papa e prego per Lui