giovedì 25 novembre 2010

Famiglia pontificia in lutto. Morta una «Memor Domini» al servizio del Papa (Zanotti)

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Famiglia pontificia in lutto

Morta una «Memor Domini» al servizio del Papa

DI FRANCESCO ZANOTTI

Lutto nella «famiglia pontificia».
Nelle prime ore di ieri, infatti, è morta al Policlinico Umberto I di Roma Manuela Camagni, una delle quattro «Memores Domini» che prestano servizio nell’appartamento papale. Manuela è stata investita da un’auto nella serata di martedì, all’uscita da una cena con amici. Subito soccorsa, ha subito un inter vento chirurgico alla testa, ma ogni tentativo di salvarla è risultato vano. All’interno della casa pontificia, Manuela si occupava soprattutto degli appartamenti del segretario particolare del Papa, monsignor Georg Gaenswein e di don Alfred Xuereb, della segretaria particolare del Papa e curava il magazzino dei doni in generi alimentari che poi vengono ridistribuiti. «Appresa con dolore » la notizia della morte di Manuela, Benedetto XVI ha pregato ieri mattina in suo suffragio durante la Messa cele brata con la famiglia pontificia nella cappella privata, come riferisce L’Osservatore Romano.
La notizia è arrivata ieri mattina a Cesena, dove Manuela è nata e ha vissuto molti anni della sua vita. Subito il vescovo Antonio Lanfranchi, am ministratore apostolico di Cesena-Sarsina e Douglas Regattieri vescovo eletto della stessa diocesi hanno in viato a papa Benedetto XVI un tele gramma di partecipazione anche a nome di tutta la comunità diocesana. «Colpiti dalla scomparsa della cara Manuela – hanno scritto i due vescovi – ci sentiamo in profonda comu nione di sentimenti con Vostra Santità nella condivisione del dolore, ma an che nel conforto della fede e della spe ranza cristiana. Ringraziamo il Si gnore per la limpida testimonianza che Manuela ha offerto nell’essere memoria di Gesù Cristo nell’adesio ne totale a Lui e nella passione e a more con cui ha servito la Chiesa, in particolare Vostra Santità».
Originaria di San Piero in Bagno (Forlì-Cesena), dove era nata nel 1954 e dove ancora vivono i familiari, Ma nuela Camagni si era trasferita a Ce sena prima per frequentare lo Scien tifico «Righi» poi per aderire alla chia mata vocazionale di una consacrazione definitiva. Entrò così a far par te dei Memores Domini, un’associa­zione laicale cattolica i cui membri vi vono i consigli evangelici di povertà, castità e obbedienza e fanno parte del movimento ecclesiale di Comunione e liberazione. A Cesena, Manuela è stata tra le prime donne ad andare a vivere nella Casa di cui è stata re sponsabile fino al 2005, quando, a maggio, fu chiamata a trasferirsi in Vaticano, un momento che seppe vi vere nella più grande riservatezza. «L’abbraccio alla nuova condizione – ricordano gli amici cesenati di Manuela – è stato totale: con le altre Memores ha condiviso la fatica dei lavori do mestici e la serenità dei momenti passati a tavola col Pontefi ce e i segretari, im medesimandosi to talmente nella mis sione del grande uo mo che le era chiesto di servire». Sempre a Cesena aveva svolto il ruolo di segretaria in diverse scuole sta tali, prima di partire per Tunisi, dove andò a servizio dal vescovo Fouad Twal dal 1996 al 2001. Poi il rientro in Roma gna, alle scuole del Sacro Cuore, di cui è stata «segretaria intelligente e ama tissima », come scrive la preside Om bretta Sternini in un ricordo pubbli cato domani sul settimanale diocesano Corriere Cesenate.
Anche il presidente della Fraternità di Cl, don Julian Carron ha diffuso un messaggio di cordoglio. «La morte im provvisa della nostra amica Manuela Camagni – scrive – è la modalità mi steriosa con la quale il Signore ci co stringe a pensare a Lui, rinnovando la certezza che neanche un capello del vostro capo andrà perduto, come ci ha detto la Liturgia di oggi. Stringia moci ancora più intensamente nel l’abbraccio del Santo Padre, come fi gli che vogliono condividere in tutto la sua umanità ferita». Ieri sera, in Cat tedrale a Cesena, il vescovo emerito Lino Garavaglia ha presieduto una messa in suffragio cui hanno parteci pato moltissimi fedeli.

© Copyright Avvenire, 25 novembre 2010

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