venerdì 18 dicembre 2009

Il Papa accetta le dimissioni del vescovo irlandese Murray (Bertini)


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Il Papa accetta le dimissioni di Murray

Letizia Bertini

CITTÀ DEL VATICANO

Papa Benedetto XVI ha accettato le dimissioni dell'attuale vescovo irlandese di Limerick, Donald Brendan Murray, accusato di essere coinvolto, quando era ausiliare di Dublino, nello scandalo dei preti pedofili che sta travolgendo la Chiesa irlandese.
Mons. Murray – che era venuto nei giorni scorsi a Roma e aveva rassegnato le proprie dimissioni – è sospettato di aver coperto gli abusi sessuali a minori compiuti da suoi subordinati.
Il presule Murray ha annunciato personalmente ieri mattina ai dipendenti della diocesi di Limerick la decisione di Benedetto XVI.
«So bene – ha detto – che le mie dimissioni non possono annullare il dolore che le vittime di abuso hanno sofferto in passato e continuano a soffrire ogni giorno. Chiedo umilmente scusa ancora una volta a tutti coloro che sono stati abusati quando erano bambini piccoli. A tutti ripeto che la mia principale preoccupazione è quella di aiutare in ogni modo possibile, il loro cammino verso la sperata serenità».
L'11 dicembre scorso si era svolto in Vaticano un incontro tra i vertici della Chiesa irlandese e il Papa.
Benedetto XVI si era detto «sconvolto e angosciato» dal contenuto del rapporto Murphy sugli abusi su minori compiuti da preti cattolici in Irlanda e aveva promesso che la Chiesa sarebbe intervenuta.
Il rapporto della commissione guidata dal giudice Yvonne Murphy, che per tre anni ha indagato su quanto avveniva nell'arcidiocesi di Dublino, una delle più grandi d'Europa, accusa i passati vertici della Chiesa irlandese di aver coperto centinaia di abusi sessuali compiuti dai loro preti. Il documento attacca in particolare il comportamento di quattro arcivescovi e di loro ausiliari (tra cui il vescovo Murray ieri dimissionato) che «misero la reputazione della chiesa davanti alla protezione di bambini indifesi».
«Le preoccupazioni dell'arcidiocesi di Dublino, nel trattare i casi di abusi sessuali contro i bambini, almeno fino a metà degli anni 90, erano il mantenimento della segretezza, l'evitare gli scandali, la protezione della reputazione della Chiesa e la protezione dei suoi beni», afferma il rapporto.

© Copyright Gazzetta del sud, 18 dicembre 2009

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