domenica 20 dicembre 2009

La vita di Karol Wojtyla cela ancora fatti sorprendenti (Rondoni)


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La vita di Karol cela ancora fatti sorprendenti

di DAVIDE RONDONI

In una sua bella pagina il poeta francese Charles Péguy dice che Gesù, incarnandosi, ha assunto anche la "discutibilità" come caratteristica storica in cui abitare. Ovvero, dice con forza poetica quel testo, essendosi incarnato, Dio accetta anche il rischio del fraintendimento, della messa in discussione, della diatriba tra testimoni e storici. Insomma, tutte le cose che capitano ai fatti storici. L'incarnazione, dolcissima e paziente, è tale fino a questo punto, fino in fondo. Lo si vede continuamente nel Vangelo. Il dibattito, diciamo così, intorno a Gesù era vivace e la sua domanda agli apostoli ("e voi chi dite che io sia?") è il segno drammatico e supremo di questo metodo. Con il Natale, Dio si è messo nelle mani dell'uomo. Straordinario rovesciamento, dice ancora Péguy. E quel che vale per l'inizio della storia cristiana, per il suo capo, vale per tutti i suoi testimoni, per tutte le persone e le comunità in cui quella prodigiosa e tenerissima incarnazione è continuata ad accadere. L'Incarnazione è un metodo storico, e assume sempre la verifica della esperienza e della storia. Così la proclamazione dei Santi, da parte della Chiesa, è l'indicazione di figure in cui certamente quella misteriosa forza di incarnazione del divino nell'umano ha brillato in maniera particolarmente evidente. In modo che, a giudizio della Chiesa, un giudizio calibrato da una saggezza e da un rischio secolari, non lascia ombre. E che ora sono così proposte alla storia degli uomini, personale e pubblica. A questa indicazione non si giunge sulle ali di un momentaneo entusiasmo, ma per via di un esame storico accurato, il più accurato possibile. La firma di Benedetto XVI all'atto che riconosce le "virtù eroiche" del suo predecessore Giovanni Paolo II è punto di partenza verso la possibile beatificazione e la gloria degli altari, ma soprattutto è punto di arrivo di un iter accurato di indagine, da cui, so per certo, vengono elementi sorprendenti sulla vita di Karol Wojtyla e sulla sua fede. Ripeto, so per certo che ci sono elementi e fatti della vita di Wojtyla, di un uomo che i media hanno frugato in ogni modo, che sono ignoti e che sorprendono per la loro forza spirituale. Lo per testimonianze. E quando certi racconti vagliati dagli organi preposti saranno conosciuti, tale eccezionalità farà commuovere e ammutolire tanti. Ma sarebbe bastata la lettura attenta delle sue poesie. Perché un uomo scrive ciò che vive. Per quanto un poeta non sia mai "personaggio" riconoscibile o affidabile da ricostruire mediante i suoi versi, è però vero che si scrive non ciò che si vuole ma ciò che si vive. E la qualità di vita interiore e la forza di visione che in quei versi - fin da quelli giovanili - si imprime è eccezionale (o "eroica", come si esprime formalmente il lessico delle cause dei santi). Ora, dunque, la personalità umana di Karol Wojtyla - del papa venuto di lontano - e non solo la sua straordinaria figura di pontefice, ci viene indicata come speciale segno della incarnazione del Mistero tra noi. In quel ragazzo, seminarista, attore, operaio, in quell'amante della montagna e della compagnia, in quella particolare pasta umana, continuava, è continuata la più grande faccenda della storia: Dio comunica se stesso tra gli uomini attraverso la presenza, la personalità, la storia personale di uomini come noi. Più che la conferma di qualcosa che pensavamo già di sapere, è l'inizio di una nuova avventura di conoscenza e di paragone. Sì, perché il metodo dell'Incarnazione, il metodo storico della santità, il rischio avventuroso che Dio ha preso di mischiarsi così all'umano nel tempo, chiede a chi si trova dinanzi a questi segni e presenze di paragonarsi, di esporre la propria vita alla proposta di positività e di misericordia che ne viene. Nel caso di Wojtyla siamo come favoriti in questo paragone dal senso di amicizia che la sua figura di Papa ha suscitato in vicini e lontani. Dalla simpatia, diciamolo, che la sua umanissima, forte e pur ferita figura ha suscitato in tutti. E ora questa simpatia si inizia a chiamare con il suo vero nome, santità. Cioè l'amicizia di Cristo.

© Copyright Il Tempo, 20 dicembre 2009 consultabile anche qui.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

fatti sorprendenti come il bacio al corano,il sincretismo di assisi,lo ior,emanuela orlandi,maciel e i legionari di cristo,la diocesi di boston,l'irlanda.
fatti sorprendenti non c'è dubbio.
secondo me in questo caso benedetto non ha seguito la linea della coerenza assoluta.
giovedì caccia un vescovo colpevole di avere coperto abusi su bambini e ieri decreta l'eroicità di chi quel vescovo ha nominato.
fabio

Maria R. ha detto...

Anonimo, anche Dio "creò" Giuda, che poi sappiamo quel che fece.
Tutto è permesso da Dio, il quale niente fa, se non per il maggior bene di ognuno di noi, e la Sua "infallibilità" non viene mai meno, nemmeno davanti agli apparenti "flop", se tali li considera la mente umana.

Lo stesso vale per un Papa, da cattolici e cristiani crediamo (e io ci credo fermamente!) che la sua azione sia sempre mossa dallo Spirito Santo, che soffia dove vuole e non vado a sindacare sulle apparenti "mosse sbagliate", perchè lo Spirito che illumina il Papa non sbaglia mai!

Altrimenti finiamo col dare la solita interpretazione falsata dell'infallibilità papale, che rigiriamo come un calzino, per arrivare a dire che il Santo Padre dovrebbe finanche pronosticare chi vincerà una partita di pallone!

Buona Domenica a tutto il forum!

Anonimo ha detto...

Che sia santo lui,GP II,personalmente,non giudico.Il Papa ha approvato l'eroicità delle virtu' e noi ci inchiniamo.Che sia stato un pontificato terribile,il peggiore degli ultimi secoli è ,secondo me,verissimo.Presto Beato ,va benissimo , visto che ha esercitato in grado eroico le virtu',ma come Pontefice che disastro di Chiesa ha lasciato indietro,ma i Vescovi nominati da Lui ecco il vero problema,e quelli nominati Lui morente?Ecco uno dei fatti davvero sorprendenti che dovremo chiarire.Preghiamo tanto.

euge ha detto...

premesso che, a suo tempo non frequentavo la chiesa e non ho mai seguito come avrei dovuto Giovanni Paolo II, vorrei ricordare come ha già fatto in parte Maria nel suo post, che non sta a noi giudicare se è meritevole oppure no della beatificazione e poi cosa ne sappiamo noi, di quanto Giovanni Paolo II sapesse veramente di tutti gli episodi oscuri citati anonimo nel tuo post? Come ho avuto modo di dire in altre occasioni, credo che molti hanno agito alle sue spalle facendo passare una immagine di Giovanni Paolo II che non era quella reale.
Si voleva una figura di Papa a tutti i costi plasmato secondo il momento storico che stavamo attraversando; dove, tra le altre cose c'era la convinzione che la spettacolarizzazione della fede e della figura del Pontefice, fosse l'unica soluzione per avvicinare i giovani alla chiesa ed alla sua dottrina nulla di più sbagliato. Tanti, compresa la sottoscritta si sono allontanati anche per questo. Ma, il vero Giovanni Paolo II è quello delle Encicliche che, nessuno conosce fino in fondo, perchè non ha mai voluto approfondire per propria comodità. E' molto più facile osannare un Papa apparentemente superficiale e modernista, piuttosto che un Papa che nelle sue Encicliche, scritte a quattro mani con Benedetto XVI all'ora Card. Ratzinger, difendeva strenuamente l'inviolabilità della vita umana e tutti quei valori non negoziabili tanto disprezzati nel nostro tempo.

don Marco (vaticanista) ha detto...

Caro Fabio, vedo che fai un pochino di confusione. L'eroicità delle virtù è una cosa le scelte umane un'altra. Se queste condizionassero la scelta della santità allora ti assicuro che nessuno sarebbe santo, nemmeno San Francesco o Madre Teresa o Padre Pio e ti dovresti meravigliare del Bellarmino o di Borromeo o addirittura di Ambrogio. Forse dovresti informarti su come funziona il processo di beatificazione, e cmq sappiamo che non sempre il Papa viene informato di tutto; mi stupirei senza dubbio se facessero santo il suo segretario, allora si, avrei da dire molte cose!!!

Cristiano ha detto...

Spero tanto che la beatificazione di papa Wojtyla avvenga presto. A quel punto per qualsiasi fedele cattolico si porrà un punto di non ritorno, perché la beatificazione è Magistero infallibile. Quindi spero a quel punto termineranno le critiche. Perché io ritengo si possa porre dei rilievi alla condotta di Giovanni Paolo II, ma bisognerebbe farlo per bene. Non limitarsi a triti e ritriti slogan che rimangono indimostrati. Del resto, nessuno ha mai affermato che i santi siano senza peccato. Bisognerebbe ricordarsi che il primo papa fu un tale che rinnegò tre volte il Cristo... Un peccato quasi sul piano di quello di Giuda! Ma si pentì e ricevette il perdono dell'Altissimo.
Soprattutto mi pare veramente arrogante il voler dare a Giovanni Paolo II colpe non sue, volergli addossare i peccati commessi dagli altri uomini di Chiesa. Forse non ci si accorge che i Papi non sono più obbediti come in passato e che in certi settori ecclesiali si ignorano le direttive pontificie?
Poi, tanto per fare un esempio, si parla di bacio del corano e sincretismo (collegati tra loro): ma forse papa Woytjla non approvò la Dominus Iesus? Perchè non ricordare anche gli innumerevoli lati positive e le luci del pontificato?
Concludo con l'augurio che il Bambinello porti pace e gioia nei cuori di tutti i fedeli e anche un po' più di modestia nel giudicare un defunto Sommo Pontefice.
Auguri di felice Natale!

euge ha detto...

Condivido il post di Don Marco
( Vaticanista ). Tanti forse anche in maniera ipocrita e sull'emozione del momento, si sono proclamati " difensori ed ammiratori " di Giovanni Paolo II usandolo anche contro il suo successore; ora che si sta avvicinando la sua beatificazione, arrivano i dubbi, le critiche e tanto altro. Questo mi fa pensare, purtroppo, che pochi lo hanno conosciuto ed amato veramente.

Anonimo ha detto...

Per Cristiano:

tutto giusto quello che hai scritto.
Ma la beatificazione non è infallibile.
Solo la canonizzazione lo è.

Antonio