lunedì 25 gennaio 2010

I Cristiani: testimoni e politici per il Papa e Bagnasco (Angela Ambrogetti)


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Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:

I cristiani: testimoni e politici per il papa e Bagnasco

Angela Ambrogetti

I temi sono quelli consueti, senza sbavature o deviazioni.
La prolusione al Consiglio episcopale permanente d' inverno del cardinale Angelo Bagnasco ripercorre i fatti più importanti degli ultimi mesi, torna a sottolineare temi come la bioetica, la necessità di difendere l'ambiente, la dignità degli immigrati, i successi del Progetto culturale, senza mai scoprirsi.
Senza mai cioè, sbilanciarsi tra la posizione del Segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone e il presidente del Progetto Culturale Camillo Ruini. Sono loro oggi in Italia a rappresentare le due linee di azione della Chiesa nella società e nella politica. E a pochi giorni ormai dalle elezioni amministrative, con alleanze incerte di regione in regione, le posizioni "politiche" hanno una certa importanza.
Un discorso "sottotono" quel tanto che basta per lasciare un po' di spazio all' altro grande evento di oggi: i vespri ecumenici presieduti dal papa per la conclusione della settimana di preghiera per l' unità dei cristiani.
Concomitanza forse evitabile considerata la prevedibilità dell' evento, ma tant'è.
Il papa chiede "una testimonianza comune" dei cristiani "di fronte alle sfide sempre piu' complesse del nostro tempo, quali la secolarizzazione e l'indifferenza, il relativismo e l'edonismo, i delicati temi etici riguardanti il principio e la fine della vita, i limiti della scienza e della tecnologia, il dialogo con le altre tradizioni religiose".
E davanti ad anglicani, luterani ed ortodossi elenca i campi dell' agire comune: "La salvaguardia del Creato, la promozione del bene comune e della pace, la difesa della centralita' della persona umana, l'impegno per sconfiggere le miserie del nostro tempo, quali la fame, l'indigenza, l'analfabetismo, la non equa distribuzione dei beni".Gli stessi temi di cui aveva parlato in Sinagoga domenica 17 gennaio. Gli stessi temi che Angelo Bagnasco propone nella sua prolusione. E il cardinale presidente dei vescovi italiani lo fa scegliendo la neutralità del presidente della Repubblica e rilancia uno stile sobrio e moderato di intervento nella società civile.
"Non serve a nessuno- dice Bagnasco- che il confronto pubblico sia sistematicamente ridotto a rissa, a tentativo di dominio dell'uno sull'altro. Allo stesso modo è insopportabile concentrarsi unicamente sulla denigrazione reciproca, arrivando talora a denigrare il Paese intero pur di far dispetto alla controparte. Anche i media, che devono corrispondere ai compiti di informazione e di controllo che sono loro propri in una società evoluta, non devono cadere nel sistematico disfattismo o nell'autolesionismo di maniera. Il giornalismo del risentimento che si basa, più che sulle notizie, sui conflitti veri o immaginati, finisce per nuocere anche alla causa per cui si sente mobilitato. Il Paese ha bisogno di uscire dalle proprie pigrizie mentali, dai pregiudizi ammantati di superiorità, per essere meglio consapevole delle risorse e delle qualità di cui dispone, per dare una giusta considerazione ai successi conseguiti ad esempio sul fronte della lotta alla criminalità, o dell'eccellenza tecnologica, o della ricerca medico-scientifica, o della bio-alimentazione, o dell'industria creativa. Occorre essere fieri del proprio buon nome, della propria fatica, dell'impegno speso senza vanità e che, quando c'è, non può essere annullato da nessuno.
A partire da simili presupposti, è possibile allora per la politica - intesa come l'opera civile più grande per gli altri - proporsi l'obiettivo urgente, ma colpevolmente sempre rinviato, delle riforme che invece sono attese per dare compiutezza a quella transizione istituzionale, politica e strutturale che, se ritardata, assorbe le risorse e corrode gli entusiasmi. Il Presidente della Repubblica molto opportunamente non si stanca di richiamare le classi politica, amministrativa e giudiziaria, e le diverse componenti dirigenziali, a mettere da parte calcoli individuali, e talora anche meschini, per riuscire negli obiettivi generali."
E il cardinale rimane in equilibrio sul tema dell' economia, del supporto alla famiglia e parla di "cattiva letteratura" che ha lasciato il segno. E poi ci sono gli immigrati, ci sono i fatti di Rosarno e Gioia Tauroa. "Quelle capanne di cartone o plastica senz'acqua e senza elettricità, dunque senza il minimo requisito igienico-sanitario, incapsulate all'interno di manufatti abbandonati e diroccati, esposte alle intemperie e invase dal fango, indicano uno standard non accettabile: così non si può, così non è umano. È realistico pensare che in contesti come questi non possano attecchire seri tentativi di integrazione, mentre prendono vita pezzi di società parallela e auto-referenziale rispetto ai quali diventa difficile scongiurare tensioni e micro-conflitti, che finiscono per condizionare pesantemente la percezione del fenomeno da parte dei cittadini." E come sempre il cardinale va oltre la politica, anche qui in perfetto equilibrio riporta i temi del convegno " Dio oggi", grande rientro in scena del cardinale Ruini, ripropone le parole del papa alla Curia Romana con l'immagine del " cortile dei gentili" , luogo di incontro con i non credenti.
E conclude la prolusione ai tre giorni di lavoro comune con un auspicio tanto generico quanto necessario : "vorrei che questa stagione contribuisse a far sorgere una generazione nuova di italiani e di cattolici che, pur nel travaglio della cultura odierna e attrezzandosi a stare sensatamente dentro ad essa, sentono la cosa pubblica come importante e alta, in quanto capace di segnare il destino di tutti, e per essa sono disposti a dare il meglio dei loro pensieri, dei loro progetti, dei loro giorni. Italiani e credenti che avvertono la responsabilità davanti a Dio come decisiva per l'agire politico."
Equilibrio perfetto in attesa di vedere che cosa succederà, ma anche una occasione per ricordare ai vescovi italiani che "ciascuno è chiamato a respingere le intimidazioni del secolarismo". E anche, come ha detto il papa, un invito per una ''nuova, intensa, attivita' di evangelizzazione, non solo tra i popoli che non hanno mai conosciuto il Vangelo, ma anche in quelli in cui il Cristianesimo si e' diffuso e fa parte della loro storia''.

http://www.angelambrogetti.org/

Leggo:

Concomitanza forse evitabile considerata la prevedibilità dell' evento, ma tant'è.

Non posso che applaudire a questa semplice verita'!
R.

1 commento:

sonny ha detto...

Ah ecco, allora non sono l'unica a essermi posta la domanda. Un'altra data no, eh...