lunedì 4 gennaio 2010

Il messaggio di Napolitano al Papa per la Giornata mondiale della pace: Sintonia con Benedetto XVI anche nel discorso di fine anno (Osservatore R.)


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Sintonia con Benedetto XVI anche nel discorso di fine anno

Il messaggio di Napolitano al Papa per la Giornata mondiale della pace

Roma, 2. Il presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, condivide l'appello di Benedetto XVI a ritrovare una dimensione etica nelle questioni del clima e dello sviluppo economico.
Il capo dello Stato ha inviato al Papa un messaggio in occasione della Giornata mondiale della pace. "Il suo costante appello alla dimensione etica delle decisioni umane, già posto con forza nell'enciclica Caritas in veritate, ci esorta - è scritto nel messaggio - a un approccio morale, che non posso che condividere, verso le questioni che riguardano l'ambiente e lo sviluppo, affinché prevalgano atteggiamenti lungimiranti, ma soprattutto responsabili, nell'interesse delle generazioni future". Si legge ancora nel messaggio: "Santità, il suo richiamo agli obbiettivi della pace, dello sviluppo sociale, della solidarietà, offre una straordinaria testimonianza dei valori universali ai quali ispirarsi e esorta a non smarrire la percezione dei problemi che coinvolgono l'umanità intera. A questo riguardo, Ella, in occasione dell'annuale celebrazione della Giornata mondiale della pace, ha voluto soffermarsi su un argomento, quello dell'emergenza ambientale, che per importanza ed attualità tocca da vicino la sensibilità di noi tutti. In un momento in cui appaiono tuttora persistenti le difficoltà all'accettazione di obbiettivi ritenuti minimi per la salvaguardia del nostro Pianeta, nonostante lo sforzo negoziale della Conferenza di Copenaghen che ha prodotto risultati inferiori alle attese, Ella ci invita nuovamente a riflettere sulla comune responsabilità nei confronti del degrado ambientale, richiamando quel principio di "solidarietà globale", che dovrebbe sempre orientare l'atteggiamento di coloro che detengono responsabilità di Stato e di Governo".
Fondamento di una società giusta - osserva Napolitano - è "il rispetto per il prossimo e per ciò che ci circonda. Esso trae origine da "quell'Amore che move il sole e l'altre stelle" che Vostra Santità, citando con mio personale orgoglio di italiano il sommo Poeta Dante Alighieri, ha richiamato nel Suo messaggio. È pertanto prendendo spunto dall'accorato appello che Ella ha voluto rivolgere alle donne ed agli uomini di tutto il mondo, che io stesso desidero esprimere il mio sentimento di speranza e di fiducia nelle nuove generazioni, chiamate a costruire il futuro del nostro Paese, in nome del rispetto del prossimo e del comune patrimonio naturale che abbiamo il privilegio di condividere".
La sintonia con il Papa e la Chiesa cattolica era stata sottolineata dal capo dello Stato anche nel discorso di fine anno. In questa occasione, Napolitano ha spiegato come l'Italia abbia speranza nel futuro e meriti fiducia. Ma urgono riforme condivise per uscire dalla crisi e rinnovare il Paese. In questa ottica, è necessario riscoprire i valori civili, la sobrietà dei comportamenti, la solidarietà e la tolleranza, valori sui quali si incontra "la voce e l'impegno di religiosi e di laici, della Chiesa e del mondo cattolico". Per il capo dello Stato "le riforme istituzionali e della giustizia non possono essere ancora tenute in sospeso", "bloccate da un clima di sospetto tra le forze politiche e da opposte pregiudiziali". Tanto più - specifica Napolitano - che la seconda parte della Costituzione "può essere rivista", rispettando "gli equilibri fondamentali tra Governo e Parlamento" e tra questi e le istituzioni di garanzia.
Sui temi sociali, il capo dello Stato ha ricordato come, sebbene ci siano segnali di ripresa, la crisi economica rischia di avere ricadute pesanti: le famiglie stanno male, "elevato è in Italia il livello della disuguaglianza e della povertà. Le retribuzioni dei lavoratori dipendenti hanno continuato ad essere penalizzate da un'alta pressione fiscale e contributiva; più basso è il reddito delle famiglie in cui ci sono occupati in impieghi atipici, comunque temporanei".
Il nuovo slancio di cui ha bisogno l'Italia - osserva Napolitano - richiede il "recupero di valori condivisi". Che si declinano anche restando "vicini a tutte le realtà in cui si soffre anche perché ci si sente privati di diritti elementari ". Solidarietà "significa anche comprensione e accoglienza verso gli stranieri che vengono in Italia, nei modi e nei limiti stabiliti, per svolgere un onesto lavoro o per trovare rifugio da guerre e da persecuzioni: le politiche volte ad affermare la legalità, e a garantire la sicurezza, pur nella loro severità, non possono far abbassare la guardia contro razzismo e xenofobia, non possono essere fraintese e prese a pretesto da chi nega ogni spirito di accoglienza con odiose preclusioni".
Nel confronto "su una nuova concezione di sviluppo - ha detto poi Napolitano - che tenga conto delle lezioni della crisi recente e dell'allarme per il clima e per l'ambiente, ritroviamo l'ispirazione e il pensiero del Pontefice. Vedo egualmente sentita in quel mondo l'esigenza dell'unità della nazione italiana".

(©L'Osservatore Romano - 2-3 gennaio 2010)

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