martedì 26 gennaio 2010

L’esperienza e la testimonianza di don Fortunato Di Noto: Io, in missione su internet


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L’esperienza e la testimonianza di uno dei più conosciuti e impegnati «preti online»

Io, in missione su internet

don Fortunato Di Noto

Il simbolo che utilizzavo nelle prime chat nel lontano 1989 era «0+».
Venivo indicato così dagli hacker che in maniera del tutto casuale incontravo durante le prime navigazioni online: 20 anni fa. Si impressionavano della presenza di un prete online. Un tempo relativamente breve, ma un era per il mondo digitale. Mi sento già "nonno" tra i nuovi "nati digitali".
Sono molto più esperti di me, molto più versatili, e spesso faccio fatica a trovare qualcuno disposto a chattare per ore intere. Tutto è istantaneo, velocizzato, frammentario. Devo confessarvi che a volte, solo a volte, la solitudine prende il sopravvento anche se ho su facebook circa 2mila amici, che neanche ti dicono ciao quando ti scorgono online. Non lo faccio nemmeno io. Capita che qualcuno ti scorge per "strada", ma scorgere qualcuno è sempre un dono.
«0+» significava «uomo con la croce».
Un segno che ho sempre utilizzato con passione e con la chiara identificazione di uno dei (forse) pochi preti al mondo che utilizzavano 20 anni fa questo straordinario mezzo che è Internet.
Una nuova e straordinaria forma di comunicazione, Internet. E il Papa ci incita a farne uso. Per me è già terra di missione, occasione per annunciare con fedeltà al Vangelo e alla Chiesa un affascinante mistero d’amore per tutto il creato.
Attraverso Internet, la misericordia di Dio si è manifestata nel concreto aiuto di giovani che volevano suicidarsi, di bambini che venivano violati, di ascolto e ricevimento di richieste di aiuto non virtuale ma reale.
Internet è stato un terreno fertile di grandi opportunità per evangelizzare un nuovo uomo carico e ricco di umanità, di profonda ricerca di sé, d’insaziabile desiderio di comunicare. È stato anche il luogo dove si è manifestata la bellezza dell’uomo, ma anche il suo degrado, un degrado fatto di schizofrenia, di oscurità, di criminalità e malaffare.
Di violenza e di sfruttamento di minori. Di pornografia e di orrore. Ecco noi sacerdoti, ora dobbiamo pensare di stare anche in questi luoghi, pur senza dimenticare che il virtuale non sostituirà mai la "carne" dell’uomo. L’uomo nella sua totale integrità.
Ecco allora che, con lungimirante e significativa presenza, la Chiesa si immerge ad ascoltare e accompagnare l’uomo che cerca Dio, quest’uomo che in internet vuole "sopravvivere" alla dimensione del silenzio assordante delle voci inadeguate e inutili. Vuole annunciare che Dio, anche nell’epoca di Internet, non ci ha dimenticato.
«0+» l’uomo con la croce non si è stancato, non ha abbandonato questo luogo perché ha una certezza: Chi ha portato la croce, Chi ha offerto all’uomo il volto umano della vita e la speranza che in essa c’è, non abbandona nessuno. Nuove sfide? Credo solo una vivace e creativa presenza nel testimoniare che il Vangelo è e continuerà ad annunciare, nei deserti virtuali, l’amicizia di Dio con l’uomo. Virtuale o reale che sia.

© Copyright Avvenire, 26 gennaio 2010 consultabile online anche qui.

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