martedì 26 gennaio 2010

Rammarico del dicastero per l’Unità dei Cristiani per la pubblicazione non autorizzata della bozza di un testo sul dialogo tra cattolici e ortodossi


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Rammarico del dicastero per l’Unità dei Cristiani per la pubblicazione non autorizzata della bozza di un testo sul dialogo tra cattolici e ortodossi

Il Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani ha constatato “con rammarico” che è stato pubblicato, da un mezzo di comunicazione, un testo che è all’esame della “Commissione Mista Internazionale per il Dialogo Teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa nel suo insieme”.
Il documento pubblicato, si legge in una nota del dicastero, “è un testo previo, che consiste in un elenco di temi da studiare e da approfondire, finora discusso solo in minima parte dalla suddetta Commissione”. Nell’ultima riunione della Commissione Mista Internazionale per il Dialogo Teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa - tenutasi a Paphos nell’ottobre scorso, rammenta il comunicato - “si era stabilito esplicitamente che il testo non sarebbe stato pubblicato finché non fosse stato esaminato nella sua totalità dalla Commissione”. Ad oggi, conclude la nota, “non esiste nessun documento concordato e pertanto il testo pubblicato non ha nessuna autorità, né ufficialità”.

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Inutile rammaricarsi con i giornalisti quando fanno semplicemente il proprio lavoro.
Ci si chieda: chi aveva in mano quel testo? Chi ne aveva conoscenza? Chi poteva diffonderlo e perche' ha deciso di consegnarlo ai media?

R.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

lo stesso documento era anche in mano ortodossa, e sarebbe stato più facile che venisse diffuso da quella parte, circolando in vari patriarcati e vescovadi, invece che da noi ove esiste un organo centrale, e sarebbe facile trovare il responsabile. eppure le bocche larghe sono sempre cattoliche,o meglio vaticane. Gli antichi avevano le ochecapitoline, noi abbiamo le rane vaticane...

Andrea Tornielli ha detto...

Cara Raffaella, ho letto il comunicato della Sala Stampa riguardante il documento sul primato petrino in discussione tra ortodossi e cattolici. Ho trovato interessante - personalmente - il fatto che la Sala Stampa parli genericamente di un mezzo di comunicazione (senza fare il nome e il cognome dell'illustre e ottimo giornalista, titolare di un blog autorevole e seguitissimo, letto in tutto il mondo e tradotto in varie lingue). La cosa, che mi ha piacevolmente sorpreso, mi è balzata subito agli occhi perché due mesi fa la stessa Sala Stampa, su indicazione - come mi hanno spiegato - della Segreteria di Stato e della Congregazione per la dottrina della Fede, non mancò - si parlava della Costituzione apostolica sugli anglicani - di fare una smentita citando solo il nome del sottoscritto e neppure il mio giornale, nonostante la notizia che avevo scritto (peraltro vera, riguardante l'esistenza di un dibattito interno alla Santa Sede sulla questione dell'ammissione al sacerdozio nelle comunità anglo-cattoliche di uomini sposati) fosse stata pubblicata tale e quale anche da altri media e non soltanto da me. Dalla vicenda traggo un'interessante lezione: evidentemente anche per la Sala Stampa e soprattutto per chi ha dato le indicazioni su come si doveva comportare nel mio caso, esistono figli e figliastri, ci sono vaticanisti da punire, il cui lavoro provoca "irritazione", altri invece sono più temuti e dunque guardati con maggiore rispetto.
Detto questo, spero vivamente che d'ora in avanti sia quello odierno, e non quello che mi ha riguardato direttamente, il modo di procedere della Santa Sede verso i giornalisti.

Raffaella ha detto...

Grazie per il commento, dottor Tornielli.
Non posso fare a meno di concordare.
All'epoca del comunicato sulla Anglicanorum Coetibus il blog espresse subito le perplessita' sulle modalita' adottate.
Come dissi allora, ribadisco anche oggi che i giornalisti fanno il proprio lavoro e che, se ci sono responsabilita' per eventuali fughe di notizie, e' altrove che occorre rivolgere il proprio rammarico.
Raffaella

Piero ha detto...

Cara Raffaella,
permettimi una osservazione impertinente ma rispettosissima.
Potevi anche consigliare al Noto giornalista di non disperare: è probabile che dopo il caotico P.Lombardi venga il sereno, e chissà se questo sereno si chiamerà Tornielli!
Con immensa stima,
Piero

Andrìa ha detto...

Padre Lombardi non perde occasione per far rimpiangere il suo predecessore. Ma era un caso che Navarro Valls fosse uno psichiatra?