giovedì 25 marzo 2010

Il Papa unito a chi difende la vita (Gasparroni)


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Il Papa unito a chi difende la vita

Fausto Gasparroni

CITTA' DEL VATICANO
All'indomani dell'intervento dei vescovi italiani, fatto a pochi giorni dalle elezioni regionali, anche papa Benedetto XVI ha riaffermato ieri i principi basilari dell'etica cattolica in materia di difesa della vita, «dal concepimento fino alla morte naturale» e di matrimonio tradizionale, tra uomo e donna, da considerarsi indissolubile.
«Il mistero dell'Incarnazione svela il particolare valore e la dignità della vita umana», ha detto il Pontefice durante l'udienza in generale in Piazza San Pietro. «Bisogna salvaguardare questo dono dal concepimento fino alla morte naturale», ha rimarcato papa Giovanni XVI, aggiungendo: «Con tutto il cuore mi unisco a coloro che intraprendono diverse iniziative a favore del rispetto per la vita e per la promozione della nuova sensibilità sociale».
Il Papa parlava in polacco, salutando i pellegrini di quella lingua, e faceva riferimento alla Giornata della Sacralità della Vita che si celebra in Polonia oggi, nella solennità dell'Annunciazione del Signore, ma le sue parole non potevano non riecheggiare il forte richiamo fatto dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, agli elettori cattolici sull'aborto, definito come «delitto incommensurabile».
Sempre ieri Papa Ratzinger, in un messaggio ai partecipanti al decimo Forum internazionale dei giovani in corso in questi giorni a Rocca di Papa (Roma) per iniziativa del Pontificio consiglio per i Laici, ha ribadito che il matrimonio ha senso solo nella «relazione tra l'uomo e la donna», e non può essere inteso come «un contratto a tempo che si può infrangere».
«Vorrei esortare i giovani delegati a scoprire la grandezza e la bellezza del matrimonio – ha detto il Papa –: la relazione tra l'uomo e la donna riflette l'amore divino in maniera del tutto speciale; perciò il vincolo coniugale – ha aggiunto – assume una dignità immensa».
«In un contesto culturale in cui molte persone considerano il matrimonio come un contratto a tempo che si può infrangere – ha affermato ancora Benedetto XVI – è di vitale importanza comprendere che il vero amore è fedele, dono di sé definitivo».
Le parole del Papa sono risuonate nell'eco, che è continuata ancora ieri, delle polemiche aperte nel campo politico dall'intervento del cardinale Bagnasco.
Per Rosy Bindi (Pd), «l'appello dei vescovi della Cei dev'essere considerato un contributo all'unità e al dibattito civile nel nostro Paese», però da prendere «integralmente, senza ritagliare la parte che fa più comodo (riferimento all'appello riguardante, oltre all'aborto, anche lavoro e immigrati). Secondo il segretario del Pd Pierluigi Bersani, «davanti al voto i vescovi hanno il diritto di rimarcare i punti essenziali del messaggio della Chiesa. I cattolici poi votano da cittadini – ha aggiunto – e devono essere capaci di districarsi tra i valori trovando un punto di equilibrio tra temi sociali ed etici».
Tranciante, come spesso gli capita, il commento di Umberto Bossi: «Il Vaticano ha nel Lazio la Bonino, che è un'abortista estremista: è chiaro che abbia da preoccuparsi», ha detto ai microfoni di Sky Tg24. Per Enrico Letta, vice segretario del Pd, però «sbaglia chi legge il documento della Cei, che è stato un contributo utile e importante, come un appello al voto per il centrodestra».
Il diritto dei vescovi a dire la loro, comunque, è stato ribadito dall'arcivescovo dell'Aquila, Giuseppe Molinari. «Non si può chiedere che i vescovi debbano farsi da parte nel dibattito elettorale», ha detto, aggiungendo però un'avvertenza: «Molti partiti cercano di piegare la dottrina sociale della Chiesa dal loro punto di vista, e questo non va bene».

© Copyright Gazzetta del sud, 25 marzo 2010

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