mercoledì 24 marzo 2010

Dopo la lettera del Papa all'Irlanda si dimette il vescovo John Magee (Izzo)


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Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:

PAPA: DOPO LETTERA A IRLANDA SI DIMETTE EX SEGRETARIO DI PAOLO VI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 24 mar.

Benedetto XVI ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Coyne in Irlanda presentate da mons. John Magee, potente ex segretario personale di Paolo VI, di Giovanni Paolo I e per un periodo anche di Giovanni Paolo II che lo nomino' successivamente maestro delle cerimonie pontificie prima di rimandarlo in patria con l'incarico di vescovo di un'importante diocesi. Ne da' notizia la Sala Stampa della Santa Sede.
Coinvolto nello scandalo dei preti pedofili per aver sottovalutato il problema limitandosi a trasferire di parrocchia chi era sospetatto di aver compiuto abusi su minori, mons. Magee si era gia' autosospeso alcuni mesi fa dall'incarico. Le dimissioni arrivano pero' dopo la Lettera Pastorale di Benedetto XVI che qualifica come peccati sia gli abusi dei preti che le
coperture offerte dai vescovi.
"Nel partire voglio offrire ancora una volta le mie scuse sincere a qualsiasi persona che abbia subito abusi da un sacerdote della diocesi di Cloyne, durante il mio vescovato o in qualsiasi altro momento", scrive mons. Magee in una
nota. "A coloro con cui ho sbagliato in qualsiasi modo, ovvero facendoli soffrire per mezzo del mio silenzio, chiedo perdono e mi scuso".
L'ex-vescovo di Cloyne inoltre si "assume la piena responsabilita'" di fronte alle critiche che un rapporto del National Board for Child Protection aveva mosso nel 2008 alla sua gestione del caso di due preti pedofili e ribadisce di aver deciso di lasciare per potersi "concentrare sulla cooperazione con la Commissione d'inchiesta governativa sulle procedure di protezione dei bambini nella diocesi".
In una nota diffusa oggi dalla Conferenza Episcopale Irlandese si spiega invece che l'amministratore apostolico e' nominato temporaneamente a governare una diocesi quando circostanze "speciali e molto gravi" rendono questo incarico vacante. Tanto che l'amministratore "governa la diocesi a nome del Santo Padre ed ha tutti i poteri e i doveri di un vescovo diocesano". Nella stessa nota, l'attuale amministratore apostolico di Cloyne, mons. Dermot Clifford, comunque ringrazia il vescovo dimissionario Magee per la collaborazione che gli ha offerto in quest'anno di guida della diocesi. "Chiedo - ha aggiunto - continue preghiere e supporto ai fedeli laici, ai preti e ai religiosi della diocesi di Cloyne per tutti coloro che hanno sofferto di abuso".
Nato nel 1936 in Irlanda, mons. Magee e' stato segretario privato di Paolo VI che lo scelse perche' di lingua inglese mentre era officiale della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli. Nel 1982 Papa Wojtyla lo nominò Maestro delle Celebrazioni liturgiche Pontificie per rimandarlo poi in patria nel 1987 con l'incarico di vescovo. Era stato lui - almeno secondo la versione ufficiale data dal Vaticano - ad accorgersi per primo della morte di Papa Luciani entrando nella stanza da letto del Pontefice all'alba del 29 settembre 1978, dopo essere stato avvertito da una delle suore dell'appartamento che il Santo Padre non aveva aperto la porta per prendere il caffe', come abitualmente faceva ogni mattina prima delle cinque. Secondo altre ricostruzioni, invece, la suora aveva aperto la porta e visto lei per prima il cadavere del Papa. In ogni caso, la morte era sopraggiunta tra le 21,30 della sera precedente quando Luciani si era ritirato per riposare e le 4,45 del mattino, quando appunto avrebbe dovuto aprire la porta per il solito caffe'. E mons. Magee fu il principale testimone di quelle ultime ore di Giovanni Paolo I.

© Copyright (AGI)

2 commenti:

mariateresa ha detto...

mi frulla per la testa un pensierino su questa famosa De Delictis e Kung.
Premetto che sono veramente disgustata da questi velenosi atti senili.
Si ricorda forse qualcuno che Kung abbia stigmatizzato come fonte di cover up questa lettera?Non ora, ma dopo il 2001, intendo.
E se l'intento maligno della De Delictis era così evidente perchè Kung è poi andato a trovare il Papa a Castelgandolfo?Avrebbe dovuto fargli schifo solo la prospettiva. Ma non gli fece affatto schifo.
Come si può concedere la buonafede a un uomo come KKung? Lo scandalo in America era già alle spalle, ma lui è andato a Roma a incontrare l'insabbiatore.
E la pertinacia nell'accusarlo mi fa pensare veramente male di lui e dei media che lo ospitano.Non parlo dei vaticanisti che allora, e anche adesso, riconoscono la novità e le buone intenzioni di quella lettera.
Ricordare sempre la lettera del 2001 è esattamente quello che fanno certi avvocati delle vittime per alzare e riempire il piatto dei risarcimenti. E mi fa un bello schifo anche che Kung aizzi i vescovi contro il Papa con l'argomentazione che c'era la lettera come scusa del loro comportamento: perchè è lì che l'energumeno vuole andare a parare, a suggerire cioè una linea di difesa.
Il rapporto Murphy scrive a chiare lettre che non furoneo rispettate le misure di diritto canonico.
Io mi rendo conto di una cosa, anzi di due: primo, ormai alcuni, compreso Kung giocano il tutto e per tutto e non certo per il bene della Chiesa perchè mentono e infangano;non sarà da questi riformatori biliosi, arroganti e vendicativi che verrà una riforma della nostra Chiesa perchè il linguaggio che parlano è testimonianza di quello che sono.

Anonimo ha detto...

Ciao Raffaella....notizia ASCA....
li.pa.

PEDOFILIA: NEGLI USA 398 DENUNCE CONTRO PRETI NEL 2009, IN CALO DEL 36%
(ASCA) - Roma, 24 mar - Calano negli Stati Uniti le denunce contro preti che si sarebbero macchiati di abusi sessuali e molestie nei confronti di minori. Secondo il rapporto della Conferenza episcopale Usa, il numero delle vittime, delle accuse e dei preti riconosciuti colpevoli nel 2009 e' calato al minimo storico dal 2004, anno in cui la Chiesa ha cominciato a raccogliere questi dati. Rimane invece alto il prezzo che le diocesi cattoliche statunitensi devono pagare per gli abusi, sia come danni alle vittime di molestie che come spese legali nei processi: nel 2009, per casi di pedofilia, la Chiesa ha dovuto pagare 104 milioni di dollari, contro i 376 del 2008. In totale, dall'esplodere dello scandalo nel 2002, le diocesi Usa hanno dovuto sborsare 2,7 miliardi di dollari. Nel 2009, la Chiesa ha ricevuto 398 denunce per abusi commessi da preti o religiosi, con un calo del 36% rispetto al 2008. Il numero dei preti coinvolti e' calato del 32%, con 286 preti chiamati in causa: la maggior parte di loro sono morti da tempo, oppure sono gia' stati allontanati dal sacerdozio. Solo sei casi riguardavano persone ancora minorenni nel 2009. Nel complesso, circa un ottavo delle denunce ricevute e' stato ritenuto infondato dai vescovi Usa. Il rapporto sottolinea anche che quasi la meta' dei casi di 'nuovi abusi', commessi tra il 2008 e il 2009, riguardi preti stranieri in visita negli Stati Uniti.