domenica 28 marzo 2010

La giustizia degli Stati, la missione della Chiesa (Dalla Torre)


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Il Papa: Domenica delle Palme, Gesù è il re che porta la pace del cielo sulla terra (AsiaNews)

Il Papa: "Cari amici, non temete quando il seguire Cristo comporta incomprensioni e offese" (Angelus)

Benedetto XVI alla messa di San Pietro: "Siamo tutti in una cordata, occorre umiltà"

Benedetto XVI: Umiltà essenziale, forze umane non bastano

San Pietro, processione di Domenica delle Palme

Il Papa: "L’uomo può scegliere una via comoda e scansare ogni fatica. Può anche scendere verso il basso, il volgare. Può sprofondare nella palude della menzogna e della disonestà. Gesù cammina avanti a noi, e va verso l’alto. Egli ci conduce verso ciò che è grande, puro, ci conduce verso l’aria salubre delle altezze: verso la vita secondo verità; verso il coraggio che non si lascia intimidire dal chiacchiericcio delle opinioni dominanti; verso la pazienza che sopporta e sostiene l’altro" (Omelia)

Il card. Tonini: "Al Papa direi che anche questi attacchi confermano che questo è un momento straordinario nella storia della Chiesa" (Corradi)

Euge e Gemma ci salutano da Piazza San Pietro :-)

Ecco dove nasce crisi di rigetto verso la Chiesa nell’epoca di Benedetto XVI (Eugenio Capozzi)

Chiesa e pedofilia: il commento di Francesco Agnoli

Preti pedofili e attacco al Papa. La Madonna lo aveva previsto? Riflessione di Massimo Introvigne

La mistificazione della lobby laicista (Iannuzzi)

Padre Lombardi: «Gli attacchi non indeboliscono il Papa ma lo confermano nel combattere ed estirpare la piaga degli abusi» (Tornielli)

Secondo De Robertis un Papa "simpatico" è meno attaccabile dai media. Chissà quanto dovevano essere antipatici San Pietro, San Paolo...

“La palma del perdono e del martirio della Chiesa Cattolica”. Padre Antonio Rungi sugli attacchi al Papa

Ottima ed incisiva la risposta della Santa Sede degli ultimi due giorni...avanti così!

Benedetto, cinque anni sotto attacco (Rodari). Il magnifico primo lustro del Santo Padre :-)

La lotta del Papa contro i pedofili non è indebolita dagli attacchi dei media (Izzo). Da incorniciare

Papa Ratzinger. Grazie a Dio! Un bellissimo articolo di Sara Fumagalli all'indomani dell'elezione di Benedetto XVI

Nessuno ha fatto quanto Benedetto XVI contro gli abusi sui minori (Vincent Nichols, Osservatore Romano)

Il paradosso di Benedetto XVI: attaccato dall'esterno per non avere agito e dall'interno per avere agito troppo. Il "caso" Maciel (Messori). Monumentale

Vorrei contribuire anche io alla ricostruzione del "caso" di Monaco: una rana mi ha detto che sul documento custodito in cassaforte c'e' una macchia

Grandissimo Tornielli che aiuta Repubblica nelle ricostruzioni: “Per caso” don Gänswein quel 15 gennaio 1980 era assente…

I “Legionari di Cristo” fanno il mea culpa dopo i quattro anni di indagine ordinata da Benedetto XVI (Giansoldati)

Nel frastuono di questi giorni è passato inosservato un anniversario importantissimo: il quinto, dalla Via Crucis del 2005

Pedofilia, «efficace» la linea Ratzinger. «Negli Usa accuse diminuite del 30%» (Corriere)

Se questo cardinale diventa papa… siamo nei guai!!! (Michelangelo)

Padre Lombardi: sulla pedofilia, la Chiesa è impegnata nel ristabilimento della giustizia e nella purificazione della memoria (Radio Vaticana)

John Allen: "Ratzinger è l’eroe della battaglia contro la pedofilia ma il metodo scelto dal Vaticano per difendersi è vecchio, superato ed inefficace"

La corrente antipapista torna ad alzare la testa (Sergio Soave)

Card. Kasper: «Vero, a volte si è taciuto, ma Ratzinger ha rotto il silenzio» (Vecchi)

La carne e padre Murphy. Il commento di Giuliano Ferrara

Come mai i media non ci parlano di Maciel e delle coperture (anche vaticane) di cui ha goduto?

Perseguitando il Papa si rischia di vanificare il suo duro lavoro contro i preti pedofili (Cristina Odone). Straordinario!

Il punto sulla pedofilia nella Chiesa. Tutta la documentazione raccolta da Bruno Mastroianni

La "lezione americana": il cattivo giornalismo fa breccia in Italia: riflessione di Giovanni Tridente

L'IGNOBILE CAMPAGNA CONTRO BENEDETTO XVI, IL PAPA CHE PIU' DI OGNI ALTRO HA COMBATTUTO LA PEDOFILIA NELLA CHIESA: LO SPECIALE DEL BLOG

SANZIONE DEL MALE E RICERCA DI CONVERSIONE AL BENE

LA GIUSTIZIA DEGLI STATI LA MISSIONE DELLA CHIESA

GIUSEPPE DALLA TORRE

Povera Chiesa – è stato scritto – se per reagire a eventuali abusi nei confronti dei minori continuerà ad af­fidarsi al diritto interno, cioè a quel di­ritto canonico che ai 'non esperti' ap­pare del tutto inadeguato «nella defi­nizione del crimine (o se vogliamo, del peccato)» e strumento «della discre­zionalità assoluta dell’autorità eccle­siastica ». A prendere la parola su di un tema di dolorosa attualità è stato Gian Enrico Rusconi, sulla Stampa dell’al­tro ieri. Ma l’articolista non coglie al­cuni tratti distintivi essenziali della questione.
Primo. È almeno dal XIX secolo che gli Stati hanno rivendicato a sé la com­petenza a giudicare dei reati commessi da chierici. Non c’è più da tempo quel­lo che una volta si chiamava il 'privi­legio del foro': oggi è il giudice stata­le competente a giudicare penalmen­te, a norma della legge penale statale, e a condannare se c’è il reato, chiun­que commetta il crimine di abusi ses­suali nei confronti dei minori, anche se sacerdote o religioso. La Chiesa ri­conosce serenamente questa compe­tenza. E se c’è un aspetto che lascia perplessi delle recenti polemiche, sul quale non si è rivolta l’attenzione, è che a fronte dei casi proposti e ripro­posti, molti dei quali risalenti a de­cenni addietro, pochissimi sono quel­li giunti al giudizio dell’autorità giudi­ziaria civile. È da domandarsi se del contestato «silenzio» si debba fare ca­rico solo alla istituzione ecclesiastica.
Secondo. Nella Chiesa, è fondamen­tale la distinzione tra peccato e reato, e quindi tra il foro penitenziale, quel­lo comunemente detto della confes­sione, nel quale viene amministrato il sacramento della penitenza, e il foro giuridico, esterno, nel quale all’accer­tamento della colpevole violazione di una norma penale canonica segue la irrogazione di una sanzione. Non o­gni peccato è un reato canonico; ma certamente tra questi ultimi vi sono peccati fra i più gravi.
Terzo. Fermo restando che, come in o­gni altra cosa umana, anche il diritto positivo della Chiesa è sempre perfet­tibile, occorre dire però che allo stato attuale esso non pare inadeguato nel­la definizione del crimine di pedofilia, sia dal punto di vista soggettivo che dal punto di vista oggettivo. Il para­grafo 2 del canone 1395 del Codice di diritto canonico, infatti, punisce e­spressamente il chierico che abbia commesso, con un minore, atti che siano contrari al sesto precetto del De­calogo. I contenuti del reato sono sta­ti ulteriormente precisati in docu­menti successivi alla promulgazione del codice, come ad esempio nel caso dei provvedimenti assunti con riferi­mento alla situazione statunitense, dove per primo si è manifestato il fe­nomeno. D’altra parte, l’irrogazione della pena (che può essere graduata in ragione delle circostanze che pos­sono ulteriormente aggravare il fatto) segue anche se il fatto commesso sia privo di effetti scandalosi, non sia a­bituale, non ci sia recidiva. E si deve notare come la perseguibilità del reo non sia lasciata alla discrezionalità del­l’autorità ecclesiastica.
Non c’è, in­somma, alcun divieto di denuncia al­l’autorità civile. Il provvedimento di Giovanni Paolo II Sacramentorum sanctitatis tutela , del 2001, e successive integrazioni, hanno poi reso più rigida e severa la discipli­na di tutta la materia. Ma soprattutto occorre dire che il di­ritto penale canonico – che, è bene sot­tolinearlo di nuovo, non si sostituisce a quello dello Stato – ha una finalità del tutto diversa dai diritti penali se­colari. Occorre partire dallo spirito proprio del diritto della Chiesa, che è strumento per favorire il bene spiri­tuale del credente, per comprendere che le pene canoniche hanno emi­nentemente una finalità medicinale: sono dirette a far cogliere al fedele la gravità del male commesso; a fargli percepire il danno compiuto nei con­fronti degli altri, ma anche a se stesso, alla propria anima; sono volte a favo­rire un cammino di conversione e di emenda, a mostrare un obiettivo di possibile riscatto.
È un diritto che presuppone la fede, e solo la sussistenza di questa rende pe­nosa, quindi efficace, la sanzione.

© Copyright Avvenire, 28 marzo 2010

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