La corrente antipapista torna ad alzare la testa (Sergio Soave)

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La corrente antipapista torna ad alzare la testa

I COMMENTI
Di Sergio Soave

IL PUNTO

L'attacco simultaneo che da più parti viene condotto contro la Chiesa cattolica e persino contro la persona del pontefice, difficilmente deriva da una convergenza casuale.
Casi di pedofilia tra gli ecclesiastici, non solo cattolici peraltro, si sono verificati e sono stati denunciati a varie riprese e in tempi e località diverse. Se oggi da essi si trae l'occasione per avviare una poderosa campagna contro Benedetto XVI, basata neppure su illazioni ma sull'accusa di una colpevole tolleranza che le parole e i fatti del Papa smentiscono radicalmente, significa che si è rianimata una corrente «antipapista» che ebbe i suoi principali successi con l'affermazione della riforma luterana.
A pensare male, si sa, si rischia di azzeccarla. Viene in mente, allora, che il cattolicesimo ha avuto una inattesa ripresa di consensi in Occidente, simboleggiata dalla conversione dell'ex premier britannico Tony Blair nell'ambito di un più ampio processo di scissione procattolica della chiesa anglicana. Anche l'ex presidente americano George Bush ha affermato di sentirsi vicino alla fede romana, e un clima di questo genere certamente non fa piacere alla cancelliera tedesca, che peraltro è stata una specie di pastore luterano (e che non ama affatto l'ala bavarese e cattolica della sua stessa formazione politica).
L'antipapismo è una corrente potente nel pensiero occidentale, che sembrava aver perso virulenza nella fase in cui l'Occidente doveva unirsi per contrastare la minaccia sovietica. Pio XII con la sua apertura all'America è stato l'artefice di questa temporanea pacificazione, e forse anche per questo è oggetto della «leggenda nera» sulla sua presunta acquiescenza alla barbarie nazista, della quale non è mancata qualsiasi prova a sostegno, ma abbondano quelle a discarico. Oggi le condizioni che rendevano necessaria quella pacificazione di fronte a un pericoloso nemico non ci sono più. Joseph Ratzinger, inoltre, con la sua indimenticata lezione di Ratisbona, si è presentato come il sostenitore più profondo di una concezione aperta, ma non reclinata della civiltà occidentale e cristiana, ottenendo anche i successi di cui si è fatto cenno nel mondo anglosassone.
È comprensibile, anche se difficilmente giustificabile, che la sensibilità protestante si sia sentita offesa, e che in questo ambito si sia fatta strada una tendenza aggressiva e diffamatoria del tradizionale antipapismo. In questo modo si punta a costringere la chiesa cattolica e il Papa stesso sulla difensiva, il che peraltro renderà più difficile l'azione severa di purificazione interna che è iniziata col messaggio di Benedetto XVI alla chiesa d'Irlanda. C'è da sperare che la campagna mediatica, fondata sul nulla, rifluisca con la stessa rapidità con cui si è sviluppata, ma in ogni caso è destinata a lasciare un segno. Un gran brutto segno.

© Copyright Italia Oggi, 27 marzo 2010 consultabile online anche qui.