martedì 23 marzo 2010
“Nobile la lettera del Papa, prevedibile la risposta della stampa mondiale” dice un prete blogger, Tim Finigan (Rodari)
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“Nobile la lettera del Papa, prevedibile la risposta della stampa mondiale” dice un prete blogger
di Paolo Rodari
“Nobile la lettera del Papa. Prevedibile la risposta della stampa”. E’ l’accusa che padre Tim Finigan, blogger cattolico molto seguito nel mondo anglosassone, ha scritto dopo aver valutato i commenti che la stampa laica ha riservato alla lettera che Benedetto XVI ha inviato alla chiesa d’Irlanda in merito agli abusi su minori commessi da preti. I primi a commentare sono stati Richard Owen e David Sharrock del Times, i quali in un articolo uscito sabato (dunque prima di conoscere la lettera di Ratzinger) hanno detto che l’accoglienza del testo sarebbe stata negativa.
A loro dire a nulla sarebbero servite le parole del Papa “dopo una settimana in cui più volte il primate d’Irlanda, il cardinale Sean Brady, ha chiesto scusa per aver coperto coloro che nel clero hanno abusato di minori”. All’ammissione di colpa di Brady, secondo Owen e Sharrock, il Papa non avrebbe potuto aggiungere nulla di significativo.
E’ così? Non secondo il commentatore di fatti religiosi del Telegraph, Damian Thompson. Per lui il Times non ha fatto altro che mostrare come certa stampa sia “preventivamente anticattolica”: “Ne vedremo delle belle” dice “quando il Papa a settembre verrà in Inghilterra”. Dall’Inghilterra all’Irlanda il leit motiv è uno. Lo sintetizza bene un titolo di Irish News: la lettera del Papa è un primo passo importante che tuttavia “il Vaticano avrebbe dovuto mettere in campo parecchio tempo fa”.
Anche altri leggono la lettera cercando di mostrarne luci e ombre. Per l’Irish Independent il Papa ha fatto un gesto nobile ma “non si è impegnato in una reale riforma”. Non sono sufficienti, insomma, la pubblica condanna, il richiamo ai tribunali civili, l’indizione di un anno di preghiera. La lettera non piace al Belfast Telegraph: “Soltanto una totale e indipendente inchiesta su quanto avvenuto sarebbe stata una risposta accettabile”. Per il Mirror, invece, accettabile sarebbe stata soltanto una lettera nella quale Benedetto XVI avesse scritto che “il Vaticano ha protetto i preti pedofili per 50 anni”. Mentre nelle dieci cartelle papali “non c’è niente di tutto questo” dice il Mirror. E’ l’inglese Independent che rilancia una testimonianza: “Sono stato vittima di abuso. Questo è ciò che il Papa deve fermare”. Titolo che sottende un concetto esposto esplicitamente sul Guardian: “La lettera del Papa delude le vittime di abusi infantili”. Una delusione presente anche sui media francesi: sabato era il sito del Monde a dire che “di fronte alla pedofilia il Papa privilegia le risposte spirituali”. In sostanza, lo stesso concetto esposto dal New York Times: “Il Papa offre scuse, ma non sanzioni, per lo scandalo degli abusi sessuali”. Sebbene il testo papale fosse rivolto in primo luogo ai cattolici irlandesi, molti si aspettavano un riferimento esplicito ai casi tedeschi. E, infatti, il presunto mancato riferimento tiene banco in Germania. Tutti domenica riportavano le parole di Christian Weisner, portavoce del movimento del dissenso “Wir sind Kirche” le quali, per l’eco mediatico di cui sempre godono, sembravano contare di più di quelle di Benedetto XVI: “Siamo delusi: così l’autorità del Papa in Germania diminuisce”. Delusione anche sulla laica FAZ: “Il Papa tace sui casi di abusi in Germania”. E sulla Welt di Amburgo: “Vergogna, rimorso, non una parola sui casi tedeschi”.
A conti fatti non ha tutti i torti un lettore anonimo di Irish News che domenica ha scritto in una lettera al direttore quanto segue: “Nemmeno se il Papa si fosse fatto crocifiggere a testa in giù sarebbe stato sufficiente per la stampa”.
Pubblicato sul Foglio martedì 23 marzo 2010
© Copyright Il Foglio, 23 marzo 2010 consultabile online anche qui, sul blog di Rodari.
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