martedì 23 marzo 2010

Pedofilia, Bagnasco: la Chiesa italiana ha sempre vigilato


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Prolusione del cardinale Bagnasco

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La severità di Benedetto XVI e l’indulgenza per i peccatori (Accattoli). Straordinaria riflessione

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Presunte violenze sessuali al Provolo, gli atti in Vaticano. "Scivolone" della curia veronese?

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Pedofilia, Osservatorio Van Thuan: accanimento contro Benedetto XVI la cui grandezza provvidenziale è davanti agli occhi di tutti (Asca e Sir)

PEDOFILIA, SIR: CON RATZINGER LA SVOLTA, PRIMA DIOCESI INSABBIAVANO

Azione Cattolica: la lettera del Papa chiede chiarezza e rigore

Bel servizio sulla questione pedofilia su Rainews24, perfetto esempio di disinformazione al Tg5

La lettera del Papa ai cattolici irlandesi: una Chiesa ferita si rialza (Marco Doldi)

Il dolore di un Papa e gli strumenti della grazia (Tornielli)

Il Papa guida il suo popolo a torso nudo, con un cuore sanguinante e le lacrime agli occhi, senza falsa retorica o di risorse, con l'unica arma della fede (José Luis Restán)

Il Papa intransigente col peccato chiede indulgenza per le persone (Marino Collacciani)

Perchè il Papa non ha fatto "mea culpa" (Accattoli)

La lettera di Benedetto XVI ai cattolici dell’Irlanda: Il tempo della rinascita (Sir)

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Durissima la lettera di Benedetto XVI. Critiche ai vescovi. L'incoraggiamento ai giovani e la richiesta di perdono (John Voice)

"Finita l'era degli scandali nascosti". Intervista a M. Novak che però si lascia andare a paragoni fuori luogo e fuori tema (Caretto)

Lettera del Papa agli Irlandesi: documento mai scritto prima da un Papa. Lo stile del testo è semplice, il tono partecipativo (Ansaldo)

Card. Cottier: C' è stata troppa leggerezza nel passato. Benedetto XVI vuol combattere il male (La Rocca)

Intransigenti con il peccato ma indulgenti con le persone

Il segretario di Stato vaticano denuncia atteggiamenti di radicale e micidiale anticristianesimo (Fabrizio)

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Ancora una volta il Papa si carica da solo di un grande fardello. Curia romana del tutto assente ed invisibile (Peloso)

Benedetto XVI, il potatore nella vigna (Michele Partipilo)

Il dolore e la fermezza di Papa Benedetto. Colpi di maglio per riaprire la via della speranza (Corradi)

Il Pontefice umile che non si nasconde: lo straordinario commento di Andrea Tornielli

Il Papa ai cattolici d' Irlanda, una vera lettera apostolica (Angela Ambrogetti). Bellissima la metafora della massaia :-)

Mons. Fisichella: «Dopo questa Lettera apostolica non sarà possibile alcuna reticenza e scusante. Ancora una volta il Papa ha do­vuto farsi carico di un peso che gli è estra­neo» (Muolo). Monumentale!

Il Papa all'Angelus: "Cari amici, impariamo dal Signore Gesù a non giudicare e a non condannare il prossimo" (Izzo)

Il Papa: "Cari amici, impariamo dal Signore Gesù a non giudicare e a non condannare il prossimo. Impariamo ad essere intransigenti con il peccato – a partire dal nostro! – e indulgenti con le persone" (Angelus)

Pedofilia: la requisitoria del Papa. Il bel commento di Henri Tincq

Le contestazioni dentro e fuori la Chiesa. La pedofilia è solo l'ultimo ingiustificato attacco al magistero di Papa Benedetto (Mons. Crepaldi)

Lo "strano" commento di Zizola sospeso fra l'elogio della trasparenza del Papa e l'accusa di non usare la "medicina della misericordia" per i preti "caduti"

Le associazioni irlandesi delle vittime di abusi, "Dublin Rape Crisis Centre" e "Survivors of Child Abuse" accolgono con favore la Lettera del Papa

IL TESTO DELLA LETTERA DEL SANTO PADRE AI CATTOLICI D'IRLANDA

LETTERA PASTORALE DEL SANTO PADRE AI CATTOLICI D'IRLANDA: LO SPECIALE DEL BLOG

Berlusconi plaude al Papa: risposta efficace sulla pedofilia

Lettera del premier a Benedetto XVI. Bagnasco: la Chiesa italiana ha sempre vigilato

Roma
«Benedetto XVI, non diversamente dai suoi recenti predecessori, è spesso chiamato a confrontarsi con situazioni difficili, che diventano motivo di attacco alla Chiesa e perfino alla sostanza stessa della religione cristiana. Il modo in cui Egli risponde è straordinariamente efficace, almeno per ogni persona che non si lasci guidare da sentimenti pregiudizialmente ostili, e lo è per la sua umiltà e sincerità unita alla chiarezza delle ragioni che il Papa mette in campo.
La lettera pastorale ai Cattolici irlandesi è solo l'ultimo esempio di questo suo grande carisma». È quanto afferma il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in una nota in cui fa riferimento alla vicenda dei casi di pedofilia nella Chiesa.
«A nome del Governo italiano – aggiunge il premier – voglio esprimere a Benedetto XVI tutto l'affetto, la vicinanza e la solidarietà che ha verso di lui il nostro popolo. La nostra gente, infatti, sa distinguere tra gli errori umani, di cui la storia è piena – conclude – e gli enormi frutti di bene che sono nati e continuano a nascere dalla radice cristiana».
Dalla lettera di Benedetto XVI ai cattolici irlandesi sugli scandali-pedofilia «la Chiesa impara a non avere paura della verità, anche quando è dolorosa e odiosa, a non tacerla o coprirla». Questo però «non significa subire – qualora ci fossero – strategie di discredito generalizzato». Nella sua prolusione al Consiglio episcopale permanente, il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, ha rivendicato la «trasparenza» come «un punto d'onore dell'azione pastorale» dei vescovi, specie per quanto riguarda l'Italia, dove c'è stata «vigilanza per prevenire situazioni e fatti non compatibili con la scelta di Dio».
Aprendo la riunione del "parlamentino" dei vescovi italiani, Bagnasco non poteva non soffermarsi sul documento del Papa sugli abusi sessuali commessi da sacerdoti sui minori, «crimine odioso – lo ha definito –, ma anche peccato scandalosamente grave che tradisce il patto di fiducia iscritto nel rapporto educativo». Un comportamento «aberrante», la pedofilia, che «se commessa da una persona consacrata acquista una gravità morale ancora maggiore», ha detto Bagnasco in perfetta aderenza con la linea di Ratzinger, che «ha posto un limite invalicabile alla perniciosa tendenza a cercare scuse in attenuanti e condizionamenti».
Per questo, oltre al «profondo dolore» e a «un insopportabile senso di vergogna», i vescovi esprimono con il Papa tutto il loro «rammarico» e la loro «vicinanza a chi ha subito il tradimento di un'infanzia violata».
Bagnasco vede nella lettera papale l'«accorato spirito di contrizione» e anche la «testimonianza indubitabile di una Chiesa che non sta sulla difensiva» se deve farsi carico dello «sgomento» o del «rimorso» per gli atti di suoi ministri. Da questo punto di vista Benedetto XVI, per Bagnasco, «non lascia margini all'incertezza o alle minimizzazioni, quando esorta a non nascondere nulla, a riconoscere le proprie colpe, a sottomettersi alla giustizia, compresa quella dei tribunali.
E se le direttive «chiare e incalzanti» della Santa Sede da anni confermano «la determinazione di fare verità fino ai necessari provvedimenti», i vescovi italiani ne hanno fatto tesoro, anzi «hanno intensificato lo sforzo educativo dei candidati al sacerdozio», hanno accentuato «il rigore del discernimento», hanno rafforzato «la vigilanza» a fini di prevenzione, hanno attuato «una formazione del nostro clero adeguata alle sfide». E anche dire, come hanno fatto pure non cattolici (leggi Angela Merkel), che la pedofilia non è un problema solo della Chiesa, secondo Bagnasco non significa «sminuire o relativizzare la specifica gravità dei fatti segnalati in ambito ecclesiastico», ma è un monito a «voler cogliere l'obiettivo spessore della tragedia».
Tra le cause, il capo dei vescovi italiani vede «l'esasperazione della sessualità sganciata dal suo significato antropologico», «l'edonismo a tutto campo», «il relativismo che non ammette argini nè sussulti». Resta il fatto che, per Bagnasco «anche un solo caso in questo ambito è sempre troppo, specie se chi lo compie è un sacerdote».
E l'ultima parola, «in quest'ora delicata», il presidente della Cei la rivolge proprio ai sacerdoti, con un richiamo al valore indiscutibile del celibato e un'esortazione a non scoraggiarsi e a non sentirsi «mai guardati con diffidenza o abbandonati»: «nessun caso – dice Bagnasco – può oscurare la bellezza del vostro ministero e del sacerdozio che sacramentalmente ci unisce, nè mettere in discussione il sacro celibato che ci scalda il cuore e ispira la vita».

© Copyright Gazzetta del sud, 23 marzo 2010

4 commenti:

sam ha detto...

Beh, Raffaella capisco che sei in par condicio :-))) ... ma in democrazia il Premier in carica, piaccia o non piaccia, rappresenta tutta l'Italia e il fatto che con parole non formali esprima "tutto l'affetto, la vicinanza e la solidarietà" del popolo italiano attorno al Papa, rimarcandone l'"umiltà" la "sincerità", la "chiarezza delle ragioni" e il "carisma", con un accennno anche all'esistenza di "sentimenti pregiudizialmente ostili", mi pare una notizia degna quanto meno di mezione, al di là delle dichiarazioni di Bagnasco.

Raffaella ha detto...

Ciao Sam, non ho messo nemmeno gli apprezzamenti della Merkel e di un ministro irlandese.
Meglio lasciare fuori la politica :-)
R.

gemma ha detto...

"sentimenti pregiudizialmente ostili" non sono mancati nemmeno da parte dei media a lui più affezionati, cara Sam. E lo dico con equidistanza nelle critiche

sam ha detto...

Concordo Gemma, anzi mi sembra che ultimamente Rai Uno e Canale 5 facciano a gara... Io per fortuna non guardo quasi mai la TV, ma quel poco che mi tocca è già troppo.
Però mi permetterei di distinguere la politica dalle istituzioni.
Secondo me un conto è entrare nei dibattiti interni alla politica (d'accordissimo con voi di rimanerne fuori), un altro analizzare l'atteggiamento dei governi del mondo verso la Santa Sede. Non mi interessano le posizioni - più o meno opportuniste o interessate - della
Merkel o di Berlusconi (o dei loro oppositori se fossero al governo)in quanto tali, ma se parlano in rappresentanza del governo tedesco o italiano, allora sì, perchè esiste una dimensione anche pubblica della fede che il Cristianesimo è giusto che recuperi. Non si può da un lato chiedere alle istituzioni (parlo sempre di istituzioni e non di partiti)di riconoscere e valorizzare le nostre radici cristiane e poi dall'altro minimizzare i segnali di questo riconoscimento, mi pare un po' contraddittorio.
Io la penso così, però rispetto assolutamente ogni decisione di Raffaella sul suo bellissimo ed equilibratissimo Blog.