lunedì 29 marzo 2010
Quelle lettere insabbiate dal cardinale Martini (Magister)
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Quelle lettere insabbiate dal cardinale Martini
Il paginone di lettere e risposte dato in appalto dal “Corriere della Sera” al cardinale Carlo Maria Martini ogni ultima domenica del mese era questa volta attesissimo. Per leggere che cosa il cardinale avrebbe scritto sullo scandalo dei preti pedofili.
Infatti, nel lancio di prima pagina del “Corriere” di domenica 28 marzo, sotto il titolo “La Chiesa, le accuse e la riflessione necessaria”, era riportata proprio questa frase del cardinale Martini:
“Le recenti accuse lanciate dal ‘New York Times’ hanno sollevato un polverone di cui sono testimonianza le numerose lettere che sto ricevendo. Questi giorni di Pasqua ci aiuteranno a una riflessione più profonda e oggettiva. Considererò con attenzione tutte le lettere che mi giungeranno e cercherò di rispondere per quanto posso”.
Seguiva l’indicazione di andare a pagina 15.
E molti lettori saranno corsi lì di volata, per vedere che cosa il cardinale Martini avrebbe detto di più. Ogni volta, infatti, è sempre stato così. Le righe del lancio di prima pagina erano il richiamo e l’anticipo di qualcosa che veniva ripreso e spiegato nella pagina delle lettere.
Invece no. Questa volta neppure una riga, a pagina 15, ritornava sul tema.
Il “New York Times” citato nella frase di prima pagina ha accusato papa Joseph Ratzinger di insabbiare le accuse di pedofilia contro i sacerdoti.
Invece il cardinale Martini ha insabbiato le lettere. Le ha messe da parte e vi risponderà chissà come e quando.
Ma non poteva almeno consigliare ai suoi lettori, nel frattempo, di leggere e meditare la magistrale risposta già data da papa Benedetto ai cattolici dell’Irlanda e tramite loro all’intera Chiesa e al mondo?
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2010/03/28/quelle-lettere-insabbiate-dal-cardinale-martini/
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9 commenti:
sul corriere di oggi Martini approfitta del momemto per chiedere il celibato dei preti. Non mi pare un azione molto nobile, qualunque cosa si pensi del celibato dei preti, approfittare di un momento di crisi della fazione avversaria per portare acqua al proprio mulino. prima, pur non condividendo molte sue posizioni avevo stima di Martini, ora non più. trovo che il suo modo sdi fare manchi di generosità e di umiltà.
martini é il classico esempio di come, e Gesù lo disse chiaramente,un vescovo può essere si un pastrore ma anche un mercenario che di notte ruba le pecore. Purtroppo in 2000 anni il diritto canonico non ha avuto la premura di dire al gregge cosa fare se si rende conto da solo che il suo pastore é cieco e lo sta portando al fosso. Non sia mai toccare l'autorità di un vescovo, altrmenti come si fa ad andare contro il papa,a inventarsi liturgie personali e a coprire preti pedofili.
Max
Va aggiunto un terzo comma all'art. 401 del codice di diritto canonico.
Oggi recita cosi':
Can. 401 - §1. Il Vescovo diocesano che abbia compiuto i settantacinque anni di età è invitato a presentare la rinuncia all'ufficio al Sommo Pontefice, il quale provvederà, dopo aver valutato tutte le circostanze.
§2. Il Vescovo diocesano che per infermità o altra grave causa risultasse meno idoneo all'adempimento del suo ufficio, è vivamente invitato a presentare la rinuncia all'ufficio.
Io aggiungerei il terzo comma:
§3. Il vescovo (diocesano o non diocesano) o il cardinale che rompe in qualsiasi modo la comunione con il Santo Padre, che rifiuta di applicare correttamente documenti pontifici o che, con qualunque mezzo, reca scandalo presso i semplici è sollevato ipso iure dal suo ufficio e perde ogni insegna o privilegio episcopale.
Con un comma del genere avremmo risolto la meta' dei problemi :-)
R.
Già cara Raffaella l'ultimo comma è proprio quello di cui forse per carità cristiana, non si tiene conto.
Bhè, se è per quello, non ci sarebbe manco bisogno di avere un comma specifico, si potrebbe direttamente parlare di scisma, intendendolo forse in una maniera più o meno ampia....anche se io non sono canonista, quindi se sto dicendo un'eresia, mi rimetto al vostro insindacabile giudizio ;)
esatto Raffaella lo "ipso iure" vale solo per i laici, per i vescovi si chiede solo che siano loro a dimissionare spontaneamente, eppure fin dal didaché si diceva l'esatto contrario, cioé che era il popolo che poteva cacciare a pedate i falsi profeti, ora invece é l'esatto contrario, evidentemente questa chiesa é diventata nei secoli più carrierista di qualsiasi altro potere temporale. Sarà pure cattolica romana, ma poco apostolica, neanche il più corrotto dei politici ha garantito a vita la sua poltrona, un vescovo invece si. Siamo arrivati al paradosso che si chiedano le dimissioni del Papa(l'unico,che per volere di Cristo non potrà mai sbagliare nella dottrina, poiché proprio perché non venga mai la sua fede Cristo offì la sua stessa passione per confermarlo), ma non dei cardinali
Max
Lo scisma se c'é, é nella testa di Martini, perché parlare di scisma quando si tratta solo di uno che crede di avere un suo prodotto migliore di quello per cui lavora e usa i mezzi degli altri per vendere il suo prodotto. Come se a me piace il kebab e non gli hamburgers, lavoro per il mc donald, però mi rifiuto di vendere hamburger e vendo il kebab che faccio io. Libero di farlo ,ma mi apro un locale mio. Invece l'operaio Martini prende lo stipendio da ms donald, si rifiuta di vendere i suoi prodotti e in più usa le sue cucine e i suoi ristoranti per vendere il suo kebab e mettersi i soldi in tasca propria. Questa situazione non durerebbe un giorno e verrebbe LICENZIATO, nella Chiesa cattolica queste cose avvengono per decenni fino alla morte naturale dell'individuo.
Max
Caro Max, sarà pure nella testa di Martini..... ma, intanto su facebook è cominciata la campagna a favore della revisione del celibato. Ovviamente per coloro che pensano che in qualche modo far sposare i preti, valga come rimedio alla pedofilia.
cara euge, sono sicuro che degli aderenti nessuno è cattolico, almeno che non crediamo che il battesimo sia un atto magico e anche se non si è mai entrati in chiesa, non si conosca niente della propria fede, non si sa nemmeno il nome del proprio parroco si ha diritto di definirsi cattolico e imporre la propria morale alla Chiesa solo perché,una mamma ci ha fatto versare un po d'acqua addosso quando avevamo 2 mesi.quelli che aderiscono sono come quelli che non hanno mai mangiato hamburgers, odiano il mc donald, però dicono al mc donald di vendere solo kebab, precisando che anche una volta che si mette a vendere kebab non ci metterebbero piede comunque.
Se la madre chiesa avesse ripetuto fino allo sfinimento non solo il primo versetto(quello del divorzio), ma anche quello subito dopo(cioé che per chi vuole seguire il Cristo é meglio non sposarsi). Oggi non ci sarebbe niente di strano nel fatto che chi si consacra al Risorto,non gli interessi nulla della vita di coppia. Se ogni giorno si dice che tutto è fondato sul matrimonio, poi se ne paga il prezzo. Se si scelgono valori non negoziabili, si lascia sottintendere che altri lo siano. Io penso, in accordo con il Nazareno, che neanche un suo iota passerà,ergo definire non negoziabili qualche versetto, o addirittura principi che non sono nneanche nel vangelo, per poi buttare a mare intere pagine lo trovo degno neanche dei peggiori farisei. Oggi i nostri vescovi(quasi tutti)e in parte minore i nostri parroci(non tutti ben inteso, io sono orgogliosissimo del mio) vivono segundo un H del vangelo. quindi a questo punto molta gente si dice, capirai celibato più celibato meno, visto che vivono in tutto e per tutto come i laici atei, perchè non togliere l'ultima differenza, visto soprattutto che nel segreto di molte canoniche viene tranquillamente disatteso.
Max
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