mercoledì 21 aprile 2010
Col Papa e le vittime degli abusi. Le diocesi in preghiera per il Pontefice e chi ha subito violenza (Liut)
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Su segnalazione di Eufemia leggiamo:
Col Papa e le vittime degli abusi
Le diocesi in preghiera per il Pontefice e chi ha subito violenza
DI MATTEO LIUT
Con un’unica grande preghiera le diocesi italiane facendo proprio l’invito lanciato dalla Cei, si sono strette attorno a Benedetto XVI, per esprimergli la propria solidarietà davanti ai recenti attacchi. Un gesto che è stato accompagnato da una particolare espressione di vicinanza a tutte le vittime degli abusi sessuali commessi da esponenti del clero.
«Benedetto XVI continua a offrirci in questi anni una testimonianza piena e viva del ministero petrino, capace di dare forza alla Chiesa in questi tempi difficili», ha detto l’arcivescovo di Firenze , Giuseppe Betori, nel Rosario per il Papa recitato lunedì nella basilica della Santissima Annunziata.
Quella del Papa, ha spiegato Betori, è una testimonianza fatta «con l’intelligenza limpida del tempo che attraversia- mo e con la chiarezza della verità evangelica, vissuta al più alto grado di coerenza». Benedetto XVI agisce «con il coraggio di cui si ha bisogno di fronte a situazioni di crisi violente e a opposizioni preconcette e brutali». Lo stesso coraggio, a giudizio di Betori, guida il Papa «nell’affrontare quella che egli stesso definì 'sporcizia' presente tra i ministri della Chiesa», nel non «nascondere mai la verità», nella vicinanza «a chi ha sofferto per le colpe commesse».
Oggi il Papa si trova ad affrontare il «potere del mondo», ha affermato il cardinale Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna . In particolare, a causa della «dittatura del relativismo », ha ricordato il porporato citando un’espressione di Benedetto XVI, oggi «l’uomo è stato privato del potere di riconoscere le prevaricazioni contro se stesso. Il 'sistema spirituale immunitario' che lo difende da ogni attacco alla sua dignità – la convinzione che esistano beni umani non negoziabili – è stato annullato. È su questo livello – ha concluso il cardinale – che lo scontro fra il Papa e il potere culturale del mondo è totale».
Nel giorno dell’anniversario dell’elezione al soglio pontificio, anche l’arcivescovo di Milano, il cardinale Dionigi Tettamanzi, ha voluto esprimere a Benedetto XVI un particolare affetto. Un pensiero con il quale il cardinale ha introdotto la Messa nella chiesa dedicata a san Giovanni Maria Vianney, ad Ars in Francia, dove da lunedì sta guidando il pellegrinaggio di 100 giovani preti milanesi. «Anzitutto preghiamo per ringraziare il Signore perché ci ha donato Joseph Ratzinger come Papa – ha affermato Tettamanzi – e al tempo stesso preghiamo per il popolo di Dio, affinché accolga con prontezza il suo magistero».
«Attaccano il Papa affinché la Chiesa abbassi l’asticella sui valori già definiti non negoziabili »: con queste parole il cardinale Severino Poletto, arcivescovo di Torino , si è rivolto lunedì sera alle centinaia di fedeli, che hanno gremito il santuario della Consolata per la Messa in ringraziamento per i cinque anni di pontificato di Benedetto XVI. Come per santo Stefano «oggi – ha ribadito Poletto ricordando la vicenda del primo martire della Chiesa – si formano nuove tribune e nuovi sinedri in televisione e sui giornali. Dobbiamo difendere il Papa dagli attacchi di chi vuole che smetta di essere maestro e catecheta». La preparazione teologica e intelligenza del Papa, ha concluso Poletto, «sono una ricchezza per tutta la Chiesa».
E anche la Chiesa di Napoli lunedì sera si è raccolta in preghiera per esprimere a Benedetto XVI affetto e gratitudine. Il servizio del Papa, ha detto il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo della città campana, è un impegno «oneroso in tempi particolarmente difficili perché chiusi davanti al Vangelo. Tempi che chiedono testimonianza e fedeltà a Cristo e alla Chiesa». Il giorno dell’elezione, ha ricordato il cardinale, Ratzinger «si definì umile servitore nella vigna del Signore. E lavorare nella sua vigna richiede amore, fatica e sostegno da parte di tutti noi. Quando vediamo questo nostro padre afflitto, piangente per le colpe di tanti figli che arrecano scandalo, è allora che la nostra preghiera si fa più forte, perché il Signore aiuti la Chiesa a purificarsi e a risollevarsi».
Parole di affetto sono state espresse anche dal presidente della Conferenza episcopale calabrese, Vittorio Mondello, arcivescovo di Reggio Calabria-Bova . Il Papa vive «questo momento di prova – scrive il presule in un telegramma – in una luminosa testimonianza di coerenza al Vangelo». «Sentiamo come rivolta a tutta la Chiesa – conclude Mondello – quella parola di Cristo che seda la tempesta sul mare: 'Non temete!'; e siamo certi che, con la guida sicura di Benedetto XVI, la Chiesa intera crescerà nella sua fedeltà a Cristo».
Nella diocesi di San Marino-Montelfeltro, il vescovo Luigi Negri, ha ricordato che la testimonianza del Papa davanti al mondo «ha il volto dell’uomo mite che non ha altra forza che l’inflessibilità dei principi dove la verità si fa carità». Il Papa, ha sottolineato Negri, è «inflessibile nella proclamazione del mistero di Cristo e nella difesa di una coscienza autentica del mistero di Cristo, contro le troppe tentazioni di riduzioni e di devianze».
Un pensiero a Benedetto XVI, «il cui magistero di fedeltà alla Chiesa e di carità sta contrassegnando con incisivo rilievo i nostri tempi difficili», è stato rivolto anche dall’arcivescovo di CampobassoBojano , Giancarlo Maria Bregantini. Il Papa, ha ricordato il presule, è più che mai «impegnato a difendere su più fronti proprio il primato assoluto della coscienza, illuminata dalla verità».
«La Chiesa in Italia non viene meno al dovere della purificazione, pregando in particolare per le vittime di abusi sessuali e per quanti, in ogni parte del mondo, si sono macchiati di tali colpe», ha sottolineato il vescovo di Termoli-Larino ,
Gianfranco De Luca, durante una veglia di preghiera per il Papa. «Confidando nella sua parola – ha aggiunto il presule –, la Chiesa implora dal Signore energie nuove, perché ne rafforzi la passione educativa, sorretta dalla dedizione e dal generoso impegno di tanti sacerdoti che ogni giorno si spendono soprattutto nelle situazioni più difficili».
Anche dalla diocesi di Teramo-Atri è arrivato, da parte del vescovo Michele Seccia, un grazie al Papa «per l’esempio di amore per la verità, di umiltà nella sofferenza, di chiarezza nel riproporre la Parola del Signore». In riferimento alle ultime vicende che hanno portato all’arresto di un missionario indiano operante temporaneamente in diocesi, Seccia ha espresso ancora una volta la sua sofferenza e il suo sgomento, che «mi hanno fatto comprendere ancora più intensamente quale prova di fuoco sia per il Papa sentire su di sé le violazioni nella fedeltà a Cristo per la gravissima colpa contro creature innocenti». Secondo Gualtiero Sigismondi, vescovo di Foligno , «la sofferenza di un membro coinvolge tutta la Chiesa: è per questa ragione – sottolinea il presule – che occorre ascoltare con attenzione la lettera che il Papa ha inviato agli irlandesi ». In questo testo, infatti, «con disarmante audacia il Papa indica una terapia di guarigione che coinvolge ogni Chiesa particolare».
A Tortona , dal canto suo, il vescovo Martino Canessa ha deciso di unire la preghiera per le vocazioni all’espressione di particolare solidarietà al Papa con una veglia che si terrà domani sera in Cattedrale.
© Copyright Avvenire, 21 aprile 2010
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