sabato 5 giugno 2010

All'arrivo a Cipro il Papa benedice un ulivo. Un viaggio all'insegna dell'unità tra i Cristiani (Mario Ponzi)


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All'arrivo a Cipro il Papa benedice un ulivo

Un viaggio all'insegna dell'unità tra i cristiani

dal nostro inviato Mario Ponzi

L'ombra cupa della tragica uccisione del vescovo Luigi Padovese non offusca il calore con cui Cipro ha accolto Benedetto XVI, giunto nella tarda mattina di venerdì 4 giugno per il suo terzo viaggio del 2010.
Dopo Malta e Portogallo il Papa è di nuovo in un Paese mediterraneo per visitare la Chiesa locale - composta in maggioranza da ortodossi, ma anche da alcune piccole comunità cattoliche di rito maronita, armeno e latino - - e per consegnare l'Instrumentum laboris dell'Assemblea speciale del Sinodo per il Medio Oriente che si terrà in Vaticano a ottobre.
Il tema del viaggio è tratto dagli Atti degli Apostoli: "La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuor solo e un'anima sola" (4, 32). È un richiamo a quell'unità tra cristiani delle varie Chiese e confessioni che il Successore di Pietro non si stanca di predicare, come ha preannunciato parlando con i giornalisti sul volo verso l'Isola. Anche il presidente della Repubblica Dimitris Christofias è stato esplicito in tal senso.
Lo ha fatto capire sin dalle prime parole, pronunciate all'aeroporto di Paphos - dove il Papa è giunto verso le 14 - durante la cerimonia di benvenuto.
Accompagnano Benedetto XVI in questo viaggio quattro cardinali - Bertone, segretario di Stato, Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, e Foley, Gran Maestro dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme - e gli arcivescovi Filoni, sostituto della Segreteria di Stato, ed Eterovic, segretario generale del Sinodo dei vescovi; i monsignori Cushley, della Segreteria di Stato, Gänswein, segretario particolare del Papa, Xuereb, della segreteria particolare, Marini, maestro delle celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice, Viganò e Agostini, cerimonieri. Completano il seguito, tra gli altri, il medico personale del Pontefice, Polisca, il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, della Radio Vaticana e del Centro Televisivo Vaticano, il gesuita Lombardi, il responsabile dell'organizzazione dei viaggi papali Gasbarri e il direttore del nostro giornale.
A Cipro si sono uniti al seguito l'arcivescovo Franco, nunzio apostolico, con monsignor Borgia, segretario della nunziatura; l'arcivescovo di Cipro dei Maroniti Soueif, il patriarca di Gerusalemme dei latini Twal, il francescano Pizzaballa, Custode di Terra Santa, e suor Telesphora Pavlou, interprete.
Tutta la cerimonia di benvenuto si è svolta in un clima di composto entusiasmo: il nunzio Franco e il capo del Protocollo cipriota, signora Iohanna Malliotis, sono saliti sull'aereo per accogliere l'ospite. Il presidente, con la consorte, lo ha atteso ai piedi della scaletta. Passato in rassegna il picchetto d'onore, insieme hanno raggiunto il palco nei pressi del quale erano in attesa l'arcivescovo Soueif con il patriarca Twal, e l'arcivescovo ortodosso di tutta Cipro, Sua Beatitudine Chrysostomos ii, con il seguito e altre personalità. L'abbraccio tra il Pontefice e quest'ultimo, nel momento in cui si sono incontrati, è significativo dell'atmosfera di cordialità di questa visita.
Significativamente il Papa, come primo gesto concreto del messaggio di pace che è venuto a portare in questo storico crocevia tra nazioni, culture e religioni, prima di lasciare l'aeroporto ha benedetto un ulivo.
Il Pontefice si trova oggi in questo estremo avamposto del vecchio continente, dove si sogna l'Europa ma si respira la pesante atmosfera che aleggia sul Medio Oriente. Ma Cipro non è solo questo. C'è una significativa presenza della Chiesa ortodossa, che raccoglie attorno a sé la maggioranza della popolazione. È una Chiesa molto impegnata nel dialogo fraterno con quella di Roma. Ne è testimonianza il fatto che anche l'arcivescovo Chrysostomos ii aveva espresso al Papa il desiderio di poterlo ospitare a Nicosia.
E non a caso Benedetto XVI ha voluto dedicare il primo atto del suo viaggio a una celebrazione ecumenica. Si è svolta nelle prime ore di venerdì pomeriggio nella chiesa Agìa Kiriakì Chrysopolitissa di Paphos, un edificio che ha un alto valore simbolico perché, sebbene sia una chiesa ortodossa, è a disposizione degli altri cristiani, cattolici e anglicani in particolare, per le loro celebrazioni.
Vi si accede attraverso un viottolo che sfocia su un piazzale simile a un museo all'aperto, tanti sono i reperti archeologici di civiltà antiche che vi si trovano. Tra i quali c'è la colonna alla quale, secondo la tradizione, l'apostolo Paolo, durante uno dei suoi tanti sbarchi sull'isola, fu legato e frustato. Tra i canti di neocatecumenali greci, e alla presenza di un folto gruppo di fedeli paraguayani, il Papa è stato accolto dal parroco francescano padre Elias. All'interno della chiesa ha incontrato alcuni sacerdoti, consacrati e claustrali. All'esterno si è svolta la celebrazione - tra i presenti c'era anche il cardinale Delly, patriarca di Babilonia dei Caldei - al termine della quale il Papa ha benedetto la prima pietra di un'erigenda casa per anziani. In serata l'arrivo a Nicosia.

(©L'Osservatore Romano - 4-5 giugno 2010)

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