lunedì 5 luglio 2010

Il Papa: il silenzio e l'obbedienza caratterizzarono San Giuseppe (Izzo)


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Il Papa: "Affidarsi a Dio non significa vedere tutto chiaro secondo i nostri criteri, non significa realizzare ciò che noi abbiamo progettato; affidarsi a Dio vuol dire svuotarsi di sé, rinunciare a se stessi, perché solo chi accetta di perdersi per Dio può essere "giusto" come san Giuseppe, può conformare, cioè, la propria volontà a quella di Dio e così realizzarsi" (Discorso)

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Il Papa: "Il silenzio diventa l'elemento che caratterizza il suo vivere quotidiano. Ed è proprio nel silenzio esteriore, ma soprattutto in quello interiore, che egli riesce a percepire la voce di Dio, capace di orientare la sua vita. C’è qui un primo aspetto importante per noi: viviamo in una società in cui ogni spazio, ogni momento sembra debba essere “riempito” da iniziative, da attività, da suoni; spesso non c’è il tempo neppure per ascoltare e per dialogare. Cari fratelli e sorelle! Non abbiamo paura di fare silenzio fuori e dentro di noi, se vogliamo essere capaci non solo di percepire la voce di Dio, ma anche quella di chi ci sta accanto, degli altri" (Omelia)

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PAPA: SILENZIO E OBBEDIENZA CARATERIZZARONO SAN GIUSEPPE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 5 lug.

"Il silenzio e' lo stile che caratterizza San Giuseppe in tutta l'esistenza". Benedetto XVi ha voluto riaffermarlo oggi - nel discorso per l'inaugurazione della fontana numero 100 dei Giardini vaticani - ricordando che "il Vangelo non ha conservato alcuna parola di Giuseppe, il quale svolge la sua attivita' nel silenzio".
Il Santo, ha osservato il Papa, resto' zitto "sia prima di trovarsi di fronte al mistero dell'azione di Dio nella sua sposa, sia quando - consapevole di questo mistero - e' accanto a Maria nella Nativita'", rappresentata nel terzo pannello della nuova opera scultorea.
"In quella santa notte, a Betlemme - ha ricordato iL Pontefice - con Maria e il Bambino, c'e' Giuseppe, al quale il Padre Celeste ha affidato la cura quotidiana del suo Figlio sulla terra, una cura svolta nell'umilta' e nel silenzio".
Un altro pannello della fontana, il quarto riproduce la scena drammatica della Fuga in Egitto per sottrarsi alla violenza omicida di Erode: "un'altra prova in cui a Giuseppe e' richiesta piena fedelta' al disegno di Dio".
Poi, nei Vangeli, ha rilevato Ratzinger, "Giuseppe appare solo in un altro episodio, quando si reca a Gerusalemme e vive l'angoscia di smarrire il figlio Gesu'. San Luca descrive l'affannosa ricerca e la meraviglia di ritrovarlo nel Tempio, come appare nella quinta formella, ma ancor piu' lo stupore di sentire le misteriose parole: 'Perche' mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?'". Per Benedetto XVI "e' questa duplice domanda del Figlio di Dio che ci aiuta a capire il mistero della paternita' di Giuseppe: ricordando ai propri genitori il primato di Colui che chiama 'Padre mio', Gesu' afferma il primato della volonta' di Dio su ogni altra volonta', e rivela a Giuseppe la verita' profonda del suo ruolo: anch'egli e' chiamato ad essere discepolo di Gesu', dedicando l'esistenza al servizio del Figlio di Dio e della Vergine Madre, in obbedienza al Padre Celeste". "Il sesto pannello della nuova fontana - ha poi concluso il Papa teologo - rappresenta il lavoro di Giuseppe nell'officina di Nazareth. Accanto a lui ha lavorato Gesu'.
E questa bella fontana dedicata a san Giuseppe costituisce un simbolico richiamo ai valori della semplicita' e dell'umilta' nel compiere quotidianamente la volonta' di Dio, valori che hanno contraddistinto la vita silenziosa, ma preziosa del Custode del Redentore".

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