martedì 13 luglio 2010

Se Polanski fosse stato un cardinale: il commento di Ferdinando Cotugno (Riformista)


Vedi anche:

Il Papa: Cattolici discriminati anche dove non sono minoranza. La libertà religiosa è via per la pace contro i fondamentalismi (Izzo)

L'appello di Gesù alla conversione nel Vangelo odierno: alcune riflessioni di Benedetto XVI (Radio Vaticana)

L'Herald Tribune (NYT versione internazionale) arriva oggi ad accusare il Vaticano (chi?) per il caso Bruges e punta l'indice sul card. Danneels

Rivista San Francesco: E' morto Giuseppe de Carli, giornalista RAI e collaboratore della nostra rivista

E' morto il giornalista Giuseppe De Carli (Izzo)

Caso Polanski, Le Le Monde registra solo dichiarazioni di giubilo. Del Ministro della cultura Frederic Mitterand ("Polanski può finalmente riunirsi alla comunità degli artisti"). Del Ministro degli esteri Kouchner. Dell'ex Ministro socialista Jack Lang. Del dirigente del Festival di Cannes Fremaux. Dello scrittore Bernard-Henri Levy. Del Presidente dell'Associazione cineasti polacchi Bromski

Capitolo Generale Straordinario per i Legionari

Presentato il tema scelto dal Papa per la 44.ma Giornata mondiale della pace: "Libertà religiosa, via per la pace"

Il panegirico di Roman Polanski composto da Federico Rampini per "Repubblica". Due pesi...due misure!

L'incredibile intervista concessa da Polanski a Parigi nel 1979. All'epoca si potevano dire certe enormità? Sono davvero cambiati i tempi?

È morto questa mattina il vaticanista Giuseppe De Carli

COMUNICATO: TEMA DELLA 44a GIORNATA MONDIALE DELLA PACE: “LIBERTÀ RELIGIOSA, VIA DELLA PACE”

"Libertà religiosa, via per la pace": è questo il tema scelto da Benedetto XVI per la celebrazione della 44° Giornata mondiale della Pace del 2011

Una brutta notizia: è morto il vaticanista Giuseppe De Carli

L’ostensorio monumentale della Cattedrale di Toledo sarà usato per l’adorazione eucaristica della veglia della GMG 2011

La home page del SZ ignora il caso Polanski e ripropone invece il caso del monastero di Ettal

Caso Polanski, Landboten: "Che cosa sarebbe successo se a finire in prigione fosse stato un religioso cattolico autore di abusi sessuali 33 anni fa?"

La psicologia degli umori e il pessimismo che non c’è: Sequeri risponde a Citati

Arguto e pungente commento di Renato Pierri all'articolo di Citati

Daniel Hamiche: A un anno dall'incontro tra il Papa e Obama freddi i rapporti tra Santa Sede e Usa

Secondo Citati la coscienza del peccato, che colma il cuore di Benedetto XVI, può essere pericolosa (Repubblica). L'autore legga Messori!

La Svizzera si aggrappa ad un cavillo e libera Polanski (Tedoldi)

Caso Polanski, la giustizia non può essere uguale per tutti, se trattasi di artista

Un cardinale di troppo (Faggioli)

Lettera del Papa a Mons. De Paolis: condurre i Legionari al Capitolo Generale per riscrivere le Costituzioni

Il colpevole Polanski e l'innocente Papa Benedetto: lo showbiz di sinistra mostra la sua ipocrisia (Monumentale commento di Cristina Odone)

Mineo...Mineo...Mineo...perchè difende Polanski dicendo che la Svizzera ha preso la decisione giusta? Perchè il crimine è avvenuto decenni fa? Ah!

Fine dell'ipocrisia mediatica: il re è nudo e Polanski è libero! Che cosa hanno da dire gli strenui difensori del regista?

Prima della visita a Barcellona. Benedetto XVI a Santiago de Compostela per l'Anno giacobeo (Osservatore Romano)

Mons. De Paolis si è incontrato sabato con il Consiglio Generale dei Legionari: il Papa ordina un Capitolo Generale Straordinario per la riforma delle Costituzioni (Milenio)

Sinodo anglicano di York: lontano l’accordo sulla nomina di donne vescovo (Radio Vaticana)

Williamson scrive quanto riferitogli da De Gallareta sui colloqui Vaticano/FSSPX: Affrontati finora liturgia e libertà religiosa. Colloqui difficili ma utili. Termine previsto a primavera 2011

Intervista del Tagespost al card. Canizares sui tre anni del SP: c'è ancora opposizione anche se c'è un miglioramento. Complimenti al vescovo di Toulon per i frutti della preparazione dei seminaristi in entrambe le forme del rito

Perché è così delicata la lenta scelta dei nuovi vescovi a Milano e Torino (Rodari)

I difensori della tradizione rivogliono la Chiesa infallibile (Magister)

Il Samaritano e san Benedetto nel pensiero prima dell’Angelus (Sir)

I Legionari hanno ora il coraggio di parlare. Le coperture clericali su Maciel, la svolta di Benedetto XVI (El Pais)

Vaticano in rosso per 4 milioni ma l' Obolo di San Pietro fa il record (La Rocca)

La Santa Sede quadruplica il disavanzo ma aumenta l'Obolo di San Pietro (Galeazzi)

Bilancio vaticano in rosso ma i conti 2009 migliorano. Aumentano le offerte per la carità del Papa (Marroni)

I casi di pedofilia e la lezione del diritto: mai confondere i reati con la missione della Chiesa (D'Agostino)

Due Papi alle prese con una Chiesa molto da riformare: Benedetto XVI e Innocenzo III (Ippolito)

L'incredibile "caso" Polanski ed i "due pesi e due misure" di mass media, politici ed intellettuali: fango sulla Chiesa, panegirici per il regista
_______________________

Se Polanski fosse stato un cardinale

di Ferdinando Cotugno

Roman. L'autore di Frantic” e del “Pianista” può lasciare lo chalet di Gstaad dove viveva dal 4 dicembre. Perez Hilton, il re del gossip Usa, commenta: «Un altro pedofilo in giro per il mondo». In Francia Henry Levy «si dichiara pazzo di gioia». Anche Mitterand contento.

Il vizio c'è sempre, ma stavolta è solo di forma: Roman Polanski da ieri è un uomo libero perché la Svizzera ha rifiutato l'estradizione agli Stati Uniti. Mentre la Chiesa è scossa dalle accuse di pedofilia, tanto da costringere il Papa a dichiararlo «il pericolo più grave che la inquina dall’interno», la domanda è lecita: se Polanski avesse vestito l'abito talare cosa gli sarebbe successo?

Invece la Svizzera ha deciso di «dare fiducia» al regista (l'espressione è letterale) perché «non sarebbe mai venuto al festival di Zurigo nel 2009 se non avesse avuto fiducia nel fatto che il viaggio non avrebbe comportato per lui nessun svantaggio legale». E poi «non è possibile escludere con la necessaria certezza che Polanski abbia già scontato la pena per la quale fu allora condannato e che la richiesta di estradizione sia minata da un grave vizio».
Forza Svizzera, un altro pedofilo è libero di camminare libero nel mondo». Una delle prime reazioni alla notizia che Roman Polanski non sarà estradato negli Stati Uniti per l’accusa di violenza ai danni di una minorenne è stata del seguitissimo blog Perez Hilton. Non è una voce ufficiale né autorevole, ma racconta bene gli umori del Paese, in attesa di reazioni ufficiali. Se le istituzioni americane hanno per ora taciuto, non altrettanto si può dire di quelle della Francia, nazione del quale Polanski è cittadino dopo la grande fuga nel 1978.

Il ministro della cultura Frederic Mitterand si è detto «entusiasta per la moglie Emmanuelle Seigner, i suoi figli, gli amici e tutti quelli che lo hanno supportato con dignità e determinazione». Mitterand ha chiuso la sua nota invocando «tranquillità» sulla vicenda.

Non altrettanto pacato è stato il filosofo Bernard-Herny Levy, che aveva lanciato una petizione per Polanski. Alla Afp ha confessato di essere «pazzo di gioia» per l’amico. Proprio sul sito web di Levy, qualche mese fa, il regista aveva interrotto il suo silenzio sulla vicenda. Aveva usato quelle pagine per criticare il Dipartimento di Giustizia americano e confessare di sentirsi usato dal procuratore di Los Angeles, Steve Cooley, in cerca di visibilità per la sua campagna elettorale a procuratore della California.

La svolta di ieri ha sorpreso tutti, per primo l’avvocato del regista, Herve Temime: «Non ci aspettavamo questa decisione, ma si tratta di una scelta responsabile».
Rischiava grosso Polanski: le autorità svizzere ricevono 200 richieste di estradizione ogni anno e ne respingono soltanto il cinque per cento. In caso di deportazione in America, avrebbe rischiato anche un paio di anni di carcere. Il Los Angeles Times aveva fatto un’inchiesta sulle condanne per lo stesso reato: sesso con un partner minorenne, equiparato dalle leggi dello Stato a uno stupro di fatto. Oggi le pene sono quattro volte più alte rispetto a 33 anni fa, quando il regista è scappato in Francia. In oltre il 70% dei casi, la sentenza del tribunale di L. A. è stata superiore all’anno, anche se molti detrattori invocavano una pena clamorosa, oltre i dieci anni, in virtù dei dettagli della vicenda, come l’uso di un tranquillante per vincere le resistenze di Samantha, e la lunga latitanza.
Invece è tornato ieri a essere un uomo libero, giusto in tempo per l’ultimo pranzo nello chalet di Gstaad dove era agli arresti domiciliari, sotto cauzione (4,5 milioni di franchi) e sorvegliato da un braccialetto elettronico, che ieri mattina ha smesso di fare bip. La notizia è stata annunciata a Berna da Eveline Widmer-Schlumpf, capo del dipartimento federale di giustizia e polizia. «Polanski dalle 12.30 di oggi può muoversi senza restrizioni e non sarà estradato negli Stati Uniti», ha annunciato. È stata disposta la revoca di tutte le misure restrittive nei confronti del detenuto. Polanski era stato già informato della decisione. Alle 14 un’auto con i vetri scuri ha lasciato la dimora forzata degli ultimi mesi, un’ora dopo un jet privato è decollato dal vicino aeroporto di Saanen.
Da un punto di vista legale, la Svizzera non aveva facoltà di entrare nel merito del caso Geimer. Poteva non estradare Polanski agli Usa soltanto sulla base di questioni formali. E in effetti ci sono motivazioni tecniche, nel comunicato ufficiale del ministero di giustizia, che si mescolano a un non meglio specificato «interesse nazionale» e a una valutazione sul comportamento tenuto da Polanski durante la sua latitanza.
«A dispetto di un esame molto accurato dei documenti», gli svizzeri hanno dichiarato di non poter escludere un vizio di forma nella richiesta di estradizione degli Usa, ritenuti non completa e non sufficiente. Prima di volare in Francia, Polanski aveva trascorso 42 giorni in un ospedale psichiatrico. Le autorità elvetiche avevano cercato di stabilire se per quella detenzione non dovesse ritenersi già scontata la pena per il caso Geimer. Come prova, aveva fatto richiesta di interrogare l’allora procuratore Roger Gunson. Permesso non accordato.
Ma il comunicato va oltre queste considerazioni, e cita la «buona fede» del fuggitivo, che è stato arrestato il 26 settembre del 2009 all’aeroporto di Zurigo, dove era appena arrivato per ritirare un premio alla carriera del festival. Il cineasta era entrato altre volte in Svizzera tra il 2005, quando è stato spiccato il mandato di arresto internazionale, e la cattura, quattro anni dopo, senza il timore di conseguenze penali. Il passaggio più significativo è però quello che cita le conseguenze in termini di «ordine pubblico internazionale», come fonte di ispirazione per la liberazione di Polanski. Parole che non mancheranno di generare polemiche. Non ci sarà però un ricorso ufficiale: gli Stati Uniti non potranno fare appello.
Polanski aveva lasciato la California l’1 febbraio del 1978, poche ore prima della sentenza definitiva per violenza sessuale. Dalla vittima è stato pubblicamente perdonato già nel 1997. Nel 2003 Samantha è tornata sull’argomento, invocando dalle pagine del Los Angeles Times la chiusura del caso e il permesso al regista di tornare negli Stati Uniti e ritirare l’Oscar. Forse Polanski non riuscirà mai a presentarsi davanti all’Academy, ma difficilmente finirà in prigione. In Francia è al sicuro, farà più attenzione agli Stati che visiterà e in ogni caso altri governi eviteranno accuratamente di trovarsi nella situazione della Svizzera, che dopo l’arresto ha visto il suo sistema penale sotto la lente del mondo intero per mesi.

© Copyright Il Riformista, 13 luglio 2010 consultabile online anche qui.

6 commenti:

sonny ha detto...

Raffa, ma è lo stesso B.H.L di questo post?


http://paparatzinger3-blograffaella.blogspot.com/2010/01/se-anche-benedetto-xvi-e-pio-xii.html



Anche in Francia non si scherza con il caldo, eh !

sonny ha detto...

Segnalazione:

http://raivaticano.blog.rai.it/2010/07/13/addio-caro-amico-giuseppe/

Raffaella ha detto...

Si', Sonny, e' lo stesso :-)
R.

Anonimo ha detto...

Non per fare polemiche, ma gli ebrei di solito si aiutano sul serio. Eufemia

sonny ha detto...

Altro che polemiche Eufemia. Hai colto nel segno!

Antonio Caterinato ha detto...

Per favore, niente allusioni antigiudaiche. Prevedendo come sarebbe finito, ho conservato un articolo dello scrittore Ferdinando Camon pubblicato a p. 2 di Avvenire del 3 ott. 2009, (purtroppo non reperibile on-line) dove si ricordano gli interventi per la libertà dell'artista pedofilo di cineasti stranieri e,in Italia, di Monica Bellucci, Ettore Scola, Marco Bellocchio, Giuseppe Tornatore, Paolo Sorrentino, Michele Placido. Guardiamo piuttosto a questa "cultura" che pontifica su tutti i media!