mercoledì 4 agosto 2010

All’udienza generale, la grande festa dei ministranti. Il Papa: rendete Gesù sempre più presente nel mondo (Radio Vaticana)


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All’udienza generale, la grande festa dei ministranti. Il Papa: rendete Gesù sempre più presente nel mondo

Il clima festoso delle Gmg ha caratterizzato l’udienza generale di Benedetto XVI stamani in Piazza San Pietro gremita da oltre 80 mila fedeli: protagonisti migliaia di giovani ministranti di tutta Europa, convenuti a Roma in questi giorni per il loro decimo pellegrinaggio. Il Papa, che ha pronunciato la sua catechesi in tedesco - lingua della maggior parte dei “chierichetti” presenti - ha svolto una riflessione sulla figura di San Tarcisio, giovane martire, patrono dei ministranti. In particolare, il Papa ha esortato i giovani fedeli ad aiutare i sacerdoti a rendere Gesù più presente nel mondo. Il servizio di Alessandro Gisotti:

“Cari ragazzi e giovani, siate i benvenuti!”

La gioia dei ragazzi e del Papa per un incontro a lungo atteso. Benedetto XVI ha accolto con affetto e gratitudine i ministranti pellegrini a Roma. Rendete gioioso non solo questo luogo, ha confidato, ma anche il mio cuore. Parlando in tedesco, ha ricordato quando anche lui era ministrante e per suggellare questo significativo evento, durante tutta l’udienza, ha tenuto sulle spalle il foulard dei “chierichetti”, donatogli dal vescovo ausiliare di Basilea, mons. Martin Gächter, presidente del “Coetus Internationalis Ministrantium”:

Canti - Emmanuel

Canti delle Gmg hanno accompagnato l’udienza, in una Piazza San Pietro policromatica grazie ai diversi colori delle magliette dei ragazzi. Sul sagrato era presente una grande statua di San Tarcisio, patrono dei ministranti, giunta a Roma dopo un lungo pellegrinaggio partito dalla Svizzera. La statua, ha detto il Papa, verrà collocata presso le catacombe di San Callisto dove il martire Tarcisio venne sepolto. Ma chi era dunque San Tarcisio, ha domandato il Papa? Giovane ministrante, ha rammentato, all’epoca delle persecuzioni dell’imperatore Valeriano, sacrificò la propria vita pur di custodire l’Eucaristia che si era proposto di portare ad alcuni fedeli che l’attendevano.

“Schicke mich! Dieser junge schien aber…”

“Manda me”, aveva detto coraggiosamente il ragazzo al sacerdote che cercava qualcuno disposto ad un servizio così impegnativo. E come aveva promesso, ha sottolineato il Papa, Tarcisio difese le ostie consacrate fino al martirio per mano di alcuni giovani che volevano strappargli le particole. Morente, San Tarcisio venne portato al sacerdote da un ufficiale pretoriano convertitosi al cristianesimo. Vi giunse privo di vita, ma stretto al petto teneva ancora un piccolo lino con l’Eucaristia. La tradizione vuole che la particola consacrata, difesa con la vita dal piccolo martire, non fu trovata nelle mani di Tarcisio, perché era diventata “carne della sua carne, formando così con lo stesso suo corpo un’unica ostia immacolata offerta a Dio”:

“Liebe Ministrantinnen und Ministranten... ”

“Cari ministranti – è stata l’esortazione del Papa – la testimonianza di san Tarcisio e questa bella tradizione ci insegnano il profondo amore e la grande venerazione che dobbiamo avere verso l’Eucaristia”. E’ “un bene prezioso – ha aggiunto – un tesoro il cui valore non si può misurare, è il Pane della vita, è Gesù che si fa cibo, sostegno e forza per il nostro cammino di ogni giorno e strada aperta verso la vita eterna; è il dono più grande che Gesù ci ha lasciato”:
“Tut großzügig euren Dienst an Jesus... ”

“Servite con generosità Gesù presente nell’Eucaristia”, ha esortato il Papa, “è un compito importante, che vi permette di essere particolarmente vicini al Signore" e di crescere come suoi veri amici. E li ha invitati a custodire “gelosamente questa amicizia” nel loro cuore, “come san Tarcisio, pronto a dare la vita perché Gesù giunga a tutti gli uomini”. Anche voi, ha detto, “comunicate ai vostri coetanei il dono di questa amicizia, con gioia, con entusiasmo, senza paura!”:

“Jedes Mal, wenn ihr zum Altar…”

“Ogni volta che vi accostate all’altare – ha osservato il Papa – avete la fortuna di assistere al grande gesto di amore di Dio, che continua a donarsi a ciascuno di noi ad esserci vicino, ad aiutarci, a darci forza per vivere bene”. Siete fortunati, ha detto, “a poter vivere da vicino” il grande mistero eucaristico e li ha invitati a prepararsi bene interiormente alla Santa Messa, a non entrare in Chiesa con superficialità. Aiutando i vostri sacerdoti nel servizio all’altare, è stato il suo incoraggiamento, “contribuite a rendere Gesù più vicino", affinché "Egli possa essere più presente nel mondo, nella vita di ogni giorno, nella Chiesa e in ogni luogo”.

Liebe Freunde, ihr leiht Jesus…

“Cari amici – ha detto il Papa – voi prestate a Gesù le vostre mani, i vostri pensieri, il vostro tempo. Egli non mancherà di ricompensarvi, donandovi la gioia vera, la felicità più piena”. A noi, ha concluso, “probabilmente non è richiesto il martirio” come per San Tarcisio, “ma Gesù ci domanda la fedeltà nelle piccole cose, il raccoglimento interiore", "la nostra fede e lo sforzo di mantenere presente questo tesoro nella vita di ogni giorno". Ci chiede la fedeltà "nei compiti quotidiani, la testimonianza del Suo amore, frequentando la Chiesa per convinzione interiore e per la gioia della Sua presenza". E "così possiamo far conoscere anche ai nostri amici che Gesù vive”. All’udienza generale ha preso parte anche il cardinale Tarcisio Bertone, invitato dai chierichetti d’Europa in omaggio al nome del loro Santo patrono.

Canti – Jesus Christ you’re my life

E Piazza San Pietro era stata già invasa pacificamente ieri da 50 mila ministranti, provenienti da tutta Europa, che hanno preso parte ad una Veglia nell'ambito del loro decimo pellegrinaggio, all'insegna del motto “Bere alla vera Fonte”. Culmine dell’incontro, animato da canti gioiosi, momenti di riflessione, preghiere e testimonianze, è stata la presentazione della grande Statua di San Tarcisio, patrono dei chierichetti. Il servizio di Cecilia Seppia:

Foulard colorati, bandiere di ogni Paese, sorrisi, canti: è una piazza in Festa, quella dove ieri sera si è svolta la veglia di preghiera in attesa dell’incontro con Benedetto XVI, una piazza rumorosa, giovane, come giovane è la Chiesa rappresentata dai ragazzi e dalle ragazze provenienti da ogni parte d’Europa. 45 mila solo dalla Germania, ma anche dall’Austria e dalla Francia. E ancora Polonia, Slovacchia, Romania, Croazia. C’è anche l’Italia con i suoi mille ministranti. Insieme un esercito, dove la diversità, come raramente accade è motivo di gioia piena e di condivisione. Sentiamo alcune testimonianze di ministranti:

R. - Quello che unisce è proprio la gioia e la bellezza del servizio liturgico dei ministranti. E’ bello anche vedere ed incontrare altre persone di nazionalità diverse e fare con loro amicizia.

D. - Cosa senti nel fare questo servizio e cosa ti ha spinto a farlo?

R. - E' un servizio che mi stare vicino al Signore, in prima persona.

R. - E’ una esperienza molto bella, perché riesci a vivere la Liturgia. Quando poi si trova un sacerdote che è innamorato della Liturgia, ne fa innamorare anche i ragazzi. Ci si appassiona a compiere questo servizio. Il ministrante è colui che serve e, secondo me, è anche colui che riesce a testimoniare attraverso i gesti, senza parole, agli altri quello in cui crede.

Tra gli obiettivi di questo pellegrinaggio dunque anche l'invito a testimoniare con coraggio la fede, come sapeva fare Tarcisio, il martire romano, oggi patrono dei ministranti. Ieri sera la grande statua che lo rappresenta, realizzata dall’artista svizzero Bernhard Lang, è stata presentata e accolta tra gli applausi di tutti. Una speciale scultura in bronzo, alta 5 metri per 4 tonnellate che vuole a dire ai giovani: non restate fermi, seguite Cristo!

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