mercoledì 25 agosto 2010
Il Meeting dostoevskijano segna un bel punto nel dialogo con gli ortodossi. Incontro “storico” tra il vescovo cattolico e l’esarca russo (Vietti)
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Su segnalazione di Alessia leggiamo:
Il Meeting dostoevskijano segna un bel punto nel dialogo con gli ortodossi
Incontro “storico” tra il vescovo cattolico e l’esarca russo
di Piero Vietti
Il vescovo ortodosso bielorusso Filaret, una delle personalità più importanti della chiesa russa, non vede “ostacoli di principio” a un incontro tra papa Benedetto XVI e il patriarca Kirill, e a chi ieri gli chiedeva se ci siano le condizioni per questo incontro già il prossimo anno, ha detto che “il 2011 è una data molto vicina, ma se riusciremo a sistemarci credo che si possa fare. Ma riferirò a Kirill la vostra domanda, così come pure la mia risposta”. Il Meeting di Comunione e liberazione meno politico degli ultimi anni (siamo alla trentunesima edizione) ieri ha propiziato e fatto da palcoscenico a una tappa importante (“storica” è stata definita) nel dialogo tra la chiesa cattolica e quella ortodossa con un incontro pubblico ad alto livello tra il cardinale ungherese Péter Erdö, presidente del consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa, e l’esarca patriarcale di tutta la Bielorussia, il vescovo metropolita Filaret.
Il dialogo tra cattolici e ortodossi è una delle pietre portanti con cui Benedetto XVI ha voluto costruire il suo pontificato fin dall’inizio e che ritiene decisivo per il futuro del cristianesimo, e la storia di Cl in Russia ha radici lontane: l’associazione Russia cristiana di padre Romano Scalfi, una delle poche a tenere vivi i legamo Oltrecortina ai tempi dell’Urss, ha da pochi anni fondato a Mosca la Biblioteca dello Spirito insieme al Centro culturale SS. Cirillo e Metodio, presieduto proprio da Filaret. Comprensibile che gli organizzatori del Meeting puntassero molto sull’appuntamento “storico” di ieri pomeriggio: auditorium pieno, nella Fiera non c’erano altri incontri in contemporanea e gli schermi distribuiti nei padiglioni trasmettevano il dialogo tra i due vescovi, incentrato su una frase di Dostoevskij: “Un uomo colto, un europeo dei nostri giorni, può credere, credere proprio, alla divinità del Figlio di Dio, Gesù Cristo?”. Prima ancora degli interventi, la volontà di dialogo era evidente già nei gesti di Filaret, accolto da una standing ovation: dal palco salutava il pubblico e prima di baciare e abbracciare un quasi sorpreso Erdö ha richiamato l’attenzione dei fotografi. “Cattolici e ortodossi sono entrambi pronti al dialogo – ha detto Filaret ai giornalisti dopo l’incontro – Anzi, stanno dialogando e parlando del futuro della chiesa. Dio voglia che questo continui”. Sembrano sempre più lontani gli anni in cui la chiesa ortodossa di Mosca non accettava nemmeno che Roma avesse un suo arcivescovo nella capitale russa.
Da poco più di un mese, per la prima volta la Santa Sede ha un ambasciatore presso la Federazione Russa, l’italiano Antonio Mennini, diplomatico vaticano di lunga esperienza, così come italiano è il vescovo Paolo Pezzi. Forse non è azzardato dire che l’incontro di ieri è la testimonianza di come la linea Ratzinger stia portando i suoi frutti là dove pochi, fino a qualche anno fa, avrebbero scommesso su un avvicinamento tra due parti così incomprensibilmente lontane. “La chiesa in occidente e la chiesa in oriente – ha detto Filaret durante l’incontro – attestano una propria verità, nella loro disputa storica. Delle nostre falsità interiori noi preferiamo parlare sottovoce e in una cerchia ristretta. L’atteggiamento diplomatico che cattolici e ortodossi assumono tra loro non di rado serve semplicemente a sottacere contraddizioni che gridano al cielo chiedendo una soluzione, ma non trovano, a causa di questo, soluzione sulla terra”. Per questo, ha spiegato il vescovo metropolita, “la persona del Signore nostro Gesù Cristo è l’ideale indiscutibile, il criterio perfetto, la bellezza incorruttibile che è al di sopra di tutti, in tutto e per tutti”. Eco gli ha fatto il vescovo Erdö, che ha spiegato come “l’intellettuale europeo non può rifiutare l’idea poco immaginabile per la nostra fantasia umana che è proprio la persona di Gesù Cristo”. In un Meeting che colpisce il visitatore per le migliaia di volontari che lavorano gratuitamente, quello tra Filaret e Erdö è forse la testimonianza più visibile di dialogo e collaborazione tra confessioni e fedi diverse. Una caratteristica storica del Meeting, visibile anche in dettagli più piccoli, ma significativi, come in uno dei ristoranti allestiti in fiera, dove tra i volontari che servono ai tavoli ci sono sei ragazzi, musulmani osservanti, che lavorano a digiuno perché il Meeting cade nei giorni del ramadan.
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1 commento:
Si può anche dire che è stato un incontro fra due Metropoliti... : quello cattolico di Budapest e quello ortodosso di Minsk :)
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