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Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:

Fra storia e religione il Dizionario di Melloni cerca i fondamenti

DA ROMA GIANNI CARDINALE

Di solito le presentazioni dei libri si risolvono in una acritica apologia degli stessi da parte di chi è invitato a palarne.
Di solito, ma non sempre. Non è successo così, ad esempio, ieri mattina nella Sala Igea dell’Istituto della Enciclopedia italiana, quando è stato presentato il nuovo Dizionario del sapere storico-religioso del Novecento edito dal Mulino e curato da Alberto Melloni.
Assente giustificato il direttore dell’Ansa Giulio Anselmi («è impegnato a Palazzo Chigi», ha riferito Melloni), dell’opera in questione hanno parlato Massimo Bray, Bianca Maria Scarcia Amoretti e Tullio Gregory.
E proprio quest’ultimo, pur elogiando l’impianto complessivo dell’opera, non ha mancato di segnalare alcuni punti che non l’hanno convinto.
In particolare la dotta verve critica di Gregory si è appuntata sul modo soft, con lo stile del «dire e non dire», con cui è stata descritta la questione del modernismo e della cosiddetta «nouvelle theologie» specialmente per quanti riguarda i provvedimenti presi dalle autorità ecclesiastiche dell’epoca per contrastare queste due correnti. All’incontro di ieri erano presenti anche don Manlio Sodi, salesiano, presidente della pontificia Accademia di teologia, e i giornalisti Giuliano Ferrara e Riccardo Chiaberge.
Quest’ultimo, dopo aver fatto notare la mancanza di un indice dei nomi citati, ha chiesto se nella voce dedicata a 'Gesù' si fosse tenuto conto dei contributi recentemente offerti sull’argomento anche da parte di giornalisti.
«Il fatto che nella voce non sia stato contemplato Augias – è la risposta di Melloni – lo considero un pregio e non un difetto».
Particolarmente gustoso il botta e risposta tra il direttore del Foglio e Melloni.
Ferrara chiede se nel Dizionario sia stato dato spazio alla teologia di Joseph Ratzinger.
Il curatore dell’opera risponde rimandando alla voce «Teologia fondamentale» curata da don Giuseppe Ruggieri («che fu tra i cofondatori di Communio insieme a Ratzinger») dove si tratta del rapporto tra fede e ragione («e che certamente interesserà il direttore Ferrara»).
Ad una rapidissima consultazione a campione dell’opera l’attuale pontefice risulta citato almeno nella voce di Peter Hunermann 'Teologia cristiana cattolica': per segnalare (pag. 1496) il suo sostegno all’enciclica di Paolo VI Humanae Vitae e per citare (pag. 1500) il 'motu proprio' (anche se in modo impreciso, Summi Pontifices invece che Summorum pontificum ) con cui ha introdotto la «'missa tridentina' come forma straordinaria del rito latino».
Il Dizionario del sapere storicoreligioso del Novecento (pp. 1900 in due tomi, euro 140) è un’opera collettiva scritta da 116 specialisti dei più diversi settori degli studi religiosi: ebraismo, cristianesimo, islam e culture orientali.
Nell’intenzione del curatore e degli autori vuole essere una «ampia guida ai centri di ricerca, alle riviste, alle figure dei grandi studiosi», che «abbraccia l’intero XX secolo, offrendo attraverso voci di un dizionario uno strumento indispensabile per l’avvio di una indagine e per cogliere le risonanze profonde fra ambiti del sapere storico-religioso apparentemente lontani».

© Copyright Avvenire, 17 settembre 2010