venerdì 17 settembre 2010
Il Papa ammette con chiarezza le responsabilità delle autorità ecclesiastiche. Domani l'incontro con le vittime di abusi del clero (Tornielli)
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Gb, il Papa a Edinburgo: "La Chiesa non ha vigilato su abusi dei preti pedofili"
Andrea Tornielli
Gli scandali degli abusi sessuali perpetrati dal clero, «sono stati per me uno choc», e provoca «una grande tristezza che la autorità della Chiesa non sia stata sufficientemente vigilante e non abbastanza veloce e decisa nel prendere le misure necessarie» per contrastare il fenomeno. Lo ha affermato Benedetto XVI rispondendo alle domanda dei giornalisti durante il volo che ieri mattina lo ha portato da Roma a Edimburgo.
Il Papa, che domani a Londra incontrerà alcune vittime dei preti pedofili, ha scelto di rispondere a una domanda sugli scandali, ammettendo con chiarezza le responsabilità delle autorità ecclesiastiche.
«Innanzitutto devo dire – ha affermato – che queste rivelazioni sono state per me uno choc, sono una grande tristezza ed è difficile capire come questa perversione del ministero sacerdotale sia stata possibile. Il sacerdote il giorno dell’ordinazione, preparato per anni a questo momento, dice sì a Cristo per farsi la sua voce, la sua bocca, la sua mano e servire con tutta la sua esistenza perché il buon pastore che ama che aiuta e guida alla verità sia presente nel mondo». «Come un uomo che ha fatto e detto questo possa poi cadere in questa perversione – ha aggiunto Ratzinger – è difficile capire, è una grande tristezza anche che la autorità della Chiesa non sia stata sufficientemente vigilante e veloce, decisa nel prendere le misure necessarie». Per tutto questo, ha detto ancora il Pontefice, viviamo «in un momento di penitenza, di umiltà di rinnovata sincerità. Mi sembra dobbiamo adesso reimparare l’assoluta sincerità». Riferendosi alle vittime, Benedetto XVI ha detto che la priorità è quella di aiutarle «a superare questo trauma, a ritrovare la vita, a ritrovare anche la fiducia nel messaggio di Cristo. L’impegno per le vittime è la prima priorità con aiuti materiali, psicologici e spirituali». Quanto ai colpevoli, ha spiegato che essi vanno esclusi da ogni possibilità di accesso ai giovani», perché «sappiamo», ha aggiunto, che la pedofilia «è una malattia» che condiziona «la libera volontà» e quindi «dobbiamo proteggere queste persone da se stesse».
Infine, Ratzinger ha parlato della prevenzione e della formazione dei candidati al sacerdozio, per escludere «futuri casi», e ha ringraziato l’episcopato britannico per la sua collaborazione con il Vaticano e con le autorità pubbliche nel combattere il fenomeno e assistere le vittime.
Benedetto XVI, che giudica dunque molto positivo il lavoro svolto dalla Chiesa cattolica britannica e le norme stabilite per la lotta alla pedofilia, ancora una volta non si sottrae alle domande sugli scandali, non si trincera dietro le statistiche e parla, invece, di penitenza e purificazione. Come aveva fatto lo scorso maggio andando a Fatima, quando spiegò che l’attacco più forte e più grave per la Chiesa arrivava dal suo interno, dal peccato dei suoi appartenenti.
© Copyright Il Giornale, 17 settembre 2010 consultabile online anche qui.
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1 commento:
Ciao Raffaella,
queste sono giornate assai dense - la visita del Papa sta facendo una buona impressione, ma non mancano le solite voci critiche, che dicono le solite cose trite e ritrite. Ho imparato in questi giorni che lo Stato della Citta' del Vaticano non e' uno Stato...
Qui c'e' un bell'articolo sull'ABC, il principale canale televisivo australiano. Gli australiani non sono molto religiosi. Ma questo articolo e' molto rincuorante.
http://www.abc.net.au/news/stories/2010/09/17/3015005.htm?site=thedrum
Preghiamo sempre per il Papa, sta affrontando una visita difficile assai.
Ciao, Dark.
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