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Monito del Papa: «Dialogo e mediazione sulle divisioni sociali»
dal nostro inviato
FRANCA GIANSOLDATI
CARPINETO ROMANO - Papa Ratzinger rende omaggio a Leone XIII, il profeta della giustizia sociale, che con l’enciclica Rerum Novarum aprì la ”terza via” tra liberalismo e socialismo. Anche oggi, in epoca di globalizzazione e travagli economici, le grandi questioni sociali si possono «affrontare positivamente ed efficacemente con il dialogo e la mediazione». Ricetta più semplice da dire che non da realizzare, almeno stando ai fatti legati all’attualità che parlano di divario crescente tra Nord e Sud, di problemi legati all’immigrazione, di scontri sindacali, non ultimo il braccio di ferro in corso tra la Fiat e il sindacato dei metalmeccanici.
A Carpineto Romano le tovaglie bianche ricamate appese ai balconi, sventolano allegre sotto il sole di settembre. Sono vessilli di benvenuto per Benedetto XVI, terzo pontefice dopo Paolo VI e Giovanni Paolo II a far visita a questo piccolo centro sui monti Lepini, terra natale, duecento anni fa, di Papa Pecci.
Una visita lampo, durata poco meno di tre ore, servita a ravvivare i principi chiave della dottrina sociale della Chiesa. Impegno, coerenza, carità, solidarietà. Alla messa c’era tanta gente ad ascoltare ma pochissimi politici: il sottosegretario Letta che ha accolto l’ospite, all’atterraggio dell’elicottero, a nome del governo; poi il leader dell’Udc, Casini, Buttiglione, la presidente della Regione Lazio, Polverini, reduce da un pellegrinaggio a Lourdes. La messa è stata il momento centrale ed è iniziata con un insolito richiamo da parte di un sacerdote a non innalzare striscioni e cartelli, ed evitare battimani per non interrompere il raccoglimento spirituale che si deve a celebrazione eucaristica. Il Papa mite, sorrideva un po’ stanco. Una ciocca bianca di capelli gli usciva dalla tiara, forse di misura più stretta del solito. Il sindaco ha ricordato la Rerum novarum, promulgata nel 1891 per difendere i diritti dei lavoratori, ma soprattutto per stabilire che non è l’uomo fatto per l’economia ma l’economia per l’uomo. Il che implica riportare nella giusta dimensione i rapporti di lavoro, imprenditoriali, finanziari, economici.
Da oltre due secoli i cattolici si sono cimentati con questa Magna Charta producendo, ha detto il Papa nell’omelia, «con la fantasia della carità, molteplici strade per attuare il messaggio evangelico all’interno delle nuove realtà sociali». Ma cosa ha lasciato sul terreno l’esortazione ai cattolici a partecipare costruttivamente al tessuto sociale? «Un’autentica esplosione di iniziative: associazioni, casse rurali e artigiane, giornali, un vasto movimento». E sempre grazie a Leone XIII si deve l’introduzione nel XX secolo di «una Chiesa ringiovanita, con l’atteggiamento giusto per affrontare le nuove sfide».
© Copyright Il Messaggero, 6 settembre 2010
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