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Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:
UNA FASE NUOVA PER I CATTOLICI ITALIANI
di Paolo Messa *
Angustiati. Non poteva scegliere termine più puntuale il cardinale Bagnasco per descrivere il sentimento degli italiani, e non solo dei cattolici. Il presidente della Cei intervenendo all'apertura del Consiglio permanente dei vescovi italiani ha svolto una relazione così esplicita da non temere di poter essere frainteso. Le sue non sono le parole di un autoreferenziale gerarca vaticano. Nel suo ragionamento vi è l'esaltazione del lavoro che quotidianamente viene svolto dalle diocesi presenti su tutto il nostro territorio. Un'attività di dialogo intenso che da tempo ormai segnala una grande difficoltà. C'è una questione sociale e di rappresentanza politica che è rimasta inevasa e che attende invece una risposta.
La cosiddetta Seconda Repubblica ha visto l'esaurimento della spinta propulsiva di quel partito, la Dc, che sia pure con tante contraddizioni è riuscito per cinquant'anni a rappresentare “in esclusiva”, se così si può dire, i cattolici italiani. Dal '94 invece la testimonianza cristiana nelle istituzioni laiche, a partire dal Parlamento, si è realizzata trasversalmente ai movimenti politici e agli schieramenti, sotto l'abile regia di Camillo Ruini. E' stata una formula positiva, probabilmente anche l'unica possibile. Al di là però di quale possa essere la considerazione storica sull'esperienza democristiana e di quella vissuta negli sedici anni, non vi sono dubbi che oggi entrambe quelle formule appaiono superate. Il problema è che ne è stata brevettata un'altra.
Il tempo delle scelte, anche per i cattolici, si avvicina. L'emergenza del lavoro, della famiglia (anche nel senso demografico), dell'integrazione, dell'economia in genere, preme sulla popolazione italiana e non deve stupire se i pastori mostrano segni di preoccupazione per il loro gregge, sempre meno numeroso e più spaesato. Ecco che il richiamo di Bagnasco va letto in un contesto sinottico insieme alle considerazioni del Segretario di Stato, Tarcisio Bertone, che stigmatizza la vita dei gaudenti (modello sotto-culturale imperante) e quelle del Santo Padre che in più occasioni ha invocato una nuova generazione di cattolici impegnati in politica.
Di tutto questo si discuterà in un appuntamento che forse mai è apparso così cruciale: le settimane sociali della Chiesa che quest'anno si svolgeranno a Reggio Calabria dal 14 al 17 ottobre. Monsignor Miglio, insieme a Luca Diotallevi ed Edoarda Patriarca, hanno girato la penisola in tutti questi mesi raccogliendo idee e contributi. Hanno registrato anche loro quel malessere che il presidente della Cei ha ritenuto utile denunciare.
Adesso si tratta di capire come orientarsi in questo incerto momento politico ed economico. Il dibattito calabrese, da questo punto di vista, potrà risultare particolarmente stimolante. Perchè gli italiani non ci stanno più ad essere costretti nelle maglie di una trama istituzionale così asfittica. C'è bisogno di aria nuova. Probabilmente, come in passato, toccherà alla Chiesa aiutare i tanti esili soffi di libertà, che pure spirano nel Paese, a diventare un vento sufficientemente robusto per cambiare pagina e allontanare quelle nuvole che hanno ingrigito il cielo del nostro domani.
© Copyright Il Tempo, 28 settembre 2010
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5 commenti:
Scusa OT, Raffa.
una notizia incredibile grazie agli amici di messa in latino:
http://blog.messainlatino.it/2010/09/dopo-il-vescovo-pedofilo-il-vescovo.html
+ link
http://www.rtlinfo.be/info/belgique/faits_divers/740313/l-ex-eveque-pedophile-roger-vangheluwe-a-disparu
Alessia
Oserei definire RIDUTTIVO sia la Prolusione del Presidente della CEI sia il commento letto e spiego il perchè:
il Presidente della CEI E' UN CAPO POLITICO oppure deve occuparsi di ANIME DA SALVARE?
Confesso che sono arcistufa, come cattolica, di leggere in ogni Prolusione esclusivamente richiami di spessore POLITICO!! e naturalmente i commentatori che non hanno altro di meglio sul quale aggrapparsi, continuano con questo martellamento di stampo politico come se i Cattolici dovessero diventare una sorta di PARTITO POLITICO....
Tolto ogni dubbio che concordo sul martellante invito di Bagnasco ai cattolici per un impegno serio nella politica, ciò che manca tuttavia, come FULCRO di certi discorsi è la dimensione SPIRITUALE E SACRAMENTALE dell'essere cattolico che solamente DOPO questo può diventare un ottimo politico...
Il cardinale Bagnasco, e così la CEI, sono incastrati in una sorta di via senza uscita se alla base dei tanti bei discorsi non c'è un richiamo AI VESCOVI E AI SACERDOTI AD OBBEDIRE AL PAPA SULLA LITURGIA, SUI SACRAMENTI....SULLA VITA SPIRITUALE DELLA CHIESA....il perchè è semplice: la parola senza lo spirito E' LETTERA MORTA!
E così mese dopo mese, anno dopo anno, incontri dopo incontri, Bagnasco continua a ripetere le solite tiritere e l'Italia continuerà a NON avere CATTOLICI autentici impegnati nella politica...
Eminenza Reverendissima, cardinale Bagnasco,
se nelle sue Prolusioni non comincerà a richiamare le Diocesi a celebrare la Messa come il Papa sta insegnando, le sue parole resteranno lettera morta poichè mancanti dello spirito LITURGICO che dona ad esse LA VITA!
ottimo Caterina! Concordo pienamente.... :(
Un brava a Caterina 63...sottoscrivo tutto, in realtà a sua eminenza et eccellenze italiane interessa solo l'8 per mille e fino a che avranno privilegi fiscali continueranno a demolire gli antichi altari e continuerà lo sfregio delle nuove chiese indecenti e protestantiche .
Nel frattempo continuano a non obbedire al Santo Padre...i fedeli nauseati da tanta cecità se ne vanno...
Caterina ha centrato il problema.
Il problema non è se vanno in politica, ma se sono cattolici!
In realtà solo il Santo Padre si premura di formare e moltiplicare i cattolici.
Personalmente non so se in questa società ci sia spazio per un impegno diretto dei cattolici in politica, ma sono convinta che i cattolici, rimanendo fedeli al Magistero, possano indirizzare la politica in modo determinante, per esempio come ha fatto Alleanza Cattolica in Piemonte.
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