lunedì 27 settembre 2010

Il mandato a Gotti Tedeschi di bonificare la banca d’Oltretevere è «più che mai valido» (Galeazzi)

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Su Gotti Tedeschi la benedizione di Benedetto XVI

Il presidente Ior in visita al Papa a Castel Gandolfo: piena fiducia alla vigilia dell’interrogatorio con i pm

GIACOMO GALEAZZI

CITTÀ DEL VATICANO

Alla vigilia dell’interrogatorio in procura il Papa «benedice» il capo dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi. Un saluto, la consegna di un libro, un baciamano: breve colloquio ieri al termine dell’Angelus tra Benedetto XVI e il presidente della banca vaticana indagato per violazione delle norme antiriciclaggio.
Il primo incontro con il Papa dall’avvio dell’indagine, spiegano in Curia, rappresenta «un gesto ad elevato valore simbolico che esprime vicinanza, stima e fiducia» da parte del Pontefice per il banchiere scelto apposta per dare trasparenza all’Istituto Opere Religiose e chiudere per sempre l’era degli scandali (da Sindona-Calvi-Marcinkus alla maxi-tangente Enimont). Una «grande serenità» ha caratterizzato il «vis-à-vis» a Castel Gandolfo, in linea con la «piena collaborazione» assicurata dalla Santa Sede all’inchiesta in corso.
Gotti Tedeschi, che già martedì era stato in Banca d’Italia, ha rinunciato agli scudi giudiziari del Vaticano e in settimana vedrà gli inquirenti «in conformità alla trasparenza voluta da Benedetto XVI e nello spirito di proficua cooperazione con le autorità italiane», sottolineano in Segreteria di Stato. Con la nomina del nuovo presidente (che si stupisce per le «attenzioni a dir poco sorprendenti» che gli vengono rivolte da un anno), lo Ior ha avviato una serie di contatti e procedure per adeguare la propria gestione alle norme internazionali sulla «white list». Nel nuovo corso della banca vaticana, infatti, cresce il sospetto che qualcuno Oltretevere soffi sull’inchiesta per boicottare la «glasnost» imposta dal Papa alla gestione finanziaria della Chiesa.
Ieri Gotti Tedeschi, prima del chiarimento in procura, ha assistito con la moglie Francesca all’ultimo Angelus da Castel Gandolfo (venerdì il Papa rientrerà in Vaticano) e, al termine dei saluti ai pellegrini, lontano dalle telecamere, si è messo in fila per il baciamano. Ha consegnato al Pontefice il suo libro «Denaro e paradiso», un testo che è «simbolo» di un modo «etico» di fare banca e anche dello stretto legame tra Gotti Tedeschi e il vertice della piramide vaticana. Di fronte all’inchiesta la Segreteria di Stato, l’Osservatore Romano e la Sala stampa vaticana concordano: «Si è trattato solo di un malinteso» che verrà chiarito quanto prima». Gotti Tedeschi e il suo braccio destro Cipriani saranno sentiti nei prossimi giorni. E se prima di quell’appuntamento mancava solo la «benedizione» del Papa, ora c’è stata anche quella. «È evidente che si è trattato di una attestazione di stima e fiducia - commentano in Vaticano -. Un modo per sottolineare pubblicamente, a soli cinque giorni dalla notizia dell’indagine avviata dalla Procura di Roma, la vicinanza e il sostegno da parte del Pontefice all’economista e banchiere scelto pochi mesi fa per guidare l’Istituto Opere religiose in un percorso di totale e irreversibile trasparenza».
Una trasparenza che forse, «non è bene accolta da tutti».
Ufficialmente in Curia si ribadisce «sorpresa e perplessità» per l’iniziativa dei magistrati giunta peraltro a fronte di un rapporto «costante e cordiale» tra i vertici dello Ior e la Banca d’Italia. Intanto Gotti Tedeschi si dichiara «tranquillissimo»: nessun dubbio sul fatto che «l’equivoco sarà chiarito non appena ci sarà l’opportunità». Il mandato di bonificare la banca d’Oltretevere è «più che mai valido». Nessuno scollamento, dunque, anzi «un forte segnale di fiducia del Pontefice verso una persona rispettabile», precisano nei Sacri Palazzi. L’asse di ferro tra Gotti Tedeschi e Bertone (presidente della vigilanza-Ior) non teme polpette avvelenate né colpi di coda dei «nemici della purificazione».

© Copyright La Stampa, 27 settembre 2010 consultabile online anche qui.

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