lunedì 27 settembre 2010

Il Papa al Congresso dei Pellegrinaggi e Santuari: il mio Pontificato è un pellegrinaggio per portare Dio nel mondo con speranza e semplicità (Radio Vaticana)

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Il Papa al Congresso dei Pellegrinaggi e Santuari: il mio Pontificato è un pellegrinaggio per portare Dio nel mondo con speranza e semplicità

I santuari siano “fari di carità” dove incontrare Dio, che non ci lascia mai soli nel nostro cammino: è quanto afferma Benedetto XVI in un Messaggio per il II Congresso mondiale della Pastorale dei Pellegrinaggi e Santuari al via oggi a Santiago de Compostela. L’evento è incentrato sul tema “Egli entrò per rimanere con loro”, ripreso dal passaggio evangelico dei discepoli di Emmaus. In apertura di Congresso, l’intervento dell’arcivescovo Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale dei Migranti. Il servizio di Alessandro Gisotti:

“I santuari devono essere fari di carità, incessantemente dedicati ai più sfavoriti mediante opere concrete di solidarietà e misericordia e una costante disponibilità all’ascolto”: è l’esortazione di Benedetto XVI, che nel suo messaggio confida come fin dall’inizio del suo Pontificato abbia voluto vivere il suo ministero “con i sentimenti del pellegrino che percorre le vie del mondo con speranza e semplicità”. Un pellegrinaggio, sottolinea, per portare “sulle labbra e nel cuore il messaggio salvifico del Cristo Risorto” e confermare “nella fede i propri fratelli”. E afferma che proprio “come segno esplicito di tale missione”, nel suo stemma “figura, tra altri elementi, la conchiglia del pellegrino”. Ricorda quindi che a breve si recherà pellegrino proprio a Santiago de Compostela, sede del Congresso. In questo momento storico, aggiunge, “in cui, con forza se possibile ancor maggiore, siamo chiamati ad evangelizzare il nostro mondo va messa in debito risalto la ricchezza che scaturisce dal pellegrinaggio ai santuari”.

In effetti, constata il Papa, “diversamente dal vagabondo, i cui passi non hanno una destinazione precisa, il pellegrino ha sempre una meta davanti a sé, anche se a volte non ne è pienamente cosciente”. E la meta, ribadisce il messaggio, “altro non è se non l’incontro con Dio per mezzo di Gesù Cristo, in cui tutte le nostre aspirazioni trovano risposta”. Di qui l’importanza fondamentale della celebrazione dell’Eucarestia, che “può ben considerarsi il culmine del pellegrinaggio”. Il Papa non manca di ricordare ai visitatori che “i santuari sono luoghi sacri” in cui bisogna comportarsi “con devozione, rispetto e decoro”. Infine, mette l’accento sul pellegrinaggio ai santuari come “occasione propizia per rinvigorire” nei visitatori “il desiderio di condividere con altri l’esperienza meravigliosa di sapersi amati da Dio e di essere inviati al mondo a dare testimonianza di questo amore”.

Dal canto suo, l’arcivescovo Vegliò sottolinea nel suo discorso inaugurale che la Chiesa deve avvalersi delle occasioni come i pellegrinaggi “per proclamare il messaggio evangelico e cercare di condurre le persone a Cristo”. Né manca di affermare che, in un tempo di secolarizzazione, la presenza religiosa deve avere un posto nello spazio pubblico, “nei momenti di convivenza giornalieri”. Il problema dell’indifferenza religiosa, prosegue, consiste nel fatto che l’uomo di oggi “non scopre in Cristo la risposta della sua vita”, perché “non cerca risposte, non si interroga sulla esistenza”. Ecco allora che i pellegrinaggi sono una grande occasione per incontrare Cristo e in Lui tutte le risposte della nostra vita.

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