giovedì 28 ottobre 2010

I vescovi: Nell'Italia di oggi, le persone fanno sempre più fatica a dare un senso profondo all'esistenza. Ne sono sintomi il disorientamento, il ripiegamento su se stessi e il narcisismo, il desiderio insaziabile di possesso e di consumo, la ricerca del sesso slegato dall'affettività e dall'impegno di vita...(Izzo)

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CEI: NARCISISMO E SESSO AMORALE SINTOMI ITALIA DISORIENTA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 28 ott.

Nell'Italia di oggi, "le persone fanno sempre piu' fatica a dare un senso profondo all'esistenza. Ne sono sintomi il disorientamento, il ripiegamento su se stessi e il narcisismo, il desiderio insaziabile di possesso e di consumo, la ricerca del sesso slegato dall'affettivita' e dall'impegno di vita, l'ansia e la paura, l'incapacita' di sperare, il diffondersi dell'infelicita' e della depressione".
Lo affermano i vescovi italiani nei loro "Orientamenti pastorali" per il prossimo decennio. "Cio' - rilevano - si riflette anche nello smarrimento del significato autentico dell'educare e della sua insopprimibile necessita'".
Anche il mito dell'uomo "che si fa da se'" finisce, per i presuli, "con il separare la persona dalle proprie radici e dagli altri, rendendola alla fine poco amante anche di se stessa e della vita".
Tra le difficolta' che l'educazione si trova oggi a fronteggiare, inoltre, "spicca lo scetticismo riguardo la sua stessa possibilita', sicche' i progetti educativi diventano programmi a breve termine, mentre una corrente fredda scuote gli spazi classici della famiglia e della scuola".
"Noi stessi - ammettono i vescovi - ne siamo turbati e sentiamo l'esigenza impellente di ribadire il valore dell'educazione proprio a partire da questi suoi luoghi fondamentali"."Come pastori della Chiesa - assicurano i presuli - il nostro pensiero va pure a tutte le altre resistenze, provocate dal peccato che distoglie e indebolisce la volonta' dell'uomo e lo induce ad azioni malvagie.
Cogliamo in tutta la loro gravita' le parole del Papa, quando avverte che oggi la nostra speranza e' insidiata da molte parti e rischiamo di ridiventare anche noi, come gli antichi pagani, uomini senza speranza e senza Dio in questo mondo".
Proprio da qui, rileva il documento pubblicato oggi, "nasce la difficolta' forse piu' profonda per una vera opera educativa: alla radice della crisi dell'educazione c'e' infatti una crisi di fiducia nella vita".

"Tra i compiti affidati dal Maestro alla Chiesa c'e' - ricorda il testo pubblicato oggi - la cura del bene delle persone, nella prospettiva di un umanesimo integrale e trascendente. Educare comporta la preoccupazione che siano formate in ciascuno l'intelligenza, la volonta' e la capacita' di amare, perche' ogni individuo abbia il coraggio di decisioni definitive".
Il documento analizza molti "aspetti problematici" della cultura contemporanea, "come la tendenza a ridurre il bene all'utile, la verita' a razionalita' empirica, la bellezza a godimento effimero, cercando di riconoscere anche le domande inespresse e le potenzialita' nascoste, e di far leva sulle risorse offerte dalla cultura stessa".
Secondo i presuli, ci sono poi anche altri aspetti, "rilevanti dal punto di vista antropologico", che influiscono in modo particolare sul processo educativo: "l'eclissi del senso di Dio e l'offuscarsi della dimensione dell'interiorita', l'incerta formazione dell'identita' personale in un contesto plurale e frammentato, le difficolta' di dialogo tra le generazioni, la separazione tra intelligenza e affettivita'".
"Si tratta - scrivono - di nodi critici che vanno compresi e affrontati senza paura, accettando la sfida di trasformarli in altrettante opportunita' educative".
"Le cause di questo disagio - elenca la Cei - sono molteplici, culturali, sociali ed economiche, ma al fondo di tutto si puo' scorgere la negazione della vocazione trascendente dell'uomo e di quella relazione fondante che da' senso a tutte le altre: senza Dio l'uomo non sa dove andare e non riesce nemmeno a comprendere chi egli sia".
Sono queste, per i vescovi, "le radici dell'emergenza educativa, il cui punto cruciale sta nel superamento di quella falsa idea di autonomia che induce l'uomo a concepirsi come un io completo in se stesso, laddove, invece, egli lo diventa nella relazione con il tu e con il noi".
Una "distorsione" che per il documento e' stata "magistralmente illustrata" dal Papa come "un falso concetto di autonomia dell'uomo". Infatti, come affermato dal Papa, "la cosiddetta educazione antiautoritaria non e' educazione, ma rinuncia all'educazione: cosi' non viene dato quanto noi siamo debitori di dare agli altri, cioe' questo tu e noi nel quale si apre l'io a se stesso".
"Segno dei tempi", ma in positivo, e' invece per i vescovi l'accresciuta sensibilita' per la liberta' in tutti gli ambiti dell'esistenza: "il desiderio di liberta' - rileva il documento - rappresenta un terreno d'incontro tra l'anelito dell'uomo e il messaggio cristiano. Nell'educazione, la liberta' e' il presupposto indispensabile per la crescita della persona. Essa, infatti, non e' un semplice punto di partenza, ma un processo continuo verso il fine ultimo dell'uomo, cioe' la sua pienezza nella verita' dell'amore".
E certamente, ricorda il testo, "l'uomo puo' volgersi al bene soltanto nella liberta'", mentre "questa ricerca diffusa di liberta' e di amore rimanda a valori a partire dai quali e' possibile proporre un percorso educativo, capace di offrire un'esperienza integrale della fede e della vita cristiana". "Siamo nel mondo - concludono i vescovi italiani - con la consapevolezza di essere portatori di una visione della persona che, esaltandone la verita', la bonta' e la bellezza, e' davvero alternativa al sentire comune".

© Copyright (AGI)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

OT, Raffa.
Il regista tedesco Wim Wenders sta pensando di scrivere una sceneggiatura per un film sullo scandalo Chiesa-pedofilia. Naturalmente, il Papa (Benedetto, chi altri?)e la Chiesa tutta sono sommamente colpevoli.
http://www.google.com/hostednews/afp/article/ALeqM5hZT5gDHk5xPExPDgt7VfwRI-KDuw?docId=CNG.d6447c3c5ab62a5cb2ae1bab9f8cbab8.ae1
Alessia

Raffaella ha detto...

Solo Papa Benedetto?
Ma che combinazione...
R.