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Appello di Papa Benedetto XVI per le popolazioni dell’Indonesia e del Benin
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L’aggressiva reazione israeliana al Sinodo sul Medio Oriente ha irritato notevolmente il Vaticano. “Quello che la Chiesa dichiara o ammette o riconosce, non basta mai”, commentano in Segreteria di Stato (Politi)
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Il Messaggio del Papa per la Giornata dei migranti ed il dossier della Caritas Migrantes nell'approfondito commento di Salvatore Izzo
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La preghiera dei cristiani di Gerusalemme per l’unità (Bernardelli)
L'annuncio del Papa: «La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana»: è il tema della prossima Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi
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Su segnalazione di Alessia leggiamo:
Tra fede e diplomazia
di Don Filippo Di Giacomo
Anche nella Chiesa, non è oro tutto ciò che luccica. Anzi, spesso per veder brillare le testimonianze più luminose, che permettono al credente di avere occhi ben aperti sulla realtà, è necessario liberarle da ciò che le intralcia e le deforma. Mentre il firmamento di carta nelle ultime due settimane, si attardava su eventi memorabili quali: le qualità professionali (che tutti assicurano scarse) del futuro maestro della cappella musicale pontificia, il riutilizzo (una tantum, hanno assicurato le autorità vaticane) del triregno in un arazzo donato al Papa ed esposto a Castelgandolfo, le liste di cardinalabili per il presente ed il futuro (probabile che il rosso-porpora ecciti tori e toreri), a Roma avvenivano fatti decisamente più importanti. Capaci comunque di evidenziare le connessioni tra i molteplici fattori che determinano l’evoluzione del cattolicesimo contemporaneo in chiave globale. Escluso il professore Francesco Margiotta Broglio, che lo ha notato sul Corriere della Sera del 10 ottobre, i nostri laici di professione non hanno sospettato la portata del discorso con il quale il Presidente della Repubblica francese ha reiterato per l’ennesima volta (la quarta) la messa in soffitta della «laicité de combat» dell’ordinamento del suo Paese (quella che ha impantanato il trattato che si prefiggeva di far volare l’Europa politicamente unita) per far transitare la politica d’Oltralpe verso una laicità tranquilla e positiva.
Nella sua analisi, Francesco Margiotta Broglio accenna all’influenza che su tale cambio di passo la Francia subisce con «l’inevitabile contaminazione, negli alambicchi dell’Unione europea, tra i molti diversi (storicamente e politicamente) sistemi nazionali di rapporti Stato-Chiese e religione-politica». Anche solo per questo, il discorso del presidente francese potrebbe essere considerato un passo importante nella vita dell’Unione europea, ma più verosimilmente, è l’ennesima prova che la diplomazia vaticana (anche dopo Nizza e Lisbona) cammina piano ma va lontano.
Sempre il 10 ottobre, Benedetto XVI, ha dato inizio ai lavori del sinodo speciale dei vescovi del Medio Oriente. Per due settimane si sono riuniti a Roma i rappresentanti (330 persone, tra i quali 185 vescovi in carica) dei cristiani che vivono in 16 Paesi (Arabia Saudita, Bahrein, Cipro, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Giordania, Iran, Iraq, Israele, Kuwait, Libano, Oman, Qatar, Siria, Turchia, Territori Palestinesi e Yemen), in un’area geografica che si estende su 7.180.912 chilometri quadrati e in cui vivono 356.174.000 persone. I cattolici sono 5.707.000, cioè l’l,6 % della popolazione e si esprimono all’interno di sette tradizioni liturgiche diverse. Con i fedeli delle altre confessioni, i cristiani costituiscono un gruppo umano di circa 20 milioni di persone, il 5,62% della popolazione.
L’elenco appena citato è stato scritto per intero per rendere anche visivamente che, ecclesialmente parlando, quella di Israele è solo una tra le sedici tessere dell’analisi complessiva prodotta dall’assemblea conclusasi domenica scorsa. E nei prossimi giorni (la contraerea israeliana ha già aperto il fuoco) sarà argomento di riflessione l’accorato appello che i vescovi hanno rivolto all’Onu perché le risoluzioni prese nel 1967 siano rese operative, reiterazione di quella opzione a favore del multilateralismo che la Chiesa ha sempre propugnato per tutte le crisi sorte dal Sud Mediterraneo alla penisola arabica. Sovrapporre la laicità «à la Sarkozy», quella “propositiva”, al sinodo per il Medio Oriente non è un esercizio improprio. Da Giovanni Paolo II a Benedetto XVI la teologia politica del magistero cattolico è pervasa dal desiderio di sottrarre racconti e ricordi delle varie culture da ogni manipolazione della memoria storica. La via cattolica alla pace e alla libertà che i vescovi propongono parte da una risoluta condanna per «ogni forma di razzismo, antisemitismo, anticristianesimo e islamofobia». Anche le pulsioni feroci che i fedeli di altre religioni manifestano verso i cristiani (secondo l’Onu, il gruppo religioso più discriminato) poggiano spesso su una memoria culturale manipolata. Ed è per porre domande credibili sul futuro delle popolazioni alle quali appartengono da sempre che, in Medio Oriente, la missione assunta con il sinodo dai cattolici sarà, già per l’immediato futuro, quella di aiutare le società a separare le ragioni politiche da quelle religiose. Dopo aver subito tante giustificazioni sulle “guerre giuste”, i vescovi del Medio Oriente propongono una road-map per la “pace giusta”, a favore di tutti e in uno spazio reale costruito con il riconoscimento del primato dei diritti fondamentali della persona. Ci riusciranno? In culture dove i diritti della terra vengono sacralizzati e quelli delle persone negati, questa è una domanda difficile che, tuttavia, lancia una grande, bella sfida.
© Copyright L'Unità, 27 ottobre 2010 consultabile online anche qui.
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1 commento:
OT.
Madre Mary Clare, visitatrice apostolica delle religiose americane: "Ci sono più suore sopra i 90 anni che sotto i 60, ma nelle congregazioni più tradizionali c'è una ripresa di giovani vocazioni".
http://www.osv.com/tabid/7621/itemid/7044/Head-of-visitation-sees-opportunities-for-dialogue.aspx
Alberto
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