mercoledì 27 ottobre 2010

Opera Omnia del Papa. Le parole di Ratzinger sono come una luce chiara e paziente, e viene da pensare a quella che John Henry Newman chiamava "luce gentile" (Lucetta Scaraffia)

Vedi anche:

PRIMO VOLUME DELL’OPERA OMNIA DI JOSEPH RATZINGER - BENEDETTO XVI

Opera Omnia di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI: il commento di Gianni Letta (Osservatore Romano)

Il card. Bertone all'Ambasciata d'Italia presso la Santa Sede per un invito alla lettura dell'Opera omnia di Joseph Ratzinger: Nella liturgia la chiave di volta (Osservatore Romano)

Presentato oggi il primo volume dell'Opera Omnia di Benedetto XVI, dedicato alla liturgia (Asca)

Un Sinodo dai toni forti: il commento di Giuseppe Rusconi (Il Consulente RE)

Benedetto XVI a Palermo. Un'accoglienza entusiastica, parole forti che restano (Marta Petrosillo)

Il card. Bertone presenta il primo volume dell'Opera Omnia del Papa sulla liturgia (Apcom)

Se attacchi Ratzinger c’è chi ti premia (Rodari)

Il Papa: Peterson fu incompreso, ma in lui trovai teologia che cercavo. Rigoroso metodo storico unito alla fede e alla Tradizione (Bandini)

Cosa dice la Bibbia? La reazione del governo israeliano al Sinodo dei vescovi (Sir)

Tutti dal Papa, l'Ac riempie San Pietro (Chiara)

Sabato oltre 80 mila bambini e giovanissimi dell'Azione Cattolica con il Papa (Sir)

Madre Mary Clare, visitatrice apostolica delle religiose americane: "Ci sono più suore sopra i 90 anni che sotto i 60, ma nelle congregazioni più tradizionali c'è una ripresa di giovani vocazioni"

“La Chiesa e lo scandalo della pedofilia. Lo sguardo cristiano di un Papa sotto attacco”. Incontro a Terni con Andrea Tornielli (Sir)

Tra fede e diplomazia (Filippo Di Giacomo)

Palestina, le ragioni del Sinodo (e quelle di Israele). Il commento di Lucio Brunelli

Il Papa: da Erik Peterson ho imparato, in modo più essenziale e profondo, che cosa sia realmente la teologia e ho provato perfino ammirazione, perché qui non si dice solo ciò che si pensa, ma questo libro è espressione di un cammino, che era la passione della sua vita (Discorso)

Udienza generale: appelli per Indonesia e Benin. Catechesi su Santa Brigida: l'Europa si alimenti dalle proprie radici cristiane (Radio Vaticana)

1974-2012: due Sinodi, la stessa missione. Da Montini a Ratzinger il cerchio si chiude (Folena)

Ratzinger teologo: oggi a Roma un incontro con il card. Bertone sul volume "Opera Omnia" (Sir)

"Complimenti" a Canale 5, la rete più anticlericale del panorama televisivo

Il Papa: spesso è la donna che rende il matrimonio una Chiesa domestica (AsiaNews)

Appello di Papa Benedetto XVI per le popolazioni dell’Indonesia e del Benin

Il Papa elogia il ruolo della donna in famiglia e nella vita della Chiesa

Il Papa: "Penso con riconoscenza a tante donne che, giorno dopo giorno, ancor oggi illuminano le proprie famiglie con la loro testimonianza di vita cristiana" (Catechesi)

Il Papa: “L’Europa sappia sempre alimentarsi dalle proprie radici cristiane” (Sir)

La riconoscenza del Papa per le donne :-)

Ancora sui Legionari e sui poteri di Garza (Tornielli)

Condanna a morte per Tareq Aziz. La Santa Sede interverrà per via diplomatica affinché la sentenza non venga eseguita (Galeazzi)

C'è dottrina a Trieste. La rivoluzione ratzingeriana del vescovo Crepaldi, che spiazza Magris ma anche certi fedeli (Gnocchi e Palmaro)

Il Messaggio del Papa per la 97ª Giornata mondiale del migrante e del rifugiato: una sola famiglia (Sir)

Il Papa: l'umanità è una famiglia, e il migrante ne fa parte. Messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato (Zenit)

Il Messaggio pontificio per i migranti fa appello alla carità cristiana. Secondo il presidente del Pontificio Consiglio per i Migranti e gli Itineranti (Villa)

Il Papa: un diritto emigrare e un dovere rispettare i migranti (Rainews24)

Le polemiche sul Sinodo dei vescovi per il Medio Oriente: gli articoli de "Il Foglio"

Padre Jaeger: Nessuno stop ai negoziati fra Israele e Santa Sede (Frigerio)

Lo Ior verso l`ingresso nella «lista bianca» dell`Ocse (Vecchi)

Tareq Aziz condannato a morte. Padre Lombardi: ci si augura che la sentenza non sia eseguita (Radio Vaticana)

L’aggressiva reazione israeliana al Sinodo sul Medio Oriente ha irritato notevolmente il Vaticano. “Quello che la Chiesa dichiara o ammette o riconosce, non basta mai”, commentano in Segreteria di Stato (Politi)

Musica sacra, premiato Georg Ratzinger: Grande valore educativo. L'analisi di Marinella Bandini (Il Velino)

Mons. Georg Ratzinger: La musica sacra “rende la liturgia più comunicativa, più gioiosa e più bella, e questo ha un enorme valore” (Bandini)

Per il fratello del Papa la musica si impara in chiesa (Angela Ambrogetti)

Mons. Georg Ratzinger premiato dalla Fondazione pro Musica e Arte Sacra: servizio di Rome Reports
_____________________________________________________

Quel teologo che parla a tutti

di Lucetta Scaraffia

Ha senso che una persona priva di una preparazione teologica quale sono io si occupi dell'Opera omnia di uno dei più importanti teologi del nostro tempo, Joseph Ratzinger?
Pur con qualche timore, rispondo: sì, senza alcun dubbio.
Tutta la sua opera, infatti, è rivolta non solo alla ristretta comunità degli specialisti ma a tutti i suoi contemporanei - siano essi credenti o non credenti - e nasce dalle domande che l'epoca attuale sollecita. Sono saggi e libri pensati per tutti noi, che siamo contemporanei di questo grande teologo capace di pensare il nostro tempo e di cercare le risposte che la cultura cristiana può e deve trovare. Si tratta di testi scritti, infatti, con un linguaggio limpido e chiaro, e quindi comprensibile anche ai non addetti ai lavori, i quali vengono trascinati nella lettura perché scoprono risposte a domande inevase da sempre, o che avvertivano confusamente, senza trovare la lucidità per porsele.
Le parole di Ratzinger sono come una luce chiara e paziente, e viene da pensare a quella che John Henry Newman chiamava "luce gentile" (kindly light). Una luce che porta i lettori a fare chiarezza sulle domande fondamentali della vita ripresentate nel modo in cui si pongono oggi. In questo conta certamente il fatto che egli sia stato per anni un professore, abituato quindi a farsi ascoltare da menti giovani, e che a detta di molti testimoni sia stato un professore ottimo.
La pubblicazione dell'opera omnia di Benedetto XVI costituisce quindi un'operazione di grande importanza sul piano culturale, e non solo su quello religioso; anche perché mette in evidenza un carattere particolare del Papa attuale, quello cioè di essere un intellettuale di grande profondità, un uomo che, sul piano teologico, ha profondamente riflettuto sulla funzione della Chiesa e della fede nel suo tempo, un sapiente che cerca di capire sino in fondo il mondo in cui si trova a vivere.
Certamente, un Papa così era necessario in questo momento storico, ed è difficile non riconoscerlo: la modernità, infatti, è soprattutto una crisi di senso, cioè una frattura culturale che comincia dal modo stesso di concepire l'essere umano. Non bastava che la Chiesa cattolica mantenesse il suo ruolo di custode fedele della tradizione; ci voleva un passo in più, un salto di lucidità per trovare il modo di spiegare al mondo contemporaneo il patrimonio della tradizione, e per farlo ci voleva un intellettuale che questo mondo lo comprendesse sino in fondo.
Le opere di Ratzinger sono innanzi tutto la storia di questo processo di comprensione e, soprattutto, la ricerca di una risposta cristiana adeguata alla modernità e alla secolarizzazione. E sono anche la prova che in un momento di crisi religiosa così forte come quello che stiamo vivendo è importante, anzi necessario, che colui che è divenuto la guida visibile della Chiesa riunisca in sé le qualità di pastore con quelle di intellettuale, di teologo, di sapiente.
Attraverso l'Opera omnia abbiamo quindi modo di capire il suo pensiero, comprendendo il quale diventano più chiare le sue scelte e le sue azioni come Pontefice, ma al tempo stesso possiamo in questo modo capire meglio noi stessi, esseri umani travolti dalla modernità, abituati a vivere in una atmosfera culturale che procede ignorando la verità e quindi anche la sua ricerca.
Amore e quindi difesa della Chiesa costituiscono una caratteristica di fondo, nella seconda parte della sua vita, a partire dal 1977: prima come arcivescovo di Monaco e Frisinga, e poi dal 1982 a Roma come prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Amore e difesa della Chiesa che non lo inducono mai, però, a un atteggiamento di chiusura difensiva, come invece amano pensare molti, soprattutto i giornalisti. Lo rivela la sua apertura alle domande e ai dubbi, considerati sempre come un momento positivo di crescita.
Sulla fertilità del dubbio come momento necessario per muoversi alla ricerca della verità, Ratzinger ha scritto parole intense e bellissime proprio in quest'opera: "Sul credente pesa la minaccia dell'incertezza, che nei momenti della tentazione gli fa duramente e d'improvviso balenare dinnanzi agli occhi la fragilità del tutto, il quale ordinariamente gli appare invece tanto ovvio". Ma, "come sinora abbiamo riconosciuto che il credente non vive senza problemi, ma è costantemente minacciato dal rischio di precipitare nel nulla, così riconosceremo adesso il mutuo intrecciarsi dei destini umani, giungendo a dover ammettere che nemmeno il non credente conduce un'esistenza perfettamente chiusa in se stessa". Una scoperta della fertilità del dubbio che può portare addirittura a un incontro: "E chissà mai che proprio il dubbio, il quale preserva tanto l'uno quanto l'altro dalla chiusura nel proprio isolazionismo, non divenga il luogo della comunicazione".
Sarebbe questo il rigido difensore della Chiesa e dell'ortodossia pronto a condannare ogni dubbio, come tanto spesso Joseph Ratzinger, prima e dopo l'elezione papale, è stato dipinto? La lettura delle opere permette di dissipare molti luoghi comuni, e di fare interessanti scoperte.
"Niente può diventare retto, se noi non stiamo nel retto ordine con Dio" ci ricorda Ratzinger nel magistrale e toccante commento al Padre Nostro, Solo tornando ad ascoltare e a capire Gesù si possono trovare le risposte vere ai problemi che pone il mondo di oggi
.
Proprio per questo motivo, come spiega chiaramente nell'introduzione, il primo volume pubblicato dell'Opera omnia è l'undicesimo, e cioè la raccolta di scritti dedicati alla liturgia: "Prima di tutto Dio: questo ci dice l'iniziare con la liturgia", affermazione che mette in chiaro come tutta l'opera di Ratzinger si deve considerare come un servizio a Dio e alla Chiesa, piuttosto che un esercizio di cultura e di intelligenza individuali. Una fatica intellettuale donata a Dio, come spiega lui stesso con limpida chiarezza: "Non ho mai cercato di creare un mio sistema, una mia particolare teologia. Se proprio si vuole parlare di specificità. Si tratta semplicemente del fatto che mi propongo di pensare insieme con la fede della Chiesa, e ciò significa pensare soprattutto con i grandi pensatori della fede".
La sua opera principale sul tema liturgico, Lo spirito della liturgia, si ricollega fin dal titolo all'opera analoga di Romano Guardini che - scrive Ratzinger nella prefazione - "ha contribuito in modo essenziale a far riscoprire la liturgia nella sua bellezza, nella sua nascosta ricchezza e nella sua importanza lungo i secoli come centro vivificante della Chiesa e come centro della vita cristiana".
E continua: "Come per Guardini, così anche per me non si tratta d'indugiare su discussioni o indagini di natura scientifica, ma di offrire un aiuto per la comprensione della fede e per il giusto compimento della sua fondamentale forma espressiva nella liturgia". Sono dichiarazioni che rivelano il senso del lavoro teologico di Ratzinger, il suo porsi in continuità con la tradizione, a servizio della Chiesa, piuttosto che mirare alla fama scientifica e accademica. Dichiarazioni che sottolineano anche il suo legame con Guardini, rivendicato qui apertamente, in modo unico e particolare all'interno della sua opera.
Questo legame, che si traduce in uno slancio a continuarne l'opera, è evidente in tutti gli scritti di Ratzinger, in tutto il suo lavoro intellettuale. A cominciare dalla tensione verso le domande del presente, come scriveva lo stesso Guardini: "Il nostro tempo è dato a ciascuno di noi come terreno sul quale dobbiamo stare e ci è proposto come compito che dobbiamo eseguire". Poi nella scelta di un linguaggio moderno, molto netto, che arriva immediatamente al cuore delle cose. Un linguaggio che, come ho già sottolineato, non è mai difficile, ma cerca sempre di comunicare nel modo più facile possibile quello che vuole dire. Un linguaggio che non è mai autoreferenziale, non indulge mai a quel gergo che invece è purtroppo così diffuso nella cultura cattolica contemporanea, separandola completamente da quella laica, e che soprattutto non suscita riflessione e quindi vero coinvolgimento personale.
Nelle parole di Ratzinger e di Benedetto XVI non ci sono mai cadute in questo senso, non ci sono banalità, concetti scontati e privi ormai di valore per essere stati ripetuti troppe volte. E la questione del linguaggio è un problema fondamentale per toccare il cuore dei credenti e soprattutto per farsi ascoltare dal resto del mondo, un problema che la Chiesa di oggi può risolvere seguendo l'esempio del Papa.
Ratzinger non si limita solo alla ricerca della comunicazione più comprensibile, ma, continuando il lavoro di Guardini, vuole restituire ai cattolici quella dignità intellettuale che sembrano avere perso, tanto che molti cattolici colti si vergognano addirittura un po' di essere cattolici, fino ad arrivare a pensare che la loro vita intellettuale è una cosa e il loro essere credenti un'altra. Romano Guardini ha rovesciato completamente questo punto di vista scrivendo che, al contrario, essere cattolico permette di avere un punto di vista più ricco nei confronti della realtà, della storia, del pensiero, perché "ogni vero e reale credente è un vivo giudizio sul mondo" in quanto possiede, in parte, anche un punto di vista fuori del mondo: la Weltanschauung cattolica è così "lo sguardo che la Chiesa volge sul mondo, nella fede, dal punto di vista del Cristo vivente e nella pienezza della sua totalità trascendente ogni tipo".
Ne abbiamo una prova anche dal modo in cui Ratzinger affronta i problemi che le biotecnologie pongono al mondo attuale, e di cui egli coglie il senso profondo, quello di rimediare alla debolezza umana, di riscattare l'essere umano dalla sua finitezza. Non è una novità di oggi: in tutte le religioni e sistemi filosofici l'essere umano viene percepito come un essere caduto, condannato alla sua finitezza, per cui redenzione significa "liberazione dalla finitezza, che come tale è il vero peso che grava sul nostro essere".
A un mondo che cerca di liberarsi dalla finitezza con gli strumenti della tecnoscienza, che fa della dipendenza la peggiore umiliazione e nega quindi in questo modo, in nome della totale autonomia individuale, la fede religiosa, il culto divino risponde mostrando quale è la vera via della redenzione, l'unica attraverso la quale l'essere umano può salvarsi. Proprio per questo la liturgia è al centro dell'opera di Ratzinger, il suo cuore, perché "l'adorazione, la giusta modalità del culto, del rapporto con Dio, è costitutiva per la giusta esistenza umana nel mondo".

(©L'Osservatore Romano - 28 ottbre 2010)

1 commento:

laura ha detto...

Approvo e sottoscrivo. Per me, la lettura dei Suoi libri è stata una folgorazione e un modo per tornare alla Luce, una luce che non avevo mai conosciuto, pur avendo cercato da tanti.... anni. Lui scrive come nessuno sa fare e rende accessibile il divino. Basta provare a fare il confronto con gli scritti di una altro teologo per comprendere. Gli altri scrivono cose anche belle, ma stratte, Il nostro Papa ha sempre scritto in modo che tutti capiscano che il Signore è entrato e resta presente nella nostra povera e dolorosa vita