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PAPA: SINODO M.O. CONTRO I POTERI OSCURI
(AGI) - CdV, 10 ott.
(di Salvatore Izzo)
Anche nel nostro tempo esistono "ideologie e poteri anonimi" che mirano ad asservire l'uomo fino a distruggerlo.
Benedetto XVI ha ricordato tale realta' nella prima sessione del Sinodo dei vescovi per il Medio Oriente.
Il Papa ha ricordato che il cristianesimo provoca da 2000 anni una "caduta dei falsi dei". Ma la lotta tra bene e male continua oggi con "i poteri economici anonimi che schiavizzano l'uomo, la ferocia della violenza terroristica perpetrata in nome di Dio, la forza annientatrice della droga, la mentalita' dominante che tende a screditare valori come il matrimonio o la castita'. Di fronte a queste insidie, il Papa invoca la fede dei semplici, dalla quale nasce la "vera saggezza".
Se le stesse fondamenta della terra appaiono sotto la minaccia di una catastrofe ecologica, avverte il Pontefice, e' perche' vacillano le "fondamenta interiori", quelle morali e religiose. Dalla fede invece scaturisce quel "retto modo di vivere" che rinnova l'umanita' e salva il mondo.
"Una impressionante meditazione", ha commentato l'Osservatore Romano riportando in prima pagina le considerazioni sulla storia con le quali Benedetto XVI ha introdotto oggi l'assemblea, "ricordando che al centro delle vicende umane sta l'incarnazione di Cristo, presentata dal Papa attraverso la maternita' di Maria che venne proclamata 'madre di Dio', 'theotokos' dal concilio efesino, con un titolo rimasto carissimo alla devozione popolare dei cristiani orientali".
"In taluni contesti i cattolici con gli altri cristiani soffrono ancora ostilita', persecuzioni e mancato rispetto del diritto fondamentale alla liberta' religiosa", ha denunciato da parte sua il card. Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione delle Chiese Orientali e presidente delegato del Sinodo, sottolineando che "il terrorismo e altre forme di violenza non risparmiano nemmeno i nostri fratelli ebrei e musulmani.
Vicende umanamente indegne, si moltiplicano e colpiscono vittime innocenti". Il tema dell'intolleranza religiosa e' stato affrontato anche da mons. Nicola Eterovic, segretario generale del Sinodo, che ha ricordato come la Terra Santa sia "cara a tutti i cristiani" ma anche "la casa dei fratelli e sorelle ebrei e musulmani", e reso omaggio alla memoria di mons. Luigi Padovese, vicario apostolico di Anatolia e presidente della Conferenza episcopale turca, "barbaramente ucciso nel giugno scorso". "Possa egli intercedere per il successo del Sinodo e per il ravvedimento di coloro che sono stati coinvolti nella sua tragica morte", ha invocato il prelato sottolineando che la presenza continua dei cristiani in Terra Santa offre un valido motivo di speranza per il presente ed il futuro della regione.
"La Terra Santa e' il loro luogo nativo, la loro patria – ha detto – alla cui costruzione in Stati democratici e prosperi desiderano apportare un contributo prezioso ed unico, disposti a collaborare con tutti gli uomini di buona volonta'".
Il documento di base del Sinodo e' stato presentato dal relatore generale del Sinodo per il Medio Oriente, patriarca di Alessandria dei Copti, in Egitto, Antonios Naguib. che ha auspicato l'affermarsi di una "laicita' positiva degli Stati, che permetta alla Chiesa di dare un contributo efficace e fruttuoso per aiutare lo status dei cittadini sulla base dell'uguaglianza e della democrazia". "Benche' i cristiani siano piccole minoranze - ha rilevato - il loro dinamismo e' illuminante e vanno sostenuti e incoraggiati.
Fondamentale, quindi, la promozione della difesa della vita dell’educazione e l'attenzione anche ai nuovi mass media".
"Nei Territori palestinesi - - ha osservato - la vita e' molto difficile e spesso insostenibile. Pur condannando la violenza da dovunque provenga, ha aggiunto, ed invocando una soluzione giusta e durevole del conflitto israelo-palestinese, si esprime la solidarieta' al popolo palestinese, la cui situazione attuale favorisce il fondamentalismo". Per il patriarca l'unica soluzione popssibile e' quella di "due popoli, due Stati".
Interpellato dalla stampa sul progetto ventilato dallo Stato di Israele di introdurre, per i nuovi cittadini, un giuramento di fedelta' alle leggi dello Stato inteso come "Stato ebraico", il patriarca Naguib ha espresso "perplessita'", definendo il progetto "contraddittorio", poiche' uno Stato non puo' dirsi democratico e, al contempo, imporre una scelta religiosa".
Quanto al rapporto con i musulmani, il patriarca Naguib ha sottolineato l'importanza delle radici comuni ed ha ricordato che i musulmani, in generale, non fanno distinzione fra religione e politica, provocando una situazione da non-cittadini dei cristiani. "Con l’avanzata dell’integralismo – ha detto – aumentano gli attacchi contro i cristiani". Per questo, la questione va affrontata nell’ottica del bene comune, per passare dalla tolleranza alla giustizia e all'uguaglianza. Perche' la religione e' costruttrice di unita' e di armonia. Centrale e' quindi "la pedagogia della pace, la purificazione dei libri scolastici dai pregiudizi, la giusta attenzione alla modernita', spesso ambigua, perche' porta nuovi valori, ma ne fa perdere altri". Per il patriarca, infine, e' meglio parlare di difficolta' dei cristian e non di persecuzioni, parola che indica una normativa esplicita che regoli il comportamento dei cristiani. Il che non si verifica.
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